Rassegna stampa estera

Nel limbo dell’attesa dei risultati delle elezioni amministrative, la stampa estera si è fermata molto si Virginia Raggi e sulla “sorpresa” 5 Stelle. Le notizie sui minori migranti e sul “Mein Kampf” in omaggio con Il Giornale hanno suscitato non pochi commenti.

La parte da leone la fanno lei, Virginia Raggi e il suo Movimento “agitatore” come lo definisce Olivier Tosseri su Les Echos. Scrive il giornalista francese in una bellissima analisi di queste elezioni amministrative: “dopo essere stati espressione del rifiuto dei Partiti tradizionali nelle urne forza di opposizione in Parlamento, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo prova a presentarsi come alternativa credibile al Governo Renzi”. Poche, concise parole che la dicono però lunga sull’ampiezza della scommessa di questo ormai “ex” gruppo di sovversivi come specifica Tosseri “l’Italia sta virando al Tripolarsimo” e il M5S “fa ormai parte del paesaggio politico”, ma la partita è ancora lunga perché il Movimento non si sta espandendo a “macchia d’olio”, come vorrebbe far credere Grillo,  piuttosto “a macchia di leopardo” come si specifica nell’articolo, visto che gli elettori “convocati nei 1368 seggi elettorali dei comuni coinvolti dalle amministrative del 5 Giugno non hanno trovato liste M5S che in 251 di loro (20%). Il problema sta nel fatto che il Movimento punta solo al “programma”, il candidato non è che un “portavoce” e “senza una figura credibile per portare le idee, il Movimento non ha superato la soglia del 10%.” La prova sono Roma e Torino, “le due città simbolo sulle quali il Movimento ha puntato tutto per  dimostrare la muta in corso. Dopo essere stato espressione del rigetto dei Partiti tradizionali (…) prova a presentarsi come alternativa credibile al Governo Renzi. Per fare questo bisogna rassicurare. Finite le grandi manifestazioni dagli accenti tuonanti del tribuno Beppe Grillo che insultava l’intera classe politica. A Torino  Chiara Appendino viene dalla borghesia imprenditoriale. A Roma, Virginia Raggi è un avvocato dal tono pacato e moderato (…) dall’iperbole all’ossimoro, il linguaggio del M5S è ancora esitante ma cerca di essere sempre più misurato.”  Conclude Tosseri sottolineando come la vittoria su Roma, “la città dai mali eterni”, possa essere un regalo “avvelenato” (…). Superare le difficoltà in Campidoglio potrebbe forse avvicinare il M5S a Palazzo Chigi. Perdere la scommessa sarebbe un passo falso di non poco peso nella conquista del potere”. La stampa internazionale ha gli occhi puntati sul Movimento e sull’ “exploit storico di Virginia Raggi”, gioisce Grillo. “I suoi avversari sperano che parli presto della sua sconfitta”.

L’Economist in un suo editoriale parla della “sorpresa 5 stelle”. Anche qui si racconta del grande lavoro di trasformismo che sta tentando il Movimento, soprattutto dopo la morte di Gianroberto Casaleggio e del volontario allontanamento di Grillo. Spiega l’Economist: oggi il Movimento è guidato da un direttorio del quale fa parte anche Di Battista (che nell’articolo viene definito come uno dei “leader di punta”, ndr). “Il volto del M5S che gli elettori hanno potuto scorgere in queste votazioni è completamente rinnovato. Il populista Grillo e i suoi divertenti (e a volte inquietanti) sproloqui, la sua diffidenza verso l’euro e l’ambiguità in materia di immigrazione, sono stati posti ai margini. Al suo posto sono stati candidati persone come Chiara Appendino, laureata alla Bocconi di Milano (…) A Roma l’avvocato  trentasettenne Virginia Raggi, attivista per i consumatori, ha trasmesso la moderazione sufficiente a rassicurare gli elettori più tradizionalisti. Ma Di Battista si sbaglia a dire che la sua vittoria non sia dovuta ad un voto di protesta: la città sta provando un profondo rancore” per le amministrazioni passate che hanno lasciato la città in mano alle organizzazioni criminali. Si specifica infatti che “altrove, i risultati del M5S non sono stai spettacolari”. Ma si ricorda nell’articolo che anche il PD non ha fatto faville, “Renzi ha ammesso aver dato troppo al suo Governo e troppo poco al suo Partito”. Ricomincerà da qui per provare ad arginare questo “populismo” all’italiana.

Interessante in questo senso l’articolo di Anne Le Nir scritto per La Croix. “Il Capo del Governo italiano, Matteo Renzi sogna di rilanciare lo spirito europeo che una Brexit comprometterebbe. Gli italiani sono loro stessi sempre più tentati dall’euroscetticismo, afferma la Le Nir. “In Italia si discute animatamente su problemi quotidiani: la disoccupazione, il degrado dei servizi nella sanità, l’economia depressa. Ma, il destino europeo degli inglesi rende indifferenti la maggior parte delle persone.” La sola domanda ricorrente, soprattutto tra i giovani, è se sarà più difficile per loro tentare la fortuna a Londra in caso di Brexit. La giornalista riporta un recente dato dell’IPSOS che dice che il 42% degli italiani si dichiara euroscettico, erano il 22% nel 2007. “Matteo Renzi che si batte per rafforzare l’UE, secondo il modello di uno dei padri fondatori dell’unificazione dell’Europa, Altiero Spinelli (…) vorrebbe avere un ruolo chiave per rilanciare lo spirito europeo (…) Ma secondo Carlo Bastasin, Professore di Economia alla Luiss, inutile sognare. ‘L’Italia ha poco margine di manovra. I suoi handicap si chiamano debito pubblico (…) e crisi dei migranti. Tenuto conto della sua instabilità, Roma non può essere autonoma da Berlino in iniziative di livello europeo’. “Secondo Bastasin però, l’Italia non dovrebbe essere particolarmente colpita da un’eventuale Brexit. Come afferma anche il Ministro del tesoro, Pier Carlo Padoan” (…).

In riferimento alla crisi migranti, la notizia che ha più toccato questa settimana è il rapporto pubblicato martedì scorso dall’Unicef: nove minori su dieci che arrivano in Italia non sono accompagnati, e nei primi cinque mesi di quest’anno ne sono già arrivati 7000. Moltissimi i media che hanno riportato questa allarmante notizia, anche quelli di Paesi “lontani, come il Bangkok Post o Channel News Asia. E se il motivo di questi arrivi in solitaria non è chiaro, quello che non lascia ombra di dubbio è che aumenta in modo esponenziale il terrificante rischio di abuso e sfruttamento di questi  bambini. Molti di loro le violenze le hanno subite durante il viaggio e arrivano in condizioni indescrivibili.

Molto rumore ha suscitato la vendita di “Mein Kampf” con Il Giornale. Dal Journal de Montréal, a Tf1, da Modafrique al Los Angeles Times, si parla di iniziativa “sordida” e di lettori “indignati”. Come scrive Michele Regnard di Mondafrique “la giustificazione de Il Giornale che afferma che bisogna leggere il manifesto nazista ‘per rinnegarlo’, non convince i detrattori di questa iniziativa”. Riporta anche le parole di Manu Braganca, ricercatore alla Queen’s Univeristy di Belfast, che afferma, come molti storici e intellettuali che ‘questa miccia  antisemita deve essere pubblicato perché è largamente diffuso online ed è un modo per dissacrarlo, inoltre costituisce un importante documento storico’, ovviamente per il giornalista dovrebbe essere dotato di una lunga introduzione e di un’importante apparato critico ad immagine e somiglianza dell’edizione tedesca (pubblicata pochi mesi fa da una casa editrice di destra, e non senza polemiche, dopo decenni di bando, ndr).

Olivier Tosseri, En Italie, le trublion M5S en quete de normlaisation,  Les Echos, 14 Giugno 2016; The Economist, Five-star surprise, 11 Giugno 2016; Anne Le Nir, Brexit, les italiens face à leur eurosceptiscisme, La Croix, 13 Giugno 2016; AFP per Bangkok Post, Unaccompanied child migrant numbers double in Europe: UN, 14 Giugno 2016; Magdalena Mis per Reuters e Channel News Asia, Spike in numbers of migrant children arriving alone in Europe raises exploitation risks, 14 Giugno 2016; Michele Regnard, ‘Mein Kampf’ disponible dans les kiosques italiens – Scandale, Monafrique, 14 Giugno 2016; Michael Schaub, ‘Mein Kampf’ giveaway in Italy angers leaders and readers, Los Angeles Times, 13 Giugno 2016; Stéphane Plante, Un journal italien offer à ses lecteurs un exemplaire gratuit du livre d’Adolf Hitler, Journal de Montréal, 11 Giugno 2016.

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