Che cos’è il PD? Il caso D’Alema
Le beghe interne di un partito che non è il nostro dovrebbero non riguardarci. Ma il PD è al governo del Paese, addirittura con il suo Segretario e quindi quello che vi succede riguarda un po’ tutti. Quando uno assiste alla guerriglia aperta nel suo seno e legge dichiarazioni, fatti e misfatti , non solo di chi dal PD è uscito, ma anche di gente che nel PD ci sta ancora, come Bersani, Speranza e ora D’Alema, c’è davvero da preoccuparsi.
Il caso D’Alema è il più clamoroso. Lui l’ha smentito ma Repubblica l’ha confermato con date e dati precisi: in diverse occasioni, in riunioni nemmeno private, l’ex-Premier ha cospirato contro il suo partito, al punto di suggerire di votare a Roma per la Raggi e al referendum, ovviamente, per il no, “per mandare a casa Renzi”. Ora, è perfettamente legittimo non essere d’accordo con il Segretario del proprio partito, fargli opposizione interna, ma a un certo momento si ha il dovere morale di uscirne. Finché ci si sta dentro ci sono elementari regole di decenza senza le quali la politica si trasforma in caos indecifrabile. E sono: non tradire il proprio partito e rispettarne le decisioni prese con legittime maggioranze.
Ripeto: sono “interna corporis” di un partito che non è il nostro. Ma legittimano una domanda sulla quale Renzi e la Segreteria del PD hanno ormai il dovere di fare chiarezza. Qual è la linea del partito? Cosa prepara per il futuro? E D’Alema dovrebbe rispondere a varie domande: cosa diavolo è quella “sinistra” che egli propone di “ricostruire da zero”? Si ripropone egli stesso come guida del Paese? O ripropone un Bersani, perdente sistematico? Nel futuro ci sarà ancora una sinistra riformatrice e moderna o il ritorno ai vecchi schemi cari alla signora Camusso? Perché se così fosse, dubito molto che il PD potrebbe continuare ad attrarre quella parte di moderati che trovano indigeribili sia Grillo che una destra dominata da Matteo Salvini.
Va da sé che il dubbio rende ancora più necessaria la formazione di una seria alternativa di centro-destra, moderata, liberale, europea, guidata da un leader accettabile a tutti, per il quale lavorano i Popolari italiani. Tutto quello che Berlusconi volesse fare per facilitare questo processo, gli acquisterebbe un merito che farebbe perdonare i suoi molti e gravi errori. Forse l’idea che circola di affidare a Gianni Letta il commissariamento di FI andrebbe nella buona direzione.