Ora cosa ci aspetta dopo i ballottaggi?
Risultati shock nel turno di ballottaggio delle amministrative 2016. I risultati emersi dalle urne, fotografano perfettamente la situazione di estrema disomogeneità dell’opinione pubblica e mostra un evidente spaccatura soprattutto nella sinistra storica.
Ma andiamo con ordine: il centrodestra. Brutti risultati sulle grandi città dove conquista solo Trieste e perde lo scontro più importante, ossia la battaglia di Milano. Dopo un primo turno che ha messo in evidente difficoltà Beppe Sala, non sono riusciti a evitare la dispersione del voto. Così gli oltre diecimila voti di scarto sembrano di fatto riavvicinare la sinistra radicale che aveva corso da sola al primo turno.
Altro shock è la sconfitta a Varese, dove dopo 23 anni a guida Lega la città passa al centrosinistra con buona pace di Maroni che ci aveva oltretutto messo la faccia in prima persona, riuscendo a raccogliere solo una manciata di preferenze. In realtà dove il centrodestra andava unito sulle piccole realtà è riuscito a portare a casa dei buoni risultati. Segno questo che l’unità e gli uomini giusti possono essere la base sulla quale ricostruire una nuova alleanza.
Centrosinistra: che dire, Renzi come sempre non lascia trasparire emozioni, ma l’effetto europee ormai è completamente terminato. Il PD è il vero sconfitto di questa tornata elettorale dove l’inaspettata sconfitta di Fassino a Torino e il distacco di Roma, mostrano come il Premier debba riconsiderare la propria azione e alcune scelte politiche discutibili. Analisi valida anche per il risultato di Napoli dove il civismo arancione ha vinto prima che sul centrodestra, sulle politiche renziane, confermando De Magistris per un secondo mandato. In valore assoluto, nel secondo turno, il centrosinistra è comunque riuscito ad ottenere buoni risultati, come per esempio la sofferta Milano, dove nulla era scontato e Renzi è riuscito a prendersi una piccola rivincita personale.
Una nota particolare va riservata al Movimento 5 Stelle. Il partito di Grillo è riuscito strappare risultati clamorosi dove il dato inequivocabile su Roma (ci si aspettava una vittoria) passa quasi in secondo piano rispetto al colpaccio fatto a Torino. Oltre ogni pronostico Grillo si aggiudica due grandi capoluoghi, altre grandi città, e soprattutto la guida di Roma.
Questo sarà il vero banco di prova per chi tenta di governare il paese. Grillo sa che non può fallire se nel 2018 vuole vincere le politiche e, viceversa, Renzi sa che deve cambiare qualcosa nella gestione del suo partito. In definitiva da questi risultati, benché spesso non definiscano perfettamente gli orientamenti nazionali, emerge un quadro nazionale complesso, soprattutto a fronte della nuova legge elettorale. L’incubo più grande di Renzi e Berlusconi, ossia non arrivare assieme al Ballottaggio potrebbe concretizzarsi. Se i grillini, a differenza delle esperienze amministrative passate, riuscissero a mostrare le proprie capacità, si aprirebbe una stagione politica senza eguali in Europa, con tutti i rischi connessi.