Rassegna stampa estera

Silvio Berlusconi e la sua lunga lista di casi giudiziari, pendenti e non, esaspera la stampa estera che definisce “litania” la sua ormai poco interessante vicenda. Ma non c’è solo lui  a cavalcare la scena, Letta appare più accattivante in questo momento, anche se a preoccupare maggiormente è l’andamento della nostra economia, il cui futuro appare ancora molto incerto. Ma anche un occhio critico da parte di alcuni media su come l’Italia e l’Europa stanno reagendo allo scandalo intercettazioni NSA.

Silvio Berlusconi prolonge sa tournée dans le tribunaux à Naples, così scrive sul suo Blog “Campagne d’Italie” (Le Monde, 23 Ottobre 2013), Philippe Ridet,  commentando l’ennesimo processo aperto a carico del Cavaliere.  Ridet torna anche sul fatto che “di prescrizione dei fatti in depenalizzazione dei reati, è sempre riuscito a scappare ai giudici, fino a quel maledetto 1° Agosto che ha aperto una breccia… La sua immunità parlamentare è appesa ad un filo. Nel corso del mese di Novembre i suoi compari lo escluderanno sicuramente dal Senato e diventerà ineleggibile per sei anni. Allora sarà alla mercé dei magistrati (…) La sua minaccia di far cadere l’esecutivo per trovare una via d’uscita alle sue scocciature giudiziarie è pietosamente fallita il 2 ottobre. Ma ricomincerà, consigliato da alcuni eletti che non hanno altro futuro che il suo. E’ nella sua natura.” Conclude il giornalista con una bellissima citazione:” per quante volte dovrò ucciderti prima che tu muoia? Chiede l’ignobile Pérol à Lagardère nel bel film di Philippe de Broca, Le Bossu. Sembra essere stata scritta per Silvio Berlsuconi.” (…) Sullo stesso tono Thibault Le Berre scrive su Marianne “Berlusconi non si trascina più dietro solo delle pentole, ma un’intera batteria da cucina. Da 20 anni, un caso caccia l’altro.” Indicativo il titolo del pezzo: Il Cavaliere n’en finit pas de chuter (Marianne, 24 Ottobre 2013), la “saga giudiziaria di Berlusconi è lontano dall’essere conclusa” è il mesto commento del giornalista.

Frida Dahmani, fa per Jeune Afrique un bel ritratto del nostro Primo Ministro, un po’ sulla falsariga di quello del più noto collega di Le Monde, Philippe Ridet, nel suo L’Exercise de Letta (Le Monde 22 Ottobre 2013). La giornalista titola il suo articolo Enrico Letta, l’homme chi a désarçonné le Cavaliere (Jeune Afrique 23 Ottobre 2013) e scrive: “Non è un killer. Solo un centrista moderato rivestito da Europeista convinto. Ma è proprio Enrico Letta, giovane Presidente del Consiglio, che ha finito per fare la pelle a Silvio Berlusconi (…) Il giovane Enrico ha avuto una buona scuola. A casa nostra non si parla mai di politica a tavola, confida Maria Teresa sua zia. Senza dubbio, ma la politica non è mai stata molto lontana. Suo zio, il giornalista Gianni Letta, è stato molte volte Ministro sotto Berlusconi, del quale fu un po’ un Richelieu. In seguito, Enrico diventerà il Mazarino di Romano Prodi (…) Oggi, come Presidente del Consiglio  mantiene lucide distanze nei confronti delle querelle politiche, non perde mai di vista i problemi di fondo e segue il suo cammino evitando cambiamenti di rotta troppo bruschi (…) Pur non nascondendo il peso della responsabilità che porta sulle spalle”.

Mentre il Governo di Letta tenta la ripresa, Wolfgang Munchau uccide la legge di Stabilità. Conosciuto per la sua rudezza nei nostri confronti, Munchau sul Financial Times del 20 Ottobre commenta in modo negativo le misure prese dal Governo, affermando che l’”l’Italia ha perso un’occasione per cambiare”. Scrive il giornalista: “Qualche tempo fa scrissi che Mario Monti era l’uomo sbagliato per guidare l’Italia. Ora è venuto fuori che l’ex Primo Ministro non è neanche riuscito a guidare il piccolo Partito di centro che ha creato meno di un anno fa (…) Monti è stato sopraffatto dalla fossa dei serpenti che forma la politica italiana con tutte le sue rivalità, cospirazioni ed esibizionismi. La vittoria e successiva caduta dell’ex Commissario Europeo è la storia ammonitrice di un outsider che improvvisamente arriva al potere – e cosa più importante, il risultato sconfortante delle riforme economiche in Italia. Nel suo sostanziale criticismo per la legge di Stabilità – proposta dalla coalizione di Governo della quale fa parte anche Scelta Civica – Monti aveva ragione. La legge rimaneggia piccole somme di spese e tasse, perdendo una grande opportunità per riformare.” (…) La Spagna e l’Italia sono ancora sul filo del rasoio, come scrive Marie Charrel su le Monde del 24 Ottobre. “Da una parte ci sono i numeri relativi al debito pubblico che traducono una tendenza preoccupante. Ma, dall’altra, ci sono alcuni dati che, per gli economisti, sono altrettanti motivi per essere ottimisti. La Spagna, l’Italia e l’Irlanda sono in una situazione intermedia. Questi Paesi possono ancora affondare nella crisi, come uscirne (…) Il caso dell’Italia divide gli esperti (…) Senza il riaffermarsi di una crescita vigorosa, avrà moltissime difficoltà ad invertire la dinamica del suo debito passato tra il 2008 e il 2013 dal 106,1% al 133,3 %.” (…) Ma se Muncahusen è stato pessimista sul nostro futuro, “per il quale non c’è più tanto tempo per fare le riforme”,  e la Charrel prudente, il loro collega Tony Barber fa una bella analisi sulle imprese che sono riuscite a guardare oltre la crisi e che, entrate in borsa, possono essere la nuova linfa per un mercato azionario  figlio di un mondo “conservatore e patriarcale” (Look beyond the crisi sto find Italy’s new success stories,Financial Times 24 Ottobre 2013). In fondo il “Made in Italy” l’abbiamo inventato noi. Perché non riappropriarcene e farne il trampolino di lancio per una nuova ripartenza?

Critico Dmitri Babitch sull’Affaire NSA. Il suo titolo su La Voix de Russie del 25 Ottobre dice tutto: L’Europe sur l’écoute: “Je sais que tu sais que je sais (Io so che tu sai che io so). Il giornalista afferma che “ci saranno solo proteste di rito nei confronti degli americani”. “Immaginiamo facilmente lo scandalo che scoppierebbe ai vertici dell’UE se la Russia o, diciamo, l’Iran fossero coinvolti nelle intercettazioni degli europei. Niente di grosso sembra prospettarsi per il ‘grande fratello’ americano. Perché? Perché è un cliente ricco, e pazienza se manifesta a volte sintomi di arteriosclerosi o demenza senile.” (…)

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