I piani di Calenda
Carlo Calenda, già Viceministro dello Sviluppo Economico con i governi Renzi e Letta e Rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione Europea a Bruxelles, è stato nominato, come è noto, Ministro al MiSE dallo scorso mese di maggio. Renzi per giustificare la sua scelta ha dichiarato che è stata motivata dal fatto che conosce bene gli ingranaggi del suo dicastero.
Calenda già da Viceministro cercò di convogliare gli sforzi del suo dicastero nel senso di una maggiore promozione di diverse missioni imprenditoriali italiane all’estero, vedendo tutto questo come l’occasione per le nostre aziende di aprirsi ad una dimensione più internazionale e occasione questa, anche, di rilancio dell’economia. Ora, entro settembre il Ministro Calenda ha annunciato la revisione di tutti gli incentivi erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico e la produzione di un nuovo Piano Strategico Operativo del nuovo Ministero dello Sviluppo Economico.
Calenda, intervenendo all’Assemblea di Confindustria ha dichiarato di “…voler verificare ogni singolo incentivo erogato. Il principio di fondo sarà quello di concentrare le risorse sulle iniziative esistenti che funzionano. Per essere efficace una misura deve avere le dimensione adeguata – continuando – non ha alcun senso ad esempio lanciare un programma sulle smart cities il cui stanziamento non renderebbe smart neanche un quartiere di Roma”. Il Ministro ha annunciato di voler condurre un vero e proprio “turn around”, nei prossimi tre mesi delle attività del Ministero “…processi, organizzazione e persone occuperanno una parte rilevante del mio tempo. Ci sono nel MiSE funzioni che non più ragione di essere mentre molto spesso attività chiave sono prive di risorse” questo il nocciolo del programma del Ministro Calenda per il quale la riorganizzazione si accompagnerà a una “…profonda spending review che si avvarrà della consulenza gratuita ed esperienza di Enrico Bondi” precisa.
E’ iniziata una nuove fase in cui il Ministero accrescerà il suo impegno per attrarre capitale di crescita e investimenti diretti esteri “…su questo punto desidero essere molto chiaro: per me un’azienda è italiana quando opera in Italia… io non devo difendere l’italianità delle imprese, ma le imprese italiane, cosa ben diversa”. Mentre sul piano dell’internazionalizzazione dovrà essere potenziato il Piano straordinario per il Made in Italy e gli stati Uniti resteranno il paese in cui si investirà di più “…con 10 miliardi in più di export che possiamo prendere”. Calenda, sempre con l’obiettivo di attrarre investimenti esteri, ha annunciato che si sta avviando “…in test un programma ad alti potenziali che aiuterà le aziende piccole e medie di eccellenza a costruire la propria crescita… e sarà collegato a quello di Elitè di borsa italiana e a tutti gli strumenti della galassia Cdp”.
A questo punto, con Calenda anche i lavori del Ddl Concorrenza, che si erano bloccati, per ragioni di correttezza istituzionale all’indomani della dimissioni del Ministro Guidi, dovrebbero avere un nuovo slancio, tuttavia i tempi restano non prevedibili con certezza, anche perché il testo dovrà tornare alla Camera in seconda lettura (il testo approvato dal senato non sarà identico a quello approvato a Montecitorio nel 2015), anche se, da fonti Pd, si auspica una chiusura definitiva entro il mese di giugno in corso. “…dobbiamo andare veloci e chiuderlo non al ribasso” in questi termini si esprime Calenda a proposito del Ddl, che è tra le priorità dell’Unione Europea, in una riunione con i relatori del provvedimento al Senato, Salvatore Tomaselli (Pd) e Luigi Marino (Ap).
I punti principali del Piano Strategico Operativo, anticipati dal Ministro allo Sviluppo Economico, poche settimane fa, ad un’Audizione davanti alla Commissione Attività Produttive della Camera, sono dunque “l’Industria 4.0”, come vera e propria rivoluzione di risanamento delle Pmi che come il Ministro stesso la definisce è “…la via italiana per la competitività del manifatturiero”, che ricordiamo si va ad allineare al Piano europeo per la digitalizzazione dell’industria, presentato nell’ambito della strategia per il Mercato unico digitale; “l’Open Innovation e il rischio di Standard chiusi”; il “Pacchetto innovazione, le cinque aree su cui intervenire” (investimenti in innovazione – fattori abilitanti – standard di interoperabilità, sicurezza e comunicazione, internet delle cose – rapporti di lavoro, salari e produttività – finanza d’impresa; il “Fondo di garanzia”, per il quale è in arrivo una profonda ristrutturazione; le “Categorie accelerate per accedere alla Legge Sabatini”, senza dimenticare i temi energetici.