Angry Birds (Film, 2016)
Trascinato da mia figlia (che ha nove anni), ho visto Angry Birds (Uccelli arrabbiati) di Clay Kaytis e Fergal Reilly e alla fine di arrabbiato c’ero soltanto io, per aver visto un lavoro sciocco e inutile, neppure divertente, sceneggiato da un videogioco, prevedibile, chiassoso, irritante. La sola cosa buona di Angry Birds sono le animazioni in 3D (tecnica che non amo), fantasmagoriche e senza pecche, ma sceneggiatura e storia sono ai minimi termini, sintetizzabili in poche parole. Un gruppo di infidi maiali verdi tende un inganno ai fiduciosi uccellini non volanti che popolano Bird Island, accolti come simpatici ospiti, finiscono per rubare tutte le loro uova. Red – irascibile protagonista – guida la riscossa degli uccellini e dopo alcune peripezie belliche recupera le uova.
Tutto secondo la tecnica del popolare videogioco: uccellini catapultati nel mondo dei maiali grazie a una fionda gigante che garantisce distruzione. Personaggi appena abbozzati. Red è un volatile rabbioso che non sopporta le piccole difficoltà quotidiane, per questo viene messo in terapia dalla maestra zen Matilda (una ex rabbiosa convertita). Leonard è il boss egocentrico dei maiali, vanitoso e goloso di uova, antagonista di Red. Ricordiamo Chuck, un pennuto che parla e si muove spedito, amico di Red, e anche Bomb, che esplode per la rabbia repressa. Infine La Grande Aquila – forse il personaggio più azzeccato – da tutti mitizzata, in realtà solo un vecchio e grasso uccello scansafatiche che vive nel ricordo d’una passata gloria. Tralasciando una volgarissima (quanto evitabile) pisciata nel laghetto della saggezza dove Red e i suoi amici hanno appena nuotato e bevuto, è suo il solo dialogo memorabile: “Vi ho convinti a fare a meno di me per capire che ce la potevate fare da soli”. Tutta qui la minima morale del film.
Pixar e Disney sono ben altra cosa. Nel cast tecnico troviamo Francesca Natale, art director italiana che da dieci anni vive in Canada per lavoro. Tutti ne parlano, persino Topolino. Per lei è motivo di orgoglio aver realizzato il disegno bidimensionale dei personaggi, definiti in 3D da Leo Sanchez. La disegnatrice parla di commedia d’animazione che parte da un videogioco. Per chi ama il cinema, inutile sottolineare la differenza tra farsa sguaiata e caciarona e commedia sofisticata. Ma la gente ride, anche se non riesco a capire di che cosa, forse perché gli spettatori non sono cinefili ma consumatori abituali – ai limiti della dipendenza – del videogioco che impazza in rete dal 2009. E pensare che io l’ho scoperto soltanto oggi, per merito (?) di mia figlia. Se amate il cinema, evitatelo come la peste. Se vi piacciono i videogame è il vostro film.
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Regia: Clay Kaytis, Fergal Reilly. Soggetto e Sceneggiatura: Jon Vitti. Art Director: Francesca Natale. Produzione: Rovio Entertainment, Sony Pictures, Imageworks. Distribuzione: Warner Bros. Voci: Maccio Capatonda (Red), Alessandro Cattelan (Chuck), Francesco Pannofino (Bomb), Chiara Francini (Matilda). Prima italiana: 14 giugno al Taormina Film Festival.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]