Lo chiamavano Trinità (Film, 1970)
Ricordiamo anche noi Bud Spencer (Napoli, 1929 – Roma, 2016), l’indimenticabile Carlo Pedersoli che da bambini ci ha fatto divertire un sacco tra scazzottate, risse e finta violenza da gigante buono, in coppia con Terence Hill (Mario Girotti), cominciando con Dio perdona… io no! e proseguendo con un buon numero di successi.
Non c’è occasione migliore che rivedere Lo chiamavano Trinità di E. B. Clucher (Enzo Barboni), trasmesso da Canale 5 nei giorni scorsi. Un classico della commedia western italiana, girato a Camposecco e Campo della Pietra, sul Monte Autore, tra Camerata Nuova e Vallepietra, nel Parco Regionale dei Monti Simbruini, provincia di Roma, in una sequenza si nota il laghetto con cascate di Mazzano Romano (bagno di Terence Hill con le due belle mormone). Film a metà strada tra puro spaghetti-western alla Sergio Leone e comicità pura da commedia, corretta con una sorta di slapstick da cartone animato. Regia di Enzo Barboni che – per non essere da meno dei protagonisti – s’inventa uno pseudonimo francesizzante e inaugura una collaborazione di successo che procederà con Continuavano a chiamarlo Trinità, Nati con la camicia, I due superpiedi quasi piatti e Non c’è due senza quattro. Terence Hill e Bud Spencer sono al loro quarto western, dopo Dio perdona… io no!, I quattro dell’Ave Maria e La collina degli stivali.
Lo chiamavano Trinità riscuote un successo epocale in Italia (fino al 1986 il film con più spettatori in sala, incasso di 42.580.146.000 di Lire alla sua uscita) e in Germania, anche per merito del grande affiatamento tra i due attori comici. E pensare che in un primo tempo le parti dovevano essere affidate a George Eastman e Pietro Martellanza (Peter Martell); se fosse accaduto sarebbe cambiato il corso del cinema comico western italiano. Pure Franco Nero era stato contattato da Barboni per la parte di Trinità, ma era impegnato per Django e Camelot. Fu scelto Hill proprio per la grande somiglianza con Nero. Bravi anche i doppiatori Pino Locchi (Hill) e Glauco Onorato (Spencer), ricordiamo pure Sergio Graziani (maggiore) e Ferruccio Amendola che dà la voce al cattivo Swift.
La trama è spassosa e ricca di trovate divertenti, gag corporali, smorfie, scazzottate, ma c’è anche una storia ben congegnata che vede due fratelli molto diversi tra loro (Trinità e Bambino) sconfiggere una banda di perfidi aguzzini e portare in salvo una pacifica comunità di mormoni. Trinità e Bambino sono dei simpatici fuorilegge, il primo affascinato dalle belle donne, il secondo manesco ma in fondo buono, accanto a loro convivono due personaggi da fumetto come Faina (Marano) e Il Timido (Rossi). Molto bravo anche Farley Granger nella caratterizzazione del maggiore, un farabutto in guanti bianchi che si allea con lo sguaiato e volgare Mezcal (Capitani) per tentare di cacciare i mormoni dalla loro terra. Va da sé che i nostri eroi hanno la meglio, lasciando un finale aperto che prelude a nuove avventure.
Il personaggio di Trinità inaugura una serie di imitazioni più o meno riuscite e dai nomi improbabili: Provvidenza, Camposanto, Acquasanta e chi più ne ha più ne metta. Ottima la colonna sonora di Franco Micalizzi, all’epoca un successo, sia il singolo che l’album, opera del cantautore britannico Lally Stott e dell’interprete italiano Annibale Giannarelli. Bene anche il sequel Continuavano a chiamarlo Trinità (1971). Da dimenticare il terzo film (Trinità & Bambino… e adesso tocca a noi!, 1995), sempre diretto da Barboni, ma senza la storica coppia Spencer-Hill, perché i protagonisti sarebbero i figli dei due fratelli.
Ciao gigante buono, che portavi il nome di una birra e volevi omaggiare Spencer Tracy, noi bambini degli anni Settanta ti salutiamo con affetto.
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Regia: E.B. Clucher (Enzo Barboni). Soggetto e Sceneggiatura: E. B. Clucher. Fotografia: Aldo Giordani. Montaggio: Giampiero Giunti. Scenografia: Enzo Bulgarelli. Musiche: Franco Micalizzi. Canzoni: Lally Stott (canta Annibale Giannarelli). Produttore. Italo Zingarelli. Interpreti: Terence Hill (Trinità), Bud Spencer (Bambino), Farley Granger: (maggiore Harriman), Remo Capitani (Mezcal), Dan Sturkie (Tobia), Ezio Marano (Faina), Luciano Rossi (Timido), Steffen Zacharias (Jonathan Swift), Gisela Hahn (Sarah), Elena Pedemonte (Giuditta), Ugo Sasso (sceriffo zoppo), Michele Cimarosa (messicano), Riccardo Pizzutii (Jeff), Dominic Barto (Mortimer), Tony Norton (bounty killer), Gigi Bonos (oste della locanda), Osiride Pevarello (Gioele), Giancarlo Bastianoni (uomo del maggiore), Roberto Dell’Acqua (mormone), Alberto Dell’Acqua (mormone), Jess Hill (bambino).
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]