M5S alla prova finale
Le vittorie del Movimento 5 Stelle alle scorse Amministrative, segnano un reale punto di svolta nel percorso politico che definirà il successo o meno del partito di Grillo. La conquista (inaspettata) di Torino e il plebiscito romano, sono i punti dai quali partire per la conquista del governo nazionale.
Ma al netto della realtà piemontese molto più semplice, la vera sfida è sicuramente l’amministrazione di Roma. La Capitale esce da una stagione di scandali e dilagante clientelismo molto difficile da sradicare. Il giovane avvocato, Virginia Raggi si dovrà scontrare con le grandi difficoltà della politica (nomine, incarichi ecc.) che non possono essere evitate e che spesso decidono le sorti delle Amministrazioni. Fino ad ora il Movimento ha provato esperienze nell’amministrazione di piccole città e spesso dichiaratamente fallimentari.
Il grande handicap di tutte le nuove formazioni politiche è la mancanza di una struttura territoriale valida, ma soprattutto la mancanza di una classe dirigente preparata e capace di rendersi credibile di fronte hai cittadini. Ed infatti le prime difficoltà si sono già presentate all’ombra del Campidoglio. Grillo, che aveva iniziato un percorso di uscita dal movimento per cercare di renderlo il più possibile autonomo, ha dovuto inserirsi con forza nella partita romana per frenare le spinte indipendentiste della Raggi, che a pochi giorni dal primo consiglio comunale ha ancora riserve sulla giunta.
Roma è sicuramente il banco di prova per tastare l’efficacia politica del movimento. Una partita importante per contrastare Renzi e proiettarsi alle Politiche del 2018 (più probabile 2017) verso uno storico successo. Ad oggi però a mancare è la dimostrazione di avere persone capaci ad amministrare il paese. Nonostante questa legislatura abbia messo in evidenza qualche parlamentare di spessore, ancora molto è da fare per creare una squadra capace e credibile, perché il voto d’opinione (la Lega ne è la dimostrazione) ha tempi e modi estremamente limitati, che non rispondono più alle esigenze del nostro paese.
Grillo sa che si giocherà tutto nei prossimi due anni e nonostante le apparenze, ha deciso di creare una struttura ancora più militarizzata e controllata, partendo dalla revisione del sistema del blog. La creazione del sistema Rosseau è il primo tassello per non ripetere, ad esempio, la fallimentare esperienza milanese, che ha dimostrato tutti i punti deboli di un sistema partito ancora da registrare in molti suoi aspetti.
Sta di fatto che ad ormai sette anni dalla sua creazione e dato per spacciato dopo poco tempo, il movimento creato da Grillo e Casaleggio gode di ottima salute. Le vittorie di Raggi e Appendino in ogni caso mostrano il lato più moderato del partito, meno populista e, come nel caso di Torino, molto vicino ai poteri industriali.
La mutazione è iniziata e il percorso sarà lungo ma se l’esperienza alla guida di Roma dovesse terminare bruscamente tutto il lavoro andrà perduto. Grillo avrà ancora qualche tempo al comando prima di lasciare la nave navigare da sola.