Relazione 2015 Garante privacy
Quest’anno il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, ha voluto dare al proprio discorso di presentazione della Relazione per l’anno 2015 dell’attività del Garante, avvenuta pochi giorni fa al Senato alla presenza del Presidente del Senato, Grasso, un titolo quanto mai emblematico: “La protezione dei dati: diritto di libertà”.
“Proprio quando l’Europa vive una crisi senza precedenti – queste la parole del Presidente dell’Autorità – si è concluso il percorso di approvazione del nuovo Regolamento sulla protezione dei dati e della Direttiva sulle garanzie applicabili nelle attività di polizia e giustizia”. L’Europa ha la straordinaria opportunità di mettere disposizione su scala mondiale il “proprio modello di protezione dei dati quale autentica bussola nel pianeta connesso, capace di coniugare al punto più alto i diritti della persone con le esigenze del mercato”. La protezione dei dati personali e il rispetto della vita privata sono diritti fondamentali e di straordinaria importanza.
Come mette in rilievo il Presidente del Senato il tema della “tutela della riservatezza è una materia che sta assumendo nel nostro ordinamento, come negli altri ordinamenti europei, un crescente rilievo pubblicistico”. Si tratta di ambiti in continua evoluzioni sotto le sollecitazioni che provengono dalla metamorfosi della Società che stiamo vivendo e per questi motivi è un qualcosa che è sempre più difficile realizzare “…si rende necessario un continuo adattamento dei modelli legislativi esistenti e si richiedono soluzioni giurisprudenziali capaci di bilanciare adeguatamente gli interessi in causa” prosegue Pietro Grasso.
Per questi motivi il Parlamento Europeo ha insistito da sempre sul bisogno di mettere in atto una condotta che sappia conciliare il rafforzamento della sicurezza (con la protezione dei dati personali, appunto, e della privacy) congiuntamente alla salvaguardia dei diritti umani. La Riforma sulla protezione dei dati personali e della privacy che l’Unione Europea ha portato avanti negli ultimi anni ha ottenuto il duplice risultato di rafforzare i diritti dei cittadini e garantire, a questi ultimi, un miglior controllo dei propri dati, assicurando contemporaneamente che la propria vita privata continui ad essere protetta nella nuova “era digitale”.
Questi diritti, che trovano la loro base giuridica nell’art 16 del “Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea” (TFUE) e negli artt. 7 e 8 della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” – artt 7 e 8 della Carta che considerano il rispetto della vita privata e la protezione dei dati personali strettamente correlati ma distinti -, possono diventare gli strumenti attraverso cui le nostre imprese possono “competere con i giganti del web e trovare un ruolo, non subalterno, nella geografia dell’economia mondiale”, rafforzando la tutela dei diritti nel “segno della semplificazione delle procedure” e la posizione dell’Unione Europea, per quanto concerne la protezione dei dati in tutte le politiche dell’Unione trasversalmente, senza dimenticare le relazioni internazionali.
La Relazione, nel tracciare il bilancio dell’attività svolta nel 2015, indica gli ambiti entro cui il Garante si è fin qui mosso e le prospettive nella cui direzione intende improntare la sua azione nel futuro, con l’obiettivo di ottimizzare, nel nostro conteso sociale, caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici, la protezione dei dati, soprattutto on line, senza tralasciare, per questo, di rispondere alle sfide poste dai nuovi modelli di crescita economica e alle esigenze di tutela sempre più avvertite dalla persone.
E’ soprattutto nelle direzione della lotta al terrorismo e nella raccolta massiva dei dati che si focalizza l’attenzione dell’Autorità congiuntamente alla lotta al crimine informatico, alla profilazione on-line, ai social media, alle nuove forme di monopolio create dai maggiori “Gestori della Rete” per arrivare alla trasparenza nella P.A. on-line fino alla garanzie da assicurare ai cittadini, al fisco alla tutela della riservatezza dei contribuenti, all’uso delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro, alla tutela dei dati contenuti negli atti processuali, alla tutela dei minori nei media, ai diritti dei consumatori, alle grandi banche dati pubbliche per arrivare al mondo della scuola e alla sanità elettronica: questi i principali ambiti che sono stati oggetto di attenzione e disciplinati dal Garante nel corso del 2015.
“Le nuove frontiere tecnologiche – prosegue il Presidente Soro nel suo discorso – ovvero promuovere un uso etico dei dati, lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie hanno modificato profondamente le nostre vite. Si è passati dalle forme più evolute di comunicazione in rete al consumo collaborativo della Sharing economy, all’internet delle cose, ad ambienti connessi. Il tema della protezione dei dati si intreccia con nuove realtà che, come la domotica o le tecnologie indossabili, hanno amplificato a dismisura la capacità di raccogliere, archiviare e sfruttare informazioni. L’intelligenza artificiale attraverso lo sviluppo dell’apprendimento automatico mette in tensione il rapporto tra uomo e macchina, spingendosi verso frontiere inesplorate, rendendo possibile sperimentazioni in grado di connettere persone anche nella loro fisicità”.
Tutela della privacy e salvaguardia dei diritti di libertà che, malgrado le apparenze, non sono un ossimoro, in special modo ai giorni nostri, in cui come rileva il Presidente del Senato Grasso “un movimento di giuristi sta sostenendo la necessità di fissare un nuovo patto per la libertà di manifestazione del pensiero, capace di garantire una più elevata protezione della riservatezza del singolo di fronte alle minacce della modernità. L’attuazione di questo nuovo patto non potrà prescindere dall’azione dei Garanti” e il Presidente si dice certo che questi sapranno continuare a ricoprire questo ruolo con il rigore, l’indipendenza e la ponderazione dimostrata fino ad oggi.