UE e Nato, firmata Dichiarazione congiunta

E’ stata presentata ai media come una decisione storica, destinata a rivoluzionare la collaborazione tra due entità internazionali molto influenti: l’8 luglio scorso l’Unione europea e la Nato hanno firmato a Varsavia una “Dichiarazione congiunta”, in occasione del Summit dell’Alleanza Atlantica. A siglare l’accordo il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, insieme ai presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk.

Alla base dell’intesa, un documento in sette punti di cooperazione definiti “urgenti”, che riassumono i nuovi intenti condivisi della rinnovata coalizione: in primo luogo, aumentare la capacità di affrontare le minacce ibride, cioè quelle azioni poste da avversari in grado di impiegare contemporaneamente mezzi convenzionali e non convenzionali, quelli irregolare e riguardanti il crimine informatico. Inoltre, tramite un lavoro congiunto di analisi, prevenzione e capillare condivisione di informazioni, UE e Nato intendono rafforzare procedure coordinate riguardo la sicurezza marittima e l’immigrazione, la sicurezza e la difesa cibernetica, l’interoperabilità militare, lo sviluppo dell’industria europea della difesa, le esercitazioni coordinate e l’aumento della resilienza delle infrastrutture civili dei paesi europei.

Jens Stoltenberg ha commentato l’accordo come «Una decisione storica, che ci permetterà di lavorare più strettamente insieme; né la Nato né l’UE oggi possono affrontare separatamente le sfide di oggi. Insieme siamo una squadra formidabile, con i mezzi necessari per proteggere i nostri cittadini e la stabilità nel nostro vicinato». Il quadro geopolitico che si evince da un accordo del genere fa pensare a una strategia tra Europa e Patto Nord Atlantico che unisca le forze in direzione della Russia: alle già celebri sanzioni dell’UE, l’Alleanza ha dato seguito con un ulteriore aumento nelle forze di difesa da una nuova ipotetica Guerra Fredda, e sulla lotta al traffico di migranti nell’Egeo, dove la Nato ha dispiegato le sue navi.

Ovviamente l’intento vorrebbe essere quello di promuovere un maggior dialogo coi vertici russi, pur mantenendo chiare la propria posizione strategico-militare. Nel corso del Summit di Varsavia, un reale passo in avanti fatto dalla Nato riguarda il parziale superamento di un accordo siglato nel 1997 con la Russia, in base al quale l’Alleanza Atlantica non può mantenere le proprie truppe da combattimento in modo permanente nei Paesi a est della Germania, salvo che le condizioni di sicurezza degli Stati alleati non siano in pericolo. Attualmente i paesi Nato ritengono cambiate queste condizioni, ma in ogni caso si cercherà un compromesso per mantenere la validità di quell’accordo con la Russia. Le basi militari saranno dunque temporanee e fatte ruotare periodicamente di Stato in Stato.

In questo ingarbugliato gioco delle parti, gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio di mille soldati americani in Polonia, avendo inoltre costruito una serie di scudi missilistici da collocare in Romania, Turchia e Spagna sotto comando NATO: ciò è stato presentato come una strategia per fronteggiare le possibili minacce da parte di Iran e Siria, e non come una mossa contro la Russia. Dal canto suo, il Cremlino mantiene da tempo attivo il proprio sistema militare A2AD, ovvero “Anti-Access Area Denial”, un sistema di difesa anti-aerei e anti-navi posizionato in zone molto strategiche, progettato dalla Russia per evitare l’espansione dell’area d’influenza della NATO nell’Europea orientale e in risposta agli scudi missilistici statunitensi.

Considerata tale situazione di “cauta belligeranza”, e probabilmente in seguito agli scossoni al sistema europeo dati dalla rivoluzione Brexit, l’UE e la Nato hanno così ritenuto fosse il momento di ufficializzare seriamente la collaborazione, per trasmettere l’immagine di un’alleanza più solida e operativa. Dalla Dichiarazione congiunta si rivela tale volontà: «Una Nato forte e una più forte UE sono di mutuo rinforzo. Insieme possiamo meglio garantire la sicurezza in Europa e oltre. Siamo convinti che migliorare la stabilità dei nostri vicini e partner e il rispetto dei nostri valori, come sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, contribuirà alla nostra la sicurezza e alla pace e alla prosperità sostenibile».

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