Buon compleanno Ernest

Il 21 luglio del 1899 nasceva Ernest Hemingway, uno degli scrittori più interessanti dello scorso secolo. Un grandissimo figo aggiungo io, uno che ha avuto la fortuna di nascere in un periodo di grandi cambiamenti e fermenti, quando gli ideali non erano solo una parola ma uno stile di vita. Quando le guerre erano crudeli e inutili come ora ma piene di atti di coraggio.

La conosceva bene la guerra il caro Ernest; sia come cadetto che come giornalista, scrivendo innumerevoli dispacci dalla prima linea; fu la guerra che lo ispirò come sfondo per molte sue opere memorabili. Ma, fra tutti i conflitti a cui prese parte, probabilmente quello che segnò più profondamente la sua anima e la sua attività letteraria fu la Guerra Civile Spagnola, combattuta dal 1936 al 1939 fra i Nacionales e i Republicanos, che Hemingway visse nei panni di inviato speciale.

Ernest amava già la Spagna e lì tra una corrida e l’altra aveva già scritto Fiesta; odiava i fascisti; intervistò Benito Mussolini e lo definì Il grande Bluff. Intanto in Spagna, Francisco Franco, con il sostegno di Germania e Italia, usava le proprie forze nazionaliste per promuovere una rivolta contro il governo democraticamente eletto e i sostenitori della Repubblica. Fatalmente scoppiò la guerra civile e così Hemingway tornò da quelle parti come corrispondente per il North American Newspaper Alliance, insieme alla collega giornalista Martha Gellhorn, che sarebbe poi diventata sua moglie.

Da questa esperienza – che fu molto criticata per i suoi atteggiamenti anti franchisti – nacque “Per chi suona la campana”. Una storia d’amore appassionante; chi non si è immedesimato in Gary Cooper o in Ingrid Bergman, con buona pace delle tendenze sessuali di ognuno? Chi non ha spartito almeno per un momento la bandiera dei derelitti, lottato contro i soprusi dei forti verso i deboli, chi, almeno per un attimo,non è stato guerriero? Ernest ci ha regalato tutto questo.

Scrisse il romanzo a Cuba, un altro dei suoi amori. Conobbe Cuba per caso e da quel momento la visitò tante volte, appassionandosi alla pesca di altura dei Marlin, fino a comprare una casa nel 1940, la famosa Finca La Vigia, la casa nella quale scrisse alcune delle sue opere più note. Nel 1953 vinse il Premio Pulitzer per il romanzo Il Vecchio e il mare, un’opera molto influenzata dalla profonda conoscenza della vita e della psicologia dei pescatori cubani. Amava tanto Cuba e ci stava bene, nonostante le pressioni degli americani perché se ne andasse e si dichiarasse contro Castro; velatamente la parola traditore si affacciava; ma lui era uno libero e forse chissà se queste pressioni lo indussero a lasciare la sua amata Cuba lasciandosi andare a una depressione che lo avrebbe portato al suicidio.

“Hemingway: questo sconosciuto” è un libro scritto da Enrique Cirules, una ricerca storica, un saggio letterario che abbraccia spazi ignorati o poco studiati dell’opera e della vita di Hemingway a L’Avana. Il celebre scrittore mantenne per oltre 30 anni fruttuosi contatti con la cultura cubana, sebbene dopo la sua morte si è dipinta un’immagine negativa di personaggio bevitore, irascibile, superstizioso, squilibrato e con manie ossessive.

Ci sono tante cose non ancora scritte su Ernest e Cuba; ora un po’ alla volta riemergono storie del passato. Noi aspettiamo di leggerle, affascinati da lui, con la stessa fame di emozioni che ci prende appena apriamo un suo libro e leggiamo una frase così: ‘Era un vecchio che pescava da solo in una barca persa nella corrente del golfo, ed erano ormai ottantaquattro giorni che non riusciva a catturare un pesce’. E noi, con lui su quel mare.

©Futuro Europa®

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