Repubblica Ceca, incertezza dopo la rimonta dei populisti

L’incertezza regnava sovrana Domenica a Praga dopo l’ufficializzazione dei risultati delle elezioni politiche, caratterizzate da una striminzita vittoria dei socialdemocratici e da una rimonta inattesa dei populisti di ANO, acronimo di “Akce nespokojenych obcanu”, ossia  “iniziativa dei cittadini scontenti”. Complicate le previste trattative per la futura coalizione di Governo.

I socialdemocratici (CSSD) sono arrivati primi, ma il loro risultato (20,45%) costituisce una vittoria di Pirro per il loro capo Bohuslav Sobotka che sperava in un risultato migliore, almeno il 30% dei voti, per raggiungere la maggioranza con l’apporto dei comunisti del KSCM. Questo potenziale alleato non ha ottenuto che il 14, 91% dei consensi, arrivando così solo in terza posizione, dietro al movimento ANO, nato nel 2011 da Andrej Babis, secondo uomo più ricco del Paese, proprietario del potente gruppo Agrofert (agroalimentare e chimica) e dell’influente gruppo mediatico MAFRA. Socialdemocratici e comunisti non sono riusciti a mettere insieme che 83 dei 200 seggi della Camera bassa, numero nettamente sotto la maggioranza sperata. “Nessun Governo sarà ora possibile senza un sostegno, attivo o passivo, di ANO”, ha laconicamente commentato il politologo Tomas Labeda.

Il Movimento ANO è diventato la seconda forza politica del Paese ottenendo il 18,65% dei voti dopo una aggressiva campagna elettorale, condotta contro i Partiti politici tradizionali e conquistando così i voti dei Cechi, stanchi della politica di austerità del Governo di centrodestra di Petr Necas, caduto a Giugno. In seno ad una Camera divisa tra sette Partiti, una sola coalizione ipotetica si annuncia più o meno realista: quella che vedrebbe riuniti il CSSD, ANO e i cristianodemocratici (KDU-CSL). Messe insieme, queste tre formazioni disporrebbero di 111 seggi su 200. “Le trattative si preannunciano difficili, un Governo di minoranza così come un Governo di coalizione sembrano essere le uniche alternative” ha dichiarato Sobotka. “C’è una certa logica in un Governo che vede uniti i socialdemocratici, ANO e il nostro Partito, ma le cose saranno lontane dall’essere semplici per via delle opinioni diverse su questioni di grande importanza”, ha tenuto a precisare il Capo di KDU-CSL, Pavel Belobradek. Babis ha formalmente escluso una cooperazione tra ANO e il KSCM, o ANO e i due Partiti di destra entrati in Parlamento (TOP 09 e ODS),  secondo lui “corrotti”. Ma Babis  è però anche molto poco convinto della collaborazione con il Partito di Sobotka. “Non sosterremo sicuramente un Governo di sinistra”, ha detto ripetutamente Babis sabato sera, che “glissa” sul suo passato di  membro del Partito Comunista prima della “Rivoluzione di velluto” del 1989, smussando tuttavia  i toni subito dopo, ammettendo che avrebbe comunque condotto dei negoziati con i socialdemocratici, in vista di  una eventuale partecipazione del suo Partito al Governo.

I programmi dei CSSD e di ANO poggiano entrambi sulla creazione di una pensione minima e la pubblicazione dei patrimoni, ma divergono totalmente sull’aumento delle tasse, cosa assolutamente improponibile per ANO. I programmi dei socialdemocratici e dei democratici cristiani divergono invece sullo spinoso dossier che riguarda la legge adottata nel 2012 sulla restituzione dei beni della Chiesa, confiscati dall’ex regime comunista (1948-1989). Ferocemente opposti soprattutto al un compenso che si aggira intorno ai 59 miliardi di corone (2,3 miliardi di euro) che lo Stato dovrebbe versare a breve alle Chiese, il CSSD reclama un congelamento della legge e un nuovo dibattito. In questo contesto, qualcuno non esclude che ci si avvii verso nuove elezioni.

“Le carte non sono state ben distribuite. La Repubblica ceca non sfuggirà a nuove elezioni anticipate, da qui a uno o due anni”, prevede il Capo del Partito Top09 passato all’opposizione, l’ex Ministro degli affari Esteri Karel Schwarzenberg. “Temo elezioni anticipate, perché sarà particolarmente difficile formare una coalizione ragionevole in questo Parlamento formato da sette Partiti”, ha puntualizzato l’ex Presidente della Camera bassa Miroslava Nemcova (ODS).

Il risultato di queste elezioni non sembra essere una vittoria per nessuno.  L’unica certezza è l’incertezza che regna. E forse, come prevede qualche politico rimasto fuori dalla porta del Parlamento, le elezioni anticipate arriveranno presto, probabilmente entro la prossima primavera.

©Futuro Europa®

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