Acqua: pubblica e di qualità
L’acqua? Deve essere pubblica e di qualità. E’ questo il messaggio del seminario “I servizi idrici e la sfida della green economy: opportunità e difficoltà nella governance del servizio idrico in Italia”, organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy in vista degli Stati Generali 2016 in programma a Rimini dall’8 al 9 novembre, che si è tenuto a Roma. Sul tema dell’acqua pubblica, la Camera dei Deputati ha da poco esaminato un disegno di legge di iniziativa parlamentare, del 2014. Il Ddl riprende una proposta di legge popolare del 2007 ed i risultati del referendum del 2011, e si propone tra i suoi obbiettivi di sancire il riconoscimento del diritto all’acqua come diritto umano universale da garantire ad ogni cittadino. Fra gli strumenti previsti dal testo: garantire una quantità minima individuale di acqua a carico della fiscalità generale; tutelare il patrimonio idrico come bene comune pubblico inalienabile, a tutela delle future generazioni; classificare il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale di interesse generale, non di rilevanza economica; e identificare alcune fonti di finanziamento a sostegno dei processi di ripubblicizzazione.
‘Ripubblicizzazione’: concetto importante, opportuno e gradito, dopo i tentativi affaristici di negare l’esito del referendum sull’acqua del 2011. Uno dei presupposti per garantire l’utilizzo pubblico dell’acqua è l’efficienza delle reti: è lungo infatti l’elenco dei comuni italiani, specialmente del sud e delle isole, dove nella stagione estiva e non solo odore e colore dell’ ‘acqua del rubinetto’ costringono i cittadini a comprare acqua imbottigliata altrove, per l’alimentazione ma anche per lavarsi. Raccontano infatti i dati del Consiglio Nazionale della Green Economy che le perdite nelle reti idriche italiane sono stimate tra il 30 ed il 40 per cento, gli acquedotti e le reti fognarie soffrono di vecchiaia, il 24 per cento delle condotte e il 27 per cento della rete fognaria ha più di 50 anni, ed ancora esiste un 8 per cento di condotte in cemento amianto. Meno della metà degli impianti di depurazione, il 45 per cento, assicura un trattamento dei reflui almeno secondario. E sul fronte qualità, il 2,2 per cento dei campioni è risultato fuori norma con un 9 per cento sulle isole.
Nel settore acqua l’Italia appare arretrata rispetto al resto dell’Europa, e con molte disuguaglianze tra nord e sud: tutto a vantaggio dell’industria dell’imbottigliamento, una delle più paradossali in un Paese che di acqua ne avrebbe in abbondanza tranne in alcune isole minori, e delle più lontane dal concetto di ‘chilometri zero’, anche perché ‘mossa’ prevalentemente dai tir invece che dai treni. Ma il marketing, si sa, vende sogni e non cose, e le etichette delle acque alpine sono esche formidabili nella calura delle periferie del meridione e fanno dimenticare le inadempienze degli amministratori locali.
Per garantire l’acqua come bene pubblico, serve allora ‘aggiornare’ le infrastrutture idriche nazionali: per un investimento stimato in oltre 5 miliardi di euro l’anno. Ma nel periodo 2014-2017 gli investimenti pianificati sono stati pari a circa 5,8 miliardi, dei quali più della metà sono concentrati in sole tre Regioni: Lombardia, Lazio e Toscana. Eppure investire nel settore dell’acqua potrebbe non solo far bene all’ambiente, ma anche servire da volano per l’occupazione: secondo l’Onu, infatti, la forza lavoro impegnata nel settore idrico in Europa è di ben 600.000 unità.
Occupazione fatta di posti di lavoro non virtuali, non nei call center o davanti ai computer, ma posti di lavoro veri; abbastanza numerosi da compensare e superare quelli del business dei tir e delle etichette ‘alpine’. Nota in calce: ai comuni ‘alpini’, ma anche appenninici, danno da tempo fastidio le secche dei torrenti, l’inaridimento delle valli ed il prosciugamento delle falde acquifere dovuti al business dell’imbottigliamento. Cose da metter nei guai e far cambiar colore a molte amministrazioni locali. Perché l’acqua è pubblica.
[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]