Verso l’Unione dei mercati di capitali?

La Commissione Europea, già dallo scorso anno, ha adottato l’“Action Plan” definendo, in questo modo, le azioni prioritarie per realizzare, nel 2019, una compiuta “Capital Market Union” (CMU), un elenco, cioè, di misure chiave per realizzare il mercato di capitali in Europa entro il 2019.

Innanzitutto, il piano d’azione, prevede misure per sbloccare gli investimenti, aumentando e diversificando in Europa le fonti di finanziamento per le imprese e i progetti a lungo termine.

Piano d’azione che si ricollega al “Piano di investimenti” per l’Europa, che delinea la strategia globale per trovare soluzione alla carenza di finanziamenti che frena le potenzialità di crescita dell’Europa e le possibili strade per creare nuove fonti di occupazione.

L’“Obiettivo” che si prefigge la Commissione è di rendere le aziende, comprese le PMI, in grado di accedere a quantità sempre maggiori di capitali e a un ventaglio sempre maggiore di fonti di finanziamento oltre che, potenzialmente, in condizioni di accedere a sempre più cospicui capitali in Europa, a disposizione delle imprese, rendendo le imprese indipendenti e non più condizionate dal sistema bancario attuale e dalla frammentazione dei mercati.

Si vuole realizzare quella che può essere definita “un’infrastruttura finanziaria” che, sostenendo le imprese, viene in aiuto, indirettamente, anche dei lavoratori.

Quelli che si verrebbero a creare sono Mercati di capitali più integrati, abbassando i costi dei finanziamenti per il tessuto imprenditoriale e irrobustendo i mercati finanziari. Sarà una svolta decisiva al rapporto tra finanza ed economia reale quella che si verrà a realizzare. In particolare ed entrando nello specifico, la Commissione intende semplificare e rendere meno costosa la commercializzazione transfrontaliera degli EuVECA e degli EuSEF, con il divieto esplicito di imporre il pagamento di diritti per i Paesi dell’Unione e snellendo le procedure di registrazione, ma non solo. Si propone, anche, di aprire le denominazioni EuVECA e EuSEF ai gestori di fondi di tutte le dimensioni e di ampliare il bacino di imprese in cui è possibile investire.

Come dichiara il Vice-Presidente Jyrki Katainen, responsabile per la crescita, l’occupazione, gli investimenti e la competitività “…il Capital Markets Union garantirà una maggiore diversificazione nel finanziamento dell’economia e di tagliare il costo della raccolta di capitali per le aziende. Si dovrebbero aprire nuove vie di finanziamento per tutte le imprese europee sia grandi che piccole.”

“…quella di sostenere l’occupazione e la crescita è una delle principali sfide che l’Europa deve affrontare. Un vero e proprio mercato unico per il capitale in tutti i 28 Stati membri contribuirebbe a raggiungere questo obiettivo, collegando risparmiatori e investitori con le imprese grandi e piccole che vogliono crescere. Abbiamo bisogno d’identificare le barriere che impediscono al capitale di fluire e di capire come eliminarle. Questo lo scopo del Libro Verde” ha dichiarato il responsabile per la stabilità finanziaria, servizi finanziari e dei mercati di capitali dell’Unione Jonathan Hill.

Questi erano del resto gli “orientamenti politici” presentati al Parlamento Europeo nel luglio 2014 dal Presidente Juncker che già allora parlava di “…integrare le nuove regole europee per le banche con una Capital Markets Union. Per migliorare il finanziamento della nostra economia dovremmo sviluppare ulteriormente ed integrare i mercati dei capitali. Questo taglierebbe il costo della raccolta di capitali, in particolare per le PMI e contribuirebbe a ridurre la nostra forte dipendenza dai finanziamenti bancari. Questo farebbe anche in modo di aumentare l’attrattiva dell’Europa come luogo in cui investire”.

Data l’importanza di procedere verso il Capital Markets dell’Unione, la Commissione ha deciso di anticipare la revisione generale prevista in un primo tempo per il luglio 2017. Revisione che ha individuato una serie di fattori che frenano lo sviluppo di questo genere di fondi. La conclusione è che come parte del più ampio pacchetto di CMU, per stimolare gli investimenti in capitale di rischio nell’Unione Europea, un fondo di “venture capital pan-europea di fondi” combinerà fonti finanziarie con maggior volumi di capitali privati (come si legge in una nota ufficiale della Commissione Europea). Questo “fondo paneuropeo di fondi” dovrebbe contribuire a superare la frammentazione del mercato e attrarre investitori privati per la classe asset di capitale di rischio nell’Unione.

©Futuro Europa®

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