Bambola (Film, 1996)

Rivedere Bambola di Bigas Luna vent’anni dopo, in lingua originale, fa un certo effetto. Prima di tutto si può godere appieno la bellezza di una Valeria Marini trentenne evitando di sentirla recitare con la sua voce, visto che è doppiata in un castigliano molto impersonale. In compenso abbiamo un grande Jorge Perugorria, uno dei migliori attori cubani contemporanei, che si doppia da solo, parla un cubano da guapo de barrio e fornisce una prova straordinaria nei panni d’un sadico protagonista innamorato, resa ancor più convincente dall’uso della sua lingua. Per Valeria Marini è il primo vero film da protagonista, guidata da un maestro del cinema erotico europeo, da sempre affascinato da rapporti complessi e tabù, siano incesto (Tatuaje), amori da lolite nobokovianae (Lola, Le età di Lulù, Prosciutto prosciutto), amori perversi (Caniche, La chiamavano Bilbao) o sadomasochismo. Altri due film interessanti sono La teta y la luna e Uova d’oro, ma Bambola resta il suo film maledetto, incompreso e bistrattato dalla critica. Possiamo dire che grazie al totale insuccesso della pellicola, Bigas Luna non riesce più a fare cinema.

In breve la trama. Il film è ambientato nella laguna di Comacchio, in un ristorante ricavato in una palafitta sul mare dove Bambola e il fratello omosessuale (Dionisi) cucinano anguille e pizze alla mortadella. Muore la madre Greta (Anita Ekberg al suo terzultimo film, in una partecipazione speciale), Bambola e il fratello Flavio si fanno aiutare da Ugo (Iuorio), innamorato della ragazza, come finanziatore del ristorante. Nel rapporto irrompe Settimio (Bandera) – conosciuto in un acqua park – che si invaghisce di Bambola. Ugo muore durante la colluttazione con Settimio, che finisce in carcere, dove la storia si complica. Bambola e Flavio vanno a trovare Settimio in carcere, ma un giorno la ragazza viene notata dal detenuto Furio, che va in estasi per la sua bellezza e giunge a far violentare Settimio da altri carcerati per convincerlo a dimenticare Bambola. La ragazza acconsente a incontrare Furio ma viene più volte violentata e trattata con durezza dal delinquente innamorato, che conosce solo un modo per trattare con le donne. Flavio, intanto, si innamora (corrisposto) di Settimio, che ha finalmente capito la sua vera sessualità. Il rapporto tra Bambola e Furio procede come una relazione sadomasochista, soprattutto quando quest’ultimo esce di carcere e va a vivere da lei, perché la donna sembra gradire il rapporto violento e pare innamorata. Molte sequenze di stupro ai limiti del cinema hard, tra le quali ricordiamo la famosa anguilla nella vulva e alcuni inseguimenti che terminano con un rapporto violento. Flavio risolverà la questione e ucciderà Furio durante l’ennesimo tentativo di stupro. Finale che ricorda I vitelloni con Bambola che abbandona il paese in treno e cambia vita, mentre il fratello va a vivere con Settimio.

Bambola è vietato ai minori di anni 18, in televisione passa un’inutile copia massacrata dalla censura che toglie ogni interesse alla visione del film, per cui vi consigliamo la versione spagnola. Valeria Marini fece causa alla produzione, perdendola, anche se la sua partecipazione alle scene più spinte è più che convincente, una delle cose migliori che ha fatto nel cinema. Non concordo minimamente – non è una novità – con i giudizi sferzanti della nostra critica alta, da Morandini a Mereghetti, che definiscono Bambola un film insulso e dilettantesco. Bigas Lunas scrive insieme a Cesare Frugoni un buon melodramma erotico – come da tradizione ispanica – lo ambienta a dovere nella laguna di Comacchio, usa poetici piani sequenza, brani musicali suggestivi (Bambola) e una stupenda fotografia romagnola (tramonti, albe, sfondi marini) per raccontare la follia erotica di un uomo, l’amore malato di un disadattato. Non solo, Bigas Luna trova spazio per narrare una delicata storia d’amore omosessuale, un tenero rapporto tra fratelli e per tratteggiare con brevi pennellate d’artista la figura d’una madre alcolizzata. Gli attori sono bravi, persino la Marini, soprattutto nelle sequenze erotiche (molto spinte), ma chi supera sé stesso è Jorge Perugorria, credibile nei panni del folle stupratore innamorato. Da recuperare e da rivalutare.

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Regia: Bigas Luna. Soggetto e Sceneggiatura: Cesare Frugnoni, Bigas Luna. Fotografia: Fabio Conversi. Montaggio: Gianfranco Amicucci. Musiche: Marco Bertoni, Enrico Serotti, Lucio dalla. Produttore Esecutivo: Massimo FErrero. Paesi di Produzione: Spagna, Italia, Francia. Durata: 95′. Genere: Melodramma erotico. Interpreti: Valeria Marini (Bambola), Jorge Perugorria (Furio), Stefano Dionisi (Flavio), Manuel Bandera (Settimio), Antonino Iurio (Ugo), Anita Ekberg (Greta, la madre).

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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