Forestale addio?
Renzi aveva un problema aritmetico: ridurre il numero delle cinque forze di Polizia. Ed ha pensato di risolverlo ‘chiudendo’ quella meno numerosa e quindi più debole, il Corpo Forestale dello Stato. Aveva contro la logica, la storia, gli interessi e gli umori del Paese: e quindi, dopo un anno di tentativi abortiti per l’alta vigilanza dell’opinione pubblica, ha colto l’attimo di un fine luglio, con i Tg occupati da attentati e guerre, varando un provvedimento ‘fuori sacco’, fuori dell’ordine del giorno della seduta del Consiglio dei Ministri che lo ha approvato, fuori di quello che ci si aspettava da quella seduta.
“Nessuno creda che ci siamo rassegnati: la parola fine, in questa vergognosa vicenda, la metteranno i giudici”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’Unione Generale Lavoratori Corpo Forestale dello Stato Danilo Scipio, e “facciamo appello al Presidente della Repubblica Mattarella affinché il suo passato da giudice costituzionalista ed il suo ruolo di garante della Costituzione pongano rimedio agli strafalcioni di Renzi&Co.” ha aggiunto. Già, perché tra le sviste del capolavoro c’è la difficoltà di trasformare lo stato giuridico dei Forestali, che dovrebbero transitare nell’Arma dei Carabinieri, da ‘civile’ a ‘militare’, svista che espone la riforma ad una serie di contenziosi.
Se da centonovantaquattro anni l’Arma, fondata del 1814, ed il Corpo fondato nel 1822, sono cosa distinta, un motivo ci deve essere. Sindacati tutti contrari, dentro e fuori il Corpo Forestale. Pochi commenti invece dai politici, ma è tempo di vacanze, tranne quelli, positivi, dai ministri in carica, ancora in giacca e cravatta. Unica voce politica quella di Gianni Alemanno, già ministro dell’Agricoltura e quindi ‘capo’ del Corpo Forestale, per il quale quello dell’approvazione “è stato un giorno triste per tutta l’Italia che crede nella propria identità e nei valori del territorio, dell’ambiente e del patrimonio agroalimentare”.
Già, perché, con poco più di 8.000 uomini, più o meno uno per ciascun Comune italiano, il Corpo Forestale dello Stato tutelava in modo dedicato e puntuale, sia dal punto di vista delle competenze che controllo del territorio, il vero ‘petrolio’ italiano: il suo ambiente, le sue produzioni tipiche, la salute dei cittadini, il benessere e ben vivere nel Bel Paese. Interessi vitali, ma notoriamente ‘scomodi’. Se il Presidente della Repubblica non interverrà, la Forestale sarà un ricordo. Il resto è conversazione.
[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]