Agenda Europea sulla Sicurezza

Le notizie della cronaca di ogni giorno sono sotto gli occhi di tutti: notizie di nuovi attacchi terroristici, attentati, possibili pacchi bomba, si rincorrono sulle pagine dei giornali e nelle notizie di televisioni e radio in Europa e non solo, tra smentite, conferme possibili spinte all’emulazione per fanatici o, più semplicemente, squilibrati e, purtroppo, segnalazioni di individui realmente pericolosi. I fatti di Parigi, Bruxelles, di Nizza, di Rouen: dell’uccisione di padre Jacques Hamel nella Chiesa di Saint Etienne du Rouvray, non possono non far provare a ciascuno di noi dolore e sconcerto, come dolore e sconcerto traspaiono nelle parole di Papa Francesco alla notizia.

Dolore e sconcerto che traspaiono anche nella Dichiarazione dell’Alto Rappresentante, Federica Mogherini all’indomani dei fatti di Rouen: “colpire un uomo di fede, di qualsiasi fede, è sempre un crimine contro la nostra comune umanità, perché significa colpire l’essenza più profonda delle nostre vite, che siamo credenti o non credenti – prosegue la Mogherini – le terribili notizie quotidiane di attacchi rinsaldano il nostro impegno comune contro il terrorismo, entro e oltre i nostri confini e il lavoro congiunto di tutte le istituzioni, le strutture di contrasto, le agenzie di intelligence, i leader religiosi e le comunità di tutte le fedi, la società civile e i cittadini. E’ l’unità che ci farà prevalere”.

L’Unione Europea contribuisce e sempre di più in futuro intende contribuire alla costruzione di una coalizione forte e coesa per combattere il terrorismo anche con risorse e attività non militari, tra cui le misure per contrastare il problema dei combattenti terroristi stranieri, quelle per prevenire il finanziamento del terrorismo e stabilizzare le zone liberate dal Da’esh in Iraq. Ma, attualmente, alla prova dei fatti, l’Unione si dimostra, ancora, internamente frammentata, vulnerabile alla prova della minaccia jihadista.

Ricordiamo tutti che la Commissione Europea, il 28 aprile 2015, adottò l’“Agenda Europea sulla Sicurezza”, con l’intento di definire le principali azioni per rispondere con efficacia alla minacce rappresentate dal terrorismo e non solo alla sicurezza nel periodo 2015-2020. E’ vero che dalla sua adozione sono stati fatti notevoli passi avanti nel garantire efficienza al “sistema della sicurezza”, ma altrettanto vero è che devono essere adottate ulteriori misure e messe in atto con urgenza per realizzare un’unione in materia di sicurezza tra i Paesi membri che sia efficace, come del resto la Commissione fa presente in una sua nota ufficiale del 20 aprile 2016. “Sebbene i primi responsabili in materia di sicurezza siano gli Stati membri, le minacce transnazionali come il terrorismo non possono essere affrontate efficacemente senza un approccio europeo comune. Si stanno sviluppando gli strumenti, l’infrastruttura e il contesto necessari a livello europeo per far in modo che le Autorità nazionali collaborino efficacemente per affrontare questa che è una sfida comune.”

Comunque, resta il dato di fatto che il valore aggiunto di un’affettiva unione della sicurezza dipende in modo determinante dall’utilizzo che di tale sistema se ne fa sia per ovviare a lacune di integrazione operativa fra i diversi Stati che alle carenze nel sistema di scambio d’informazioni tra i Paesi che tale sinergia intendono realizzare.

E’ questo il senso delle parole del primo Vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans “il terrorismo non conosce frontiere. Le Autorità nazionali sono responsabili della sicurezza interna, ma devono essere in grado di collaborare efficacemente per prevenire il terrorismo e rintracciare gli autori di atti terroristici. L’Unione Europea può e deve fornire il contesto e gli strumenti necessari, ma a afre la differenza sarà la capacità degli Stati membri di farne un uso efficiente. Le Autorità di contrasto di tutti gli Stati membri dovrebbero pensare e agire a livello europeo, perché la sicurezza interna è una responsabilità condivisa”.

Con la “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni” – 14/6/2016 COM (2016) Final – “Sostenere la prevenzione della radicalizzazione che porta all’estremismo violento” che rappresenta l’ultimo atto, in ordine di tempo, della Commissione nel declinare le azioni per definire una compiuta Agenda Europea sulla Sicurezza, la Commissione Europea ha definito sette aree specifiche in cui è bene che gli Stati membri intensifichino i propri sforzi: contrastare la propaganda terroristica e gli incitamenti all’odio; affrontare il problema della radicalizzazione nelle carceri; promuovere un’istruzione inclusiva e i valori comuni dell’Unione Europea; rafforzare la cooperazione internazionale; sostenere la ricerca, la raccolta d’informazioni, il monitoraggio e le reti; prestare attenzione alla dimensione securitaria; promuovere una società inclusiva, aperta e resiliente e interagire con i giovani.

Occorre che gli Stati membri aumentino la condivisione delle informazioni, sfruttando pienamente le possibilità di cooperazione e gli strumenti di informazione in materia di sicurezza, rafforzando l’interconnessione dei sistemi d’informazione senza tralasciare di utilizzare i anche i finanziamenti del “programma Erasmus +”, ad esempio, per sostenere progetti rivolti a promuovere l’inclusione sociale, i nostri valori comuni e la comprensione interculturale.

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