Right2Water
Gli analisti internazionali sostengono da tempo che le prossime guerre non si combatteranno per il petrolio, ma per l’acqua, non a caso è stata coniata l’espressione Oro blu. Se l’uomo può vivere senza petrolio, è certo che non lo può fare senza l’acqua, il controllo delle sorgenti e dei flussi del prezioso liquido sarà appunto un fattore fondamentale nello scenario futuro del potere. Per sancire il diritto universale ad un bene primario ed essenziale come l’acqua ha preso vita la prima iniziativa dal basso legislativa della storia dell’Unione Europea. Esattamente si tratta della ECI (European Citizens Initiative) che ha dato vita alla campagna Right2Water, raccogliendo ben 1.884.790 adesioni.
La campagna era tesa ad esortare la Commissione Europea a dare il via ad una normativa che sancisse il diritto universale all’acqua ed ai servizi ad essa annessi, inoltre si chiedeva che la gestione delle risorse idriche rimanesse in mani pubbliche escludendola da forme di mercato liberalizzato. Il quorum necessario per l’iniziativa è di un milione di firme, cifra che fu raggiunto già nel maggio 2013 coinvolgendo sette paesi. Gli organizzatori proseguirono comunque la campagna raccogliendo 1,9 milioni di firme in 27 paesi.
La risposta da parte della Commissione non soddisfò il Comitato promotore, nella proposta presentata non esistevano vincoli se non generici, l’acqua non veniva esclusa dal TTIP, ed erano stati messi nel testo solo dei generici consigli ed affermazioni di principio senza nessun obbligo pratico. L’8 settembre 2015 il Parlamento Europeo ha votato per obbligare la Commissione ad impegnarsi concretamente nel legiferare in merito al diritto inalienabile all’acqua da parte dell’uomo ed il documento è stato approvato con 363 sì, 96 no e 231 astenuti. In merito la deputata irlandese del GUE/NGL, Lynn Boylan, ha dichiarato: “Questa è una vittoria per la società civile e per gli attivisti di Right2Water in tutta Europa. Gli 1,8 milioni di firmatari dell’iniziativa dei cittadini europei, primo caso di successo per questo meccanismo, hanno finalmente ricevuto il sostegno che meritano da un’istituzione dell’Ue. La risposta iniziale della Commissione all’ECI era stata vaga, deludente e aveva fatto poco per esaudire le richieste. Io e altri colleghi progressisti ci siamo riuniti per produrre una relazione che meglio rispondesse alla loro campagna”.
In seguito al pronunciamento dell’Europarlamento la Commissione UE ha modificato sostanzialmente la propria posizione ed il successivo 28 settembre ha recepito molte delle indicazioni ricevute. Food and Water Europe, estensione europea della ONG Food and Water Watch, ha affermato che la risoluzione approvata a Strasburgo implica il principio che “l’acqua è un bene pubblico di fondamentale importanza per la vita e la dignità umana, e non deve essere trattata come una merce”. Agli stati membri sono stati dati due anni, partendo dal 28 ottobre 2015 per mettere in atto le iniziative indicate nella direttiva.