L’agricoltura in Europa
La ripresa economica dell’UE ha continuato anche nel 2015 registrando un incremento del +1,9%. Le differenze tra i Paesi sono state rilevanti, solo la Croazia (-0,5%) e la Lettonia hanno mostrato un segno negativo, la Repubblica Ceca è rimasta stabile e l’Italia e la Grecia sono cresciute in modo molto debole (+1,0%). Il 2015 è stato il primo anno effettivo di applicazione della PAC per il periodo di programmazione 2014-2020, ma le difficoltà emerse nella chiusura del precedente settennato hanno complicato, non poco, il quadro economico e sociale in cui si è innestato il nuovo.
La Politica Agricola ha subito continue riforme e compromessi ma questo è accaduto anche negli Stati Uniti con l’equivalente Farm Bill, che sta vivendo una stagione di cambiamenti. Uno dei punti di contatto tra le due diverse Politiche è il contenimento della spesa pubblica, la PAC sbilanciata verso i pagamenti diretti e il Farm Bill verso la gestione del rischio attraverso forme di supporto economico concepite come “reti di sicurezza”, ma bisogna tener conto che l’impostazione delle due riforme agricole è iniziata in uno scenario di crisi economica globale.
La crisi del mercato del latte ha interessato tutta l’Europa fino a metà 2015, i prezzi del latte sono diminuiti da 38 a 30 euro per 100 Kg con una riduzione del 19%. I decrementi più forti si sono registrati nei Paesi Baltici, in modo meno accentuato in Italia, Austria, Regno Unito, Portogallo, Francia. A luglio 2015 il Commissario per l’Agricoltura Phil Hogan ha annunciato che l’aiuto per l’ammasso privato di latte in polvere e burro sarebbe stato prorogato fino a fine febbraio 2016 e l’intervento a fine settembre 2016.
I provvedimenti adottati in sede UE, a luglio, per contrastare la crisi lattiero-casearia non sono stati, però, sufficienti e a settembre è stato predisposto un pacchetto anti-crisi con una dotazione di risorse pari a 500 milioni di euro. Le risorse sono state ricavate dai fondi dell’ultimo anno di applicazione delle multe per le quote latte, di cui 420 milioni sono stati destinati ad aiuti mirati agli Stati Membri e 80 milioni sono stati impiegati per accrescere il collocamento sul mercato di prodotti in crisi (latte, formaggi e carni suine).
Inoltre, tra le misure anti-crisi, l’UE ha deciso che l’anticipo dei pagamenti diretti, in vigore dal 16 ottobre 2015, sarebbero potuti salire al 70% invece dell’effettivo 50% come autorizzato dalle norme europee, in modo tale da permettere agli agricoltori di ricevere l’anticipo già da quella data. Sempre nel 2015 la Commissione Europea ha istituito l’Agricultural market task force (AMTF) per rafforzare la posizione dei produttori agricoli e zootecnici nei rapporti della filiera agro-alimentare.
L’Unione Europea, inoltre, ha stanziato una somma pari a 179,3 milioni di euro per sostenere i programmi veterinari che mirano a prevenire o ad eliminare malattie animali, per la salvaguardia della salute umana e animale. All’Italia sono stati destinati 15,5 milioni di euro per combattere la tubercolosi bovina, le encefalopatie spongiformi trasmissibili, la rabbia, la salmonellosi, la brucellosi bovina, la peste suina classica e l’influenza aviaria.
Per la prima volta sono stati stanziati fondi per il controllo della peste suina africana. L’Unione Europea e il Marocco hanno concluso un accordo di protezione reciproca delle loro Indicazioni geografiche (IG) nel settore agro-alimentare. L’intesa ha disciplinato la tutela in Marocco di un numero consistente di denominazioni europee di prodotti agricoli e trasformati, vini, liquori e vini aromatizzati e l’UE ha riconosciuto 30 denominazioni marocchine.