Ferragosto
Eccoci, siamo nel cuore dell’estate. Poi perché mai cuore quando il ferragosto per molti segna la quasi fine delle vacanze? Spesso come dicono i vecchi saggi “si rompono i tempi”. Insomma un cuore un po’ così così. Bello però; a Roma per ferragosto è tradizione mangiare il pollo con i peperoni e il cocomero, proteine e vitamine in abbondanza condite da sughi gustosi. Una vera festa.
Ma dove ha origine questa festa? Ferragosto è parola di origine latina, deriva infatti da “Feriae Augusti”, che significa “riposo di Agosto” e infatti fu proprio Augusto a istituirla nel secolo 18 a.c. Nel mese di agosto venivano raccolti i cereali e quindi nell’antica Roma si festeggiava la fine dei principali lavori agricoli. Era un momento importante. Allora, si festeggiava, si beveva, si copulava allegramente almeno fino a che ci mise le mani la Chiesa; gli animali che venivano utilizzati per i lavori, anche loro guadagnavano doppia razione di cibo e venivano agghindati con corone di fiori e fatti riposare un paio di minuti extra.
Nel passato il periodo del Ferragosto coincideva con il primo del mese; poi in seguito la Chiesa Cattolica spostò i festeggiamenti per farli coincidere con la festa della Madonna. Rimase ugualmente l’aspetto pagano della festività come ad esempio il celebre Palio dell’Assunta che si svolge ogni anno il 16 agosto ed è meglio conosciuto come il Palio di Siena. La sua denominazione deriva dal “pallium”, il drappo di stoffa pregiata che era il tradizionale premio per i vincitori delle corse di cavalli nell’Antica Roma. In questa occasione i lavoratori ricevevano una mancia dal padrone, gratifica che nel Rinascimento venne resa obbligatoria per decreto pontificio, quasi una tredicesima ante litteram.
La tradizione più recente delle gite fuori porta invece ha origini durante il periodo del Fascismo. A partire dalla seconda metà degli anni ’20, sia il giorno di Ferragosto che in quelli che lo precedevano e seguivano, il regime organizzava con le associazioni del dopolavoro delle varie corporazioni, centinaia di gite popolari dell’Assunta, appunto il 15 agosto.
Insomma tanto da festeggiare, magari al mare o al lago; gite fuori porta comprese di cibo abbondante e variegato. Tipico fare la lasagna in quel giorno, “adatta” a climi caldi facilmente digeribile, una delle concause di tanti malori in acqua sotto il solleone. E le città si svuotavano. Ora non più; anche il Ferragosto si è adeguato ai tempi moderni; alla lasagna si è preferita l’insalata di Tofu; alla gita fuori porta invece il week end nelle cosiddette città d’arte. Il traffico nelle città quasi lo stesso, niente più sedici km di fila al casello di Bologna o sulla A14. Tutto è rientrato nei margini di una società molto usa e getta, sempre meno attenta alle tradizioni proprie ma molto aperta ad adottare quelle di altri.
Mi mancano le gare di chi sputa più lontano i semi di cocomero; mi rifarò con una bella processione dell’Assunta. Ora pro nobis e Buon Ferragosto!