Roma: Olimpiadi Sì, Olimpiadi No
E’ una questione su cui – dal punto di vista programmatico, durante la corsa al Campidoglio – la neo sindaca Virginia Raggi si era già pronunciata sfavorevolmente: prima Roma e i romani, i problemi di una città al collasso finanziario e alla paralisi nei servizi essenziali al cittadino; prima la lotta al malaffare e agli sprechi nell’amministrazione dell’Urbe. Di fronte a tali priorità, candidare Roma a sede delle Olimpiadi del 2024 suona – secondo la Raggi e il movimento penta stellato – quantomeno inopportuno. Questo, se non altro, l’orientamento al luglio scorso.
Ad oggi, non si registrano variazioni rilevanti, se non il rinvio della decisione finale a una consultazione tra la prima cittadina di Roma e il presidente del CONI Giovanni Malagò, da tenersi subito dopo l’estate. Uno spiraglio che, a nostro parere, potrebbe far pensare a un ammorbidimento della posizione d’intransigenza, nel caso in cui istituzioni sportive e politiche intendano fornire ampie garanzie alla città che i Giochi Olimpici non saranno l’ennesima occasione per tirar fuori i lustrini mentre si nasconde la polvere sotto il tappeto, ma che costituiranno un reale beneficio per la cittadinanza in termini d’infrastrutture, servizi, ammodernamento e occupazione.
Il governo Renzi crede fermamente nelle possibilità di successo di Roma e spinge, in sintonia col CONI e il mondo dello sport in generale, per la sua candidatura. Tuttavia, l’esecutivo non può scavalcare l’eventuale niet del sindaco capitolino e, quand’anche trovasse sul piano formale il modo per farlo, l’assenza di comunione d’intenti con chi amministra la città candidata non deporrebbe certamente a favore di un’assegnazione dei Giochi. In questi casi, il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) prende sempre la palla al balzo per scremare la rosa dei pretendenti. Né, peraltro, appare realistica l’ipotesi di proporre, in sostituzione di Roma, la città di Milano, voce diffusasi nei giorni scorsi e destinata a non trovare alcun fondato riscontro tanto nelle procedure quanto nei tempi: Milano può essere candidabile per le Olimpiadi del 2028, qualora l’edizione del 2024 non abbia svolgimento in un Paese del continente europeo.
Tra i motivi del No riguardo ai Giochi a Roma, pesano senza dubbio gli scandali scoppiati su grandi eventi che avrebbero dovuto rilanciare l’Italia, come Expo 2015, e grandi opere, come il Mose a Venezia; destano ancor più preoccupazione le inchieste giudiziarie su Mafia Capitale e quelle scaturite dalla recentissima tragedia del terremoto sulle fittizie ristrutturazioni e messa in sicurezza di edifici colpiti da fenomeni sismici precedenti. Non giocano a favore nemmeno i conti dei Paesi che hanno ospitato in passato le Olimpiadi: fra questi, ricordiamo la Grecia e l’edizione 2004 di Atene, cui non fece seguito alcuna ripresa economica, ma un ulteriore avanzamento verso il default finanziario dell’intera nazione, nel 2012. Il disastro ellenico convinse l’allora governo Monti a rinunciare a presentare la candidatura della Capitale per i Giochi del 2020. Anche Pechino (2008) e Londra (2012) hanno subito sofferenze economiche notevoli, con situazioni debitorie ripartite tra i vari enti locali che si sono protratte, oltre la conclusione dell’evento, per lungo tempo.
Tra le ragioni del Sì, invece, spiccano la previsione di un aumento del Pil dell’1,4% e 170.000 nuovi posti di lavoro nell’arco d’un decennio, un’iniezione di liquidità proveniente dal CIO pari a circa 1,7 miliardi di euro, la realizzazione di opere di pubblica utilità e il recupero di strutture sportive in condizioni di precarietà.
In attesa dell’incontro tra Raggi e Malagò, l’assessore capitolino all’urbanistica, Paolo Berdini, apre al Sì; nel frattempo, Luca Cordero di Montezemolo, figura ingombrante per i 5 Stelle nell’operazione Olimpiadi, dichiara che, in caso di assegnazione a Roma dei Giochi, nel rispetto del suo ruolo di Presidente del comitato promotore, cui non compete la fase organizzativa, si farà da parte.
Dal canto nostro, confidiamo nella capacità della città eterna di risolvere i suoi problemi ben prima del 2024, magari con il supporto dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e abbiamo la convinzione che un evento d’importanza planetaria come le Olimpiadi sia giammai una sventura per il Paese ospitante, bensì una grande opportunità.