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Parchi. Caleo e Vaccari (Pd): Regione Liguria si fermi, no tagli contrapporre aree protette e protezione civile e’ sbagliato – “Leggiamo che l’assessore all’Ambiente della Regione Liguria, Giacomo Raul Gampedrone, avrebbe deciso, in linea con le deliberazioni della Giunta Toti, di operare un taglio orizzontale del 15% sui finanziamenti ai parchi regionali per spostare risorse sulla creazione di una centrale operativa della Protezione civile aperta 24 ore su 24. Si tratta di una scelta sbagliata e pericolosa che chiediamo alla Regione di rivedere”. Lo dicono i senatori del Pd Massimo Caleo, vicepresidente della commissione Ambiente eletto in Liguria e Stefano Vaccari, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente. “Contrapporre le esigenze dei parchi a quelle della Protezione civile è concettualmente sbagliato- spiegano i due senatori dem. Entrambi contrastano il dissesto idrogeologico, seppure in maniera diversa. Le aree protette, soprattuto quelle dell’entroterra, hanno la funzione di evitare lo spopolamento e di sostenere l’agricoltura, la regimazione delle acque e il governo del bosco, tutte cose utili per operare manutenzione ambientale ed evitare l’erosione, l’impoverimento della materia organica e lo scivolamento a valle dei terreni. La centrale operativa h24 della Protezione civile è certamente importante e va assolutamente realizzata, ma non con i fondi distolti dalle aree protette, proprio perché i parchi hanno giá sopportato numerosi tagli, stenterebbero a sopravvivere e a garantire funzioni ambientali importantissime proprio contro il dissesto e la conservazione della biodiversità”. (Dire)

Rifiuti: plastiche in mare, Mediterraneo tra i più inquinati Allarme lanciato dal Forum Polieco organizzato ad Ischia – Rifiuti in mare: inquinamento e smaltimento. Ne hanno discusso i relatori d’eccezione all’interno dell’ottavo forum internazionale sull’economia dei rifiuti, promosso dal consorzio PoliEco ad Ischia (Napoli). Alla tavola rotonda, presieduta dalla direttrice del Consorzio, Claudia Salvestrini, un convitato di pietra: i 300 milioni di tonnellate di plastica prodotti annualmente, così come sottolineato da Silvestro Greco, consulente scientifico presso il ministero dell’Ambiente. Di queste, 8 milioni finiscono in mare. Un problema, dunque, di dimensioni gigantesche che ci tocca molto da vicino, visto che il Mediterraneo supporta circa il 30% di traffico di idrocarburi, nonostante sia uno dei mari più piccoli al mondo. Quali soluzioni adottare, dunque? Un contributo importante, quello di Gian Claudio Faussone, in rappresentanza di Sintol, start up nata nel 2015 all’interno del Politecnico di Torino, con l’idea di realizzare in Italia un impianto di trasformazione dei residui plastici in carburanti, filone considerato promettente della green economy perché unisce i benefici della riduzione dei rifiuti alla riduzione dello sfruttamento delle risorse.(ANSA).

Energia, Greenpeace: con rinnovabili vantaggi per ambiente e tasche di tutti Energia, Greenpeace: con rinnovabili vantaggi per ambiente e tasche di tutti – Oggi centinaia di volontari di Greenpeace Italia hanno simbolicamente installato riproduzioni di pannelli fotovoltaici in venti città italiane, per sensibilizzare i cittadini sui vantaggi dell’energia solare e chiedere al governo un impegno concreto in fatto di rinnovabili. Un’attività organizzata nell’ambito della campagna ‘Accendiamo il sole’, lanciata lo scorso giugno in occasione dei 30 anni di attività di Greenpeace in Italia. Proprio grazie al crowdfunding legato a questa campagna, in appena due settimane si è raccolto quanto necessario a regalare all’isola di Lampedusa un impianto fotovoltaico da 40 kW. Questo impianto – che verrà consegnato nelle prossime settimane – oltre a permettere di produrre energia pulita, consentirà al Comune un risparmio totale di circa 200 mila euro. Inoltre, si eviterà l’immissione in atmosfera di quasi 300 tonnellate di CO2, l’equivalente di 1 milione di km percorsi in auto. ‘Le isole italiane non connesse alla rete elettrica nazionale come Lampedusa sono oggi un esempio di spreco. Nonostante siano ricche di sole e vento, queste meraviglie del Mediterraneo infatti producono la quasi totalità della propria energia dal petrolio, gravando sulla bolletta di tutti noi per oltre 60 milioni di euro l’anno’, spiega Luca Iacoboni, responsabile campagna Clima ed Energia di Greenpeace Italia. ‘Riteniamo che non si debbano più impiegare soldi pubblici per incentivare fonti fossili e inquinamento. Per questo chiediamo al ministro Calenda di modificare questo sistema, avviando le nostre isole verso un futuro 100 per cento rinnovabile, rendendole così un modello di sviluppo da imitare nel mondo’.  (com/cos)

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