MISE, online il Registro trasparenza

In risposta all’istituzione, su iniziativa congiunta della Commissione e del Parlamento Europeo del “Registro per la Trasparenza”, destinata alle organizzazioni e ai cittadini che svolgono attività di promozione, rappresentazione di interessi e lobbyng e istituito come “strumento on-line” nato con lo scopo di fornire ai cittadini informazioni su quanti intendono contribuire all’elaborazione delle politiche europee o di influire su queste e che rappresenta un innovativo esempio di cooperazione tra istituzioni dell’UE, il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso disponibile on-line il suo Registro Trasparenza. In questo modo i cittadini e gli utenti possono, attraverso la verifica in tempo reale e il riscontro della regolarità del “processo decisionale” a cui possono pervenire mediante la sua consultazione, operare un “controllo” sull’operato della Pubblica Amministrazione.

Da pochi mesi la Commissione Europea ha concluso la Consultazione, che aveva avviato, sul Registro per la Trasparenza delle Lobby ed è in corso la valutazione se sia o meno opportuno renderlo obbligatorio per tutte le istituzioni UE, facendolo evolvere verso un Registro obbligatorio dei Lobbisti, esteso al Parlamento Europeo, al Consiglio dell’Unione Europea e alla stessa Commissione. Questo è il quadro in cui il primo Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans dichiara che “…l’attuale Commissione sta modificando il nostro modo di lavorare, il quale evolve, ora, verso un maggior coinvolgimento dei soggetti interessati e una maggiore trasparenza a proposito di chi incontriamo e per quale motivo. Dobbiamo andare ancora oltre e stabilire un registro obbligatorio, valido per tutte e tre le istituzioni, che garantisca la piena trasparenza sui lobbisti che cercano di influenzare l’elaborazione delle politiche dell’UE. Un’Unione Europea più trasparente e responsabile è un’Unione in grado di fornire risultati migliori ai cittadini”. Sarebbe, quello di cui si parla, un sistema nuovo che per la Commissione rappresenta una proposta di accordo interistituzionale ed è, in sostanza, un’evoluzione rispetto al Registro attuale, gestito congiuntamente dal Parlamento Europeo e dalla Commissione, ma non obbligatorio e non esteso al Consiglio.

Il Ministero dello Sviluppo Economico è il primo Ministero, in Italia, ad adottare il modello utilizzato dalle istituzioni europee e vuole che tutte le interazioni della sua azione con i suoi interlocutori istituzionali siano trasparenti oltre che i suoi processi decisionali siano presi con la più alta partecipazione di gruppi ed organizzazioni di rappresentanti di interessi specifici e di questo vuole dare più ampia garanzia e dimostrazione ai cittadini. Nel portale creato dal Ministero per l’iscrizione al Registro della Trasparenza si trovano anche le Linee Guida per l’iscrizione al Registro. Il Registro è visto dal MISE come uno strumento di partecipazione attiva e controllo in attesa di un intervento regolamentatorio della materia della rappresentazione degli interessi.

Un sito web pubblico, in cui sono disponibili le informazioni e le modalità per registrarsi e per consultarne il contenuto; la possibilità di effettuare segnalazioni o contestazioni; un help desk per la richiesta di informazioni e la risoluzioni di problemi tecnici; un Codice di condotta per gli iscritti al Registro; un Codice di Comportamento dei dipendenti del MISE (con l’obiettivo di determinare idonee norme di condotta a garantire la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico evitando l’illiceità ed illegittimità dell’azione amministrativa oltre a definire le responsabilità per i comportamenti tenuti con colpa dai soggetti interni ed esterni al MISE): questo e il materiale che il Ministero ha reso disponibile nel portale e che costituisce e fa da corollario al Registro.

E’, al MISE, il Responsabile della Trasparenza a gestirlo, con la collaborazione di una Struttura tecnica di supporto al Responsabile della Trasparenza e dal Tavolo tecnico per la trasparenza, composto da referenti delle strutture Ministeriali centrali e periferiche. “Attraverso un processo decisionale più aperto e trasparente – si legge in una nota ufficiale del Ministero – diventa più facile garantire una rappresentanza equilibrata ed evitare pressioni indebite o un accesso illegittimo o privilegiato alle informazioni o ai responsabili delle decisioni. La trasparenza è, inoltre, un elemento fondamentale per incoraggiare i cittadini a partecipare più attivamente all’attività pubblica”.

Ed è questo è lo spirito che anima, anche a livello europeo, il meccanismo che ispira quest’iniziativa, che, ricordiamo, risale a quando la Commissione formalizzò il suo impegno di presentare la proposta per il “Registro della Trasparenza” obbligatorio esteso a tutte le Istituzioni europee già negli “Orientamenti Politici” del Presidente Juncker e nel “Programma di Lavoro 2016” della Commissione, ritenendo, quest’ultima, che i cittadini abbiano il diritto di sapere chi cerca di influenzare il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione nel processo legislativo.

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