NCD, recupero a destra?
Il Nuovo Centrodestra sta affrontando una sorta di crisi mistica identitaria che non gli permette di trovare la propria giusta collocazione all’interno del panorama politico italiano. Talmente confusi che la settimana scorsa lo stato maggiore del Partito, che ha una grande componente lombarda, era tutto alla Convention di Parisi ad applaudire e a sostenere un nuovo rilancio del centrodestra.
Già, è proprio il centrodestra che alimenta il dubbio del partito di Alfano, perché se in Lombardia la totalità del movimento è saldamente convinto di appartenere alla coalizione insieme a Lega e Forza Italia, a Roma le idee sono nettamente più confuse. C’è una grande fetta del partito, soprattutto la sezione governativa, che ormai fa occhi dolci al PD da tempo e non aspetta altro che entrare a far parte (vedi la Lorenzin) della “grande famiglia” ma che ancora aspetta di capire quale siano le dinamiche future sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Ma, come detto, l’NCD lombardo ha una voglia matta di ritornare ad essere annoverato nel centrodestra senza ambiguità di sorta e il segnale dato sia a Forza Italia che alla Lega, con la presenza alla Convention di Parisi, è il segnale concreto.
Insomma una grande spaccatura, alimentata probabilmente da quella grande componente che in NDC forma una corrente significativa che è il movimento di Comunione e Liberazione, storicamente di centrodestra, ma che negli ultimi anni ha sofferto divisioni, spaccature e defezioni. È talmente evidente questa volontà che persino sulla nodosa questione del Referendum costituzionale, a differenza delle indicazioni romane (a favore del Sì) le difficoltà lombarde hanno prodotto sostanzialmente libertà di coscienza tra i dirigenti del Partito che comunque, per la maggior parte, supportano le ragioni del No.
Ora, come per tutta la politica italiana, le tappe dei prossimi mesi saranno determinanti per ridisegnare i nuovi equilibri, sia a sinistra, con la minoranza Dem pronta a staccare la spina a Renzi, che a destra, con Berlusconi pronto al ritorno in campo, Parisi nella veste di curatore fallimentare di Forza Italia e la Lega nell’eterno scontro tra Bossi, Maroni e Salvini.
In questo complicato garbuglio, NCD cerca di trovare ancora la propria vera vocazione: centrismo di bandiera, centrodestra convinto, oppure moderati di sinistra. In parte la strada, almeno al Nord, sembra seguire quella del ritorno al centrodestra, non è da escludere oltretutto il definitivo scioglimento al Nord (che già si chiamano Lombardia Popolare) per tornare all’ovile di Arcore, magari sotto la guida di Stefano Parisi.
NCD è un partito nato male e nel quale pochi hanno creduto, il tutto reso evidente dalle mille vicissitudini che lo hanno contraddistinto. Cosa succederà in futuro sembra ormai scritto, con Alfano sempre più solo e il Nord sempre più unito, ma come sappiamo, la politica può sempre riservarci grandi sorprese.