Tracce di Luce al Vittoriano

Roma – Lo scorso 22 settembre è stata inaugurata la mostra personale di Maria Savino, Percorsi Luminosi, presso la Sala Giubileo del Complesso del Vittoriano (Ala Brasini). Luce, colori, materiali di scarto modellati come elementi della natura, questo l’effetto visivo delle opere, alcune realizzate esclusivamente per questa mostra, che l’artista Maria Savino utilizza per esprimere le proprie emozioni. La luce è come il Sole, una guida che indica la strada da percorrere, e che permette di essere declinata nelle varie sfumature del colore; un modo originale per gridare la propria disapprovazione verso gli odierni modelli di consumo della società, che sono causa di squilibri nella natura e di inquinamento ambientale.

Tra i 23 lavori esposti, da non sottovalutare, è l’opera Torre di Babele. Ruota della preghiera (2012), realizzata dall’artista plasmando mattone dopo mattone una barriera, a creare un muro che gira su se stesso e che allo stesso tempo offre uno spiraglio, un varco che regala alla vista una varietà di colori luminosi, custoditi come un prezioso dono, la vita con la sua diversità da rispettare e difendere. Le luci che si alternano all’interno creano un affascinante ed ipnotica danza di colori, sorprendente come un arcobaleno.

Maria Savino ha lavorato duramente, sperimentando materiali differenti, prima di trovare nella luce la propria firma stilistica, un medium espressivo efficace che fosse in grado di rappresentare con immediatezza e semplicità i suoi pensieri e concetti. Durante il suo percorso ha avuto modo di creare istallazioni tridimensionali composte di luci monocrome, che hanno la peculiarità di amplificare i concetti che solitamente si trovano espressi su tela dipinta, e che la Savino è solita abbinare alle proprie creazioni.

Sono opere semplici, realizzate con materiali di facile applicazione che trovano la loro massima espressione accostati alla luce, da qui assumo varie forme agli occhi dei visitatori, sfere luminose come satelliti o rami filiformi che sporgono in mezzo alla vegetazione, insomma segnali di vita.

La mostra, che si concluderà il 14 Ottobre prossimo, termina il percorso espositivo con la produzione più recente dell’artista, che espone chiaramente la sensibilità verso i temi centrali dell’esistenza umana, quali sono i momenti di vita quotidiana. Qui si possono notare frammenti di radiografie racchiusi in sfere di luce (Frammenti. Introspezione materna del  2016), un chiaro legame con il mondo femminile oppure frammenti di mappe geografiche (Frammenti. Percorsi mentali del 2016), uno stimolo a visitare nuovi territori ed immaginare culture e tradizioni differenti.

Maria Savino nasce a Vimercate, in provincia di Milano, già nel 2014 entra a far parte di Il RIGORISMO, un gruppo di artisti curato dal titolare della galleria Lattuada Studio di Milano, Flavio Lattuada.  Il gruppo di artisti viene definito come un radicalizzatore dei concetti espressi su tela da Lucio Fontana; mentre l’artista argentino utilizzava le tele come portatori di arte con gli squarci che gli infliggeva, questo gruppo le inserisce nel contesto stesso dell’opera, utilizzandole come supporto che si fonde con l’opera stessa diventandone parte integrante. Il senso del loro lavoro è dare vitalità e movimento ad un opera che potrebbe risultare fredda e piatta.

L’esposizione, allestita in collaborazione con Studio Lattuada di Milano e sponsorizzata da C.M.D. Paderno d’Adda, raccoglie la biografia e le opere dell’artista in un catalogo edito da Gangemi curato da Gisella Gellini, con alcune annotazioni critiche di Gillo Dorfles, Marco Goldin e Vittorio Sgarbi.

©Futuro Europa®

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