MacFrut, export record di ortofrutta italiana
In occasione della rassegna internazionale di ortofrutta di Rimini MacFrut 2016 si è evidenziato, in base ai dati Istat relativi al primo semestre del 2016, che, da oltre 25 anni, non si erano avute così tante vendite di frutta e verdura italiana all’estero.
Sono stati esportati complessivamente 2,17 miliardi di chili di frutta e verdura fresca nel semestre, con un aumento dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed un valore di 2,4 miliardi di euro. A prevalere è stata la frutta con 1,38 miliardi di chili ed un aumento del 4% mentre le esportazioni sono state di 789 milioni di chili per le verdure ma con un aumento del 14%.
Un risultato ottenuto nonostante l’embargo russo; la Russia, storicamente, è un importante mercato di sbocco per i prodotti ortofrutticoli italiani e come poche volte è accaduto in passato l’export ha superato l’import con un netto miglioramento della bilancia commerciale del settore. Questo risultato è dovuto anche al sostanziale cambiamento di stile di vita, non solo in Italia, ma anche all’estero che ha fatto lievitare, a livello internazionale, la domanda di cibi genuini come l’ortofrutta.
In Italia si è verificato un aumento massimo nell’ultimo quadriennio, per effetto di un aumento annuo medio di 3 chili di frutta e verdura per persona e si stima che, nel 2016, il consumo procapite di frutta e verdura sfiorerà i 320 chili a testa, secondo un’analisi della Coldiretti.
Il risultato è che la spesa per frutta e verdura degli Italiani ha raggiunto i 98,55 euro al mese per famiglia, sorpassando quella per la carne ed è diventata la prima voce del budget alimentare delle famiglie, con una sbalorditiva rivoluzione per le tavole nazionali come non era mai avvenuta in questo secolo. Le famiglie italiane hanno acquistato complessivamente 3,47 miliardi di chili nei primi sei mesi 2016, con un aumento del 2% rispetto allo spesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati di Macfrut Consumers’ Trend.
Nonostante la debolezza dei consumi alimentari domestici diminuiti, su base annua, dell’1,3%, questo andamento positivo è stato spinto soprattutto dai giovani, il 37% dei cosiddetti millennials spende di più per l’acquisto di frutta e verdura. Se le mele sono il frutto più consumato, sul podio degli ortaggi preferiti dagli Italiani salgono nell’ordine le patate, i pomodori e le insalate. I comportamenti di consumo alimentare privilegiano l’origine, la salubrità e l’innovazione in termini di servizi che accompagnano il prodotto.
In particolare l’origine risulta il criterio di scelta prioritario per oltre il 53% dei consumatore italiani e il 34% dei consumatori europei, mentre, nonostante le difficoltà economiche, il numero dei consumatori italiani che scelgono in base al prezzo basso si ferma al 32%. L’affermarsi di stili di vita salutistici ha spinto alla ricerca della genuinità e delle proprietà nutrizionali dei prodotti con la conseguente riscoperta dei frutti dimenticati del passato ai quali vengono riconosciute proprietà “medicinali” dalla farmacopea popolare e non, come la pera cocomerina riscoperta per le proprietà antiossidanti, le giuggiole considerate efficaci nell’alleviare gli stati d’ansia, il nervosismo e la depressione o il corbezzolo astringente e antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l’apparato circolatorio.
Questo orientamento, inevitabilmente, si è riflesso sui punti vendita e si è calcolato che 15 milioni di Italiani, nel 2015, abbiano fatto spesa nei mercati dei contadini o direttamente in azienda per una spesa che ha raggiunto 1,5 miliardi di euro, con una prevalenza, proprio, dei prodotti ortofrutticoli.