Nobel e dintorni
Il Nobel è un premio assegnato ogni anno a persone o istituti di tutto il mondo per il loro impegno nelle scienze, nella cultura e nella pace. Non deve essere facile scegliere; mi immagino la Commissione di grandi saggi alle prese con le scelte. Certo, le personalità o gli istituti a cui dare i Nobel per la Medicina e per la Scienza sono più facili da individuare; il mondo fa progressi e basta scegliere quello che più ha significato nella lotta continua per la conoscenza nel mondo della ricerca.
Penso a gente come James Watson e Francis Crick che scoprirono la struttura del Dna (l’acido desossiribonucleico) e il suo meccanismo di replicazione e che vinsero il Nobel nel 1962. Ma anche tante macchine e protocolli adesso utilizzati nella cura di tante malattie sono state il frutto di ricerche di anni e i loro scopritori hanno avuto il Premio.
Il Premio fu istituito da Alfred Nobel, un chimico e industriale svedese: il tipo aveva inventato nientepopodimeno che la dinamite. Nel suo testamento del 1895 Nobel indicò che tutto il suo patrimonio, stimato adesso in circa 200 milioni di euro, fosse usato per conferire questa onorificenza. Ora il fondo è gestito dalla fondazione Nobel e i vincitori sono scelti da varie commissioni e accademie. E qui deve essere un bel lavoro. Prendiamo il premio per la Letteratura; negli ultimi anni sono stati premiati autori quasi sconosciuti al grande pubblico. Non dico che bisogna dare il Nobel all’inventrice di Harry Potter o a Federico Moccia, però sono sicura che ci sono tanti autori un po’ meno criptici, di nicchia, insomma più fruibili.
Mi vengono in mente episodi esilaranti dove intellettuali di casa nostra dimostravano dimestichezza con autori di cui non sapevano nemmeno pronunciare il nome. Ci furono anche casi particolari come quello di Jean-Paul Sartre che rifiutò il Premio per la letteratura che gli era stato conferito nel 1964. Lo stesso fece Le Duc Tho, che nel 1973 ha ricevuto il Nobel per la pace insieme all’ex Segretario di stato statunitense Henry Kissinger per il loro ruolo nei negoziati di pace in Vietnam.
Boris Pasternak aveva inizialmente accolto il Nobel per la letteratura che gli era stato assegnato nel 1958, ma poi dovette rifiutarlo su pressione del governo russo. Il pacifista e giornalista tedesco Carl von Ossietzky, l’attivista birmana Aung San Suu Kyi e l’attivista cinese Liu Xiaobo ricevettero il premio mentre erano agli arresto.
Adesso il premio Nobel per la letteratura è stato assegnato a Bob Dylan. Ecco. Forse l’Accademia ha bisogno di schiarirsi le idee. Io l’avrei dato allora ai Pink Floyd o anche a Francesco De Gregori se proprio la volevamo buttare sulla canzone. E poi il signor Dylan è troppo impegnato a soffiare col vento per rispondere alle telefonate dell’Accademia. Ma forse uno che ha mangiato pane armonica e pace tutta la vita non vuole i soldi fatti con la dinamite.
Allora, Signori accademici, ripensateci. E date questo premio a quelli che danno un nome alle tante vittime dei naufragi dei migranti, a chi legge le loro lettere e scrive alle loro famiglie per annunciare tragedie avvenute. Ecco anche questa è letteratura; contemporanea e drammaticamente attuale.