Odissea – Le avventure di Ulisse (Film Tv, 1969)
Ho rivisto la mitica Odissea-Le avventure di Ulisse – di Franco Rossi, Piero Schivazappa e Mario Bava – grazie a un cofanetto edito nel 2002 da Elleu Multimedia, che purtroppo omette di riportare in vita la voce di Giuseppe Ungaretti come prefatore di ogni puntata. In cambio il film offre un prologo che racconta la guerra di Troia, i motivi del conflitto e gli studi compiuti per ritrovare una terra per molti anni creduta fantastica. Sceneggiato televisivo datato 1969, ero un bambino che frequentava la quarta elementare, ma ricordo ancora la maestra consigliarcene la visione e poi affrontare la lettura in classe di una versione per bambini del poema omerico.
Il mio primo incontro con la letteratura greca è stato per merito della televisione, mio padre prendeva il pesante elettrodomestico che da poco aveva fatto la sua comparsa in casa (cinque anni, mi pare) e lo portava in camera da letto, attaccava presa e antenna con una prolunga e ci godevamo Le avventure di Ulisse, quel peplum storico-romantico-avventuroso che non avrei più cancellato dalla mia mente. Mio padre ricordava che prima c’era stato un film con Kirk Douglas (Ulisse) e Silvana Mangano (Penelope e Maga Circe) – diretto da Mario Camerini, ma lui certe cose non le sapeva, non si occupava di registi – molto più spettacolare. Eravamo nel 1954, la pellicola rispondeva in pieno ai gusti del pubblico, era intensa, vibrante al punto giusto, ma ben poco rispettosa del poema omerico.
Lo sceneggiato del 1968, invece, rese giustizia al più grande scrittore dell’antichità, intrecciando la Telemachia (le avventure di Telemaco contenute nei primi 4 libri dell’opera), con il vero e proprio racconto del ritorno a casa di Ulisse. Differenze tra poema epico e sceneggiato televisivo ce ne sono, ma relative, il rispetto storico-filologico è totale, segnato dalla presenza di Ungaretti come lettore di alcuni passi del poema, gli sceneggiatori hanno modificato alcune parti per esigenze di linguaggio cinematografico. Differenze di non grande conto, come l’amore tra Nausicaa e Ulisse, nel poema solo accennato, qui reso esplicito, ma è inventata anche tutta la parte che vede Ulisse a colloquio con Eolo, il re dei venti, così come le sequenze che presentano Circe, modificata sia nel personaggio che negli eventi.
L’Odissea resta un’opera eccellente anche a distanza di quasi cinquant’anni, da me vista a colori per la prima volta, consigliabile ai ragazzi che studiano la storia greca, sia del primo che del secondo ciclo, per la veridicità di situazioni e ambienti. Gli sceneggiatori traducono in prosa un poema e – pur mantenendo un tono teatrale e poetico – lo adattano benissimo alle esigenze spettacolari di un dialogo incalzante. Un film girato interamente in Jugoslavia con la finzione che sia Grecia – i paesaggi non sono molto diversi – dotato di perfette ricostruzioni (le mura di Sparta, l’isola di Itaca, la reggia di Ulisse, la grotta di Polifemo), di una colonna sonora intensa e a tratti lugubre di Carlo Rustichelli, diretta dal maestro Bruno Nicolai, rispettoso di usi e costumi greci (i canti funebri, le litanie di dolore, i sacrifici agli dei, le preghiere) e del tono generale del poema omerico. Interni girati negli studi De Laurentiis, a Roma. Ottimi gli attori. Bekim Fehmiu è meno aitante di Kirk Douglas ma è ben più credibile nei panni di Ulisse, così come Irene Papas è una tormentata Penelope. Bellissimo il suo monologo dopo l’eccidio di Ulisse, come è stupendo il primo incontro quando lei sa di aver ritrovato il marito ma non comprende perché lui menta e non voglia dire il suo vero nome. Ricordiamo anche la bellissima Barbara Bach – volto noto del nostro miglior cinema di genere – nei panni di Nausicaa, innamorata del suo eroe che deve veder partire dalla terra dei Feaci.
Inutile raccontare la trama che sul piccolo schermo si sviluppa sulla lunghezza di otto puntate, narrata in maniera moderna e per niente lineare, con salti temporali continui, che portano l’azione dal Palazzo di Itaca dove i principi vogliono farsi sposare da Penelope, al regno dei Feaci dove Ulisse racconta le sue avventure, ai viaggi di Telemaco per ritrovare il padre. Tra i capitoli migliori l’incontro con Polifemo, interamente diretto da Mario Bava – il suo stile si nota! – con il giovane figlio Lamberto nelle vesti di aiuto regista. Gli effetti speciali sono di Bava e Rambaldi (il creatore di ET), che danno il meglio di loro stessi nella figura del ciclope con un occhio solo ma anche nelle magie della maga Circe e nell’episodio delle Sirene. L’Odissea è uno sceneggiato televisivo come non se ne producono più, che non ha niente a che vedere con il detestabile television-movie, ma è cinema in senso stretto. Rossi, Bava e Schivazappa usano lo zoom a non finire (come vogliono i tempi), il piano sequenza, il primissimo piano, campi e controcampi teatrali, conferendo ritmo e tensione a una narrazione che si sviluppa per oltre sei ore senza annoiare.
Il film – come il poema e come il cinema popolare italiano degli anni Sessanta – è una commistione totale di generi: melodramma, avventura, amore, passione, horror, fantastico, mistero, romanticismo. Un piccolo capolavoro immortale, da recuperare e da far vedere ai vostri figli.
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Regia: Franco Rossi, Piero Schivazappa (non accredditato), Mario Bava (non accreditato). Genere: Sceneggiato televisivo, avventuroso/storico/epico in 8 puntate. Paesi di Produzione: Italia, Francia, Jugoslavia, Germania. Colore. Produttore: Luigi De Laurentiis, Rai Tv, ORTF, Mario Bavaria, Jadran Film. Soggetto: Omero (Odissea). Traduzione Odissea: Rosa Calzecchi Onesti. Sceneggiatura: Gian Piero Bona, Luciano Codignola, Mario Prosperi, Renzo Rosso. Scenografia: Carlo Cesarini da Senigallia, Luciano Ricceri. Effetti Speciali: Carlo Rambaldi, Mario Bava. Costumi: Dario Cecchi, Mario Carlini. Musiche: Carlo Rustichelli. Interpreti: Bekim Fehmiu (Ulisse), Irene Papas (Penelope), Renaud Verley, Roy Purcell (Alcinoo), Marina Berti (Arete), Barbara Bach (Nausicaa), Juliette Mayniel (Circe), Kyra Bester (Calipso), Michèle Breton (Atena), Marcella Valeri (Euriclea), Constantin Nepo (Antinoo), Ivica Pajer (Euricolo), Samson Burke (Polifemo), Fausto Tozzi (Menelao), Jaspar Von Oertzen (Nestore), Franco Balducci (Mentore), Husein Cokic (Eumeo), Branko Kovacic (Laerte), Vladimir Leib (Eolo), Karl-Otto Alberty (Eurimaco), Maurizio Tocchi (Leocrito), Ilija Ivezic (Ctesippo), Petar Buntic (Filettore), Duje Novakovic (Elpenore), Sime Jagarinac (Eraclio), Jo (Polite), Franco Fantasia (Mente), Voyo Goric (Filezio), Luciano Rossi (Teoclimeno), Giulio Donnini (Toresia), Bianca Maria Doria (Anticlea), Sergio Ferrero (Pisistrato), Enzo Fiermonte (DEmodoco), Stefanella Giovannini (Cassandra), Peter Hinwood (Ermes), Miodrag loncar (Iro), Hrvoje Svob (Femio), Giulio Cesare Tomei (Priamo), Rolf Boysen (Agamennone), Gérard Herter (Laocoonte), Nona Medici (Iftime), Mimmo Palmara (Achille), Giancarlo Prete (Euriade), Andrea Saric (Melanto), Orso Maria Guerrini (Leode), Ada Morotti (Cyane), Laura Nucci (Madre di Antinoo), Carlo Alighiero (Voce Narrante).
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]
Un Commento
Il vero Ulisse, opera insuperata