Cremazione, il Papa apre con riserva
Il tema non sarà dei più allegri e nemmeno tra i più urgenti, ma per il Vaticano, evidentemente, la questione reca implicazioni dottrinali che richiedono, nel merito, un suo pronunciamento chiaro.
La necessità scaturisce sicuramente dall’ampia diffusione, in molti Paesi, della prassi della cremazione per i propri defunti. Dalla Santa Sede, giungono, quindi, le debite conclusioni in materia, contenute nell’Istruzione “Ad resurgendum cum Christo”, redatta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvata da Papa Francesco.
Il principio di base è l’affermazione secondo la quale la Chiesa non vieta la cremazione, quando non costituisca scelta di contrarietà alla fede o alla volontà del trapassato e sempre che avvenga dopo la celebrazione delle esequie. Preso atto degli aspetti igienici, sociali ed economici sottostanti all’esercizio di tale pratica, non si ravvisano ragioni dottrinali che inducano a impedirla, poiché la cremazione di una salma non coinvolge l’anima e non annichila il concetto cristiano dell’immortalità della stessa e della risurrezione dei corpi. Pur continuando a preferire l’inumazione, manifestazione – nella visione ecclesiastica – di maggior rispetto verso i cari estinti e di speranza nella risurrezione, nell’Istruzione sono tracciati limiti e indicazioni liturgiche e pastorali da seguire, qualora si sia optata la via dell’incinerazione.
Le ceneri del defunto – si legge nel documento vaticano – devono essere custodite in un luogo sacro, cioè nei cimiteri, e non tra le mura domestiche, salvo circostanze eccezionali dettate da condizioni culturali di natura locale. In ogni caso, esse non potranno essere divise tra i vari nuclei familiari, né disperse nell’ambiente, tantomeno incluse in oggetti commemorativi o monili da indossare (oggi, ad esempio, a Coira, nei Grigioni elvetici, tramite un processo in laboratorio di sublimazione della cremazione, le ceneri umane possono essere trasformate prima in carbonio-grafite e poi in diamante da consegnare ai congiunti).
Allo scopo di evitare “derive panteistiche o naturalistiche”, sconfinando nella banalizzazione del grande mistero della morte, com’è generalmente giustificato a livello teologico sulle pubblicazioni cattoliche, la Congregazione, ex Sant’Uffizio, presieduta dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, va, dunque, a colmare, con una sorta di legge-quadro, il vuoto normativo del diritto canonico relativo alla disciplina della conservazione delle ceneri, derivato dalla secolare contrarietà della Chiesa alla cremazione non come violazione all’insegnamento di Cristo, bensì quale espressione – sin dall’epoca dell’Illuminismo francese – di un fervente e pericoloso anticlericalismo.