UE, manovra di sostenibilità per lo sviluppo urbano

Negli ultimi decenni la comunità internazionale ha sviluppato una serie di percorsi per dare insieme impulso al progresso delle città. Infatti, l’attuale modello economico spinge le grandi aree urbane a ingrandirsi sempre di più, implicando una serie di nuove esigenze che le amministrazioni pubbliche devono dirigere con efficienza. Spesso si tratta di porre maggiori sforzi nel gestire servizi essenziali quali l’energia, le risorse idriche, i trasporti, le abitazioni e le strutture sanitarie. Sulla base di alcuni principi comuni, le organizzazioni internazionali, tra cui spicca l’Unione europea, hanno iniziato a definire congiuntamente le caratteristiche che dovranno avere le città sostenibili nel prossimo futuro.

La scorsa settimana si è svolta a Quito, in Ecuador, la conferenza mondiale Habitat III, organizzata dalle Nazioni Unite, che ha reso noti i nuovi orientamenti per rendere le città di tutto il mondo più sicure, più verdi, inclusive e prospere. Tale evento costituisce un passaggio cruciale all’interno della strategia globale dal nome Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nel quadro di una riforma radicale che include anche gli esiti dell’Accordo di Parigi (COP21) del dicembre 2015. L’incontro di Quito è stato il naturale prosieguo del vertice ONU che lo scorso 27 settembre ha adottato la nuova Agenda 2030, alla presenza di oltre 150 capi di Stato e di governo. In occasione di Habitat III, la Commissione europea ha presentato il proprio piano per conseguire in Europa gli obiettivi concordati a livello mondiale.

La strategia europea, che prende il nome di Agenda urbana dell’UE, comprende al suo interno metodi per l’implementazione dell’economia circolare, fondata su sistemi di produzione e consumo più sostenibili, sia tramite le politiche esterne dell’UE, che per mezzo del sostegno agli sforzi di attuazione in altri paesi, specie per quelli con maggiori necessità. Il piano d’azione dell’UE prevede 12 temi prioritari, che spaziano dalla mobilità urbana alla qualità dell’aria, dall’integrazione dei migranti alla transizione digitale (è possibile visualizzarli tutti in questa infografica); inoltre, sono stati individuati tre impegni specifici, legati a diverse aree di applicazione:

1) Realizzare lo sviluppo sostenibile delle città attraverso l’Agenda Urbana dell’UE: la nuova agenda urbana ONU e l’agenda urbana dell’UE condividono la stessa visione di uno sviluppo equilibrato, sostenibile e integrato. L’agenda urbana europea contribuisce all’attuazione della nuovo piano di sostenibilità in Europa in partenariato con le parti interessate delle città come le amministrazioni pubbliche, le imprese, le ONG e i rappresentanti di Stati membri e istituzioni europee.

2) Elaborare una definizione globale e armonizzata delle città: per confrontare meglio i dati, analizzare e monitorare meglio si dovrebbe usare una definizione comune delle città in tutto il mondo. L’Unione europea elaborerà tale definizione insieme all’OCSE e alla Banca mondiale, basandosi sulla definizione UE-OCSE delle città, fondata sulle dimensioni e la densità della popolazione, e sul grado di urbanizzazione UE. Verrà inoltre elaborata una banca dati online, con un elenco condiviso delle città e delle loro principali caratteristiche. Una proposta di definizione globale delle città sarà infine presentata alle Nazioni Unite.

3) Promuovere la cooperazione tra città nel campo dello sviluppo urbano sostenibile: prendendo spunto dall’approccio della rete europea URBACT e sulla metodologia del programma UE di cooperazione internazionale urbana, le città di tutto il mondo potranno stabilire un legame con una o più città partner, per attuare piani d’azione a livello locale e progetti su priorità comuni, come l’accesso alle risorse idriche, i sistemi di trasporto, la salute o gli alloggi. I partner commerciali dovrebbero essere strettamente associati all’elaborazione e all’attuazione di tali piani d’azione.

Il Commissario UE per la politica regionale, Corina Creţu, ha così descritto l’impegno europea nel corso della conferenza di Quito: «I nostri impegni si fondano sull’esperienza accumulata dall’UE durante anni di attuazione della politica urbana, con programmi e progetti che hanno dato i loro frutti. È giunto il momento di estendere il concetto oltre i confini dell’UE. Esso metterà l’UE all’avanguardia dello sforzo globale volto a sfruttare il potere di una rapida urbanizzazione e trasformarlo in opportunità di occupazione, crescita e una migliore qualità di vita per tutti».

L’Unione europea si appresta inoltre a lanciare un programma triennale 2016-2019 per promuovere la cooperazione urbana internazionale, guidato dall’organo International Urban Cooperation (IUC). E’ ormai evidente che le città europee vogliano collaborare tra loro, per condividere conoscenza e nuove soluzioni. Nella prima fase di questa strategia a lungo termine, la IUC svilupperà cooperazioni con città partner chiave in Asia e nelle Americhe, attingendo a un budget di oltre 20 milioni di euro e ad azioni territoriali quali l’Accordo Globale dei Sindaci e il coordinamento inter-regionale sull’innovazione per lo sviluppo locale.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

NMDC

successivo

Cremazione, il Papa apre con riserva

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *