Via libera UE ad incremento forniture gas russo
La battaglia per il predominio del trasporto energetico in Europa sembra essere giunta a un principio di accordo: nei giorni scorsi la Commissione europea si è espressa favorevolmente nel consentire a Gazprom l’aumento nell’utilizzo del gasdotto tedesco Opal. Fino a questo momento l’azienda russa produttrice di gas naturale, che fornisce ben il 25% del fabbisogno a tutta l’Unione europea, lo aveva utilizzato soltanto al 50% della propria capacità di trasmissione.
Tale intesa stipulata tra Russia e UE presenta tuttavia delle limitazioni tecniche. I flussi di gas aggiuntivi non potranno più beneficiare delle regole di esenzione europee (che in precedenza sono servite alla costruzione del gasdotto stesso), potendo in questo modo favorire la concorrenza: la Commissione ha imposto operatori terzi possano sfruttare le condutture di gas per una quota che varia dal 10 al 20%, in base alla domanda. Inoltre la Gazprom non potrà neanche partecipare alle aste a un prezzo più alto rispetto a quello di base.
Dal loro punto di vista, le istituzioni UE vogliono relazionarsi con lo strapotere di Gazprom in modo da conformarne gli obiettivi economici e politici alle esigenze del Mercato interno europeo. Già nel 2015, infatti, la Commissione europea indicava le pratiche commerciali di Gazprom sui mercati del gas in Europa come un abuso di posizione dominante, violando del tutto le norme UE in tema di antitrust. Ciò tramite «una strategia di compartimentazione dei mercati del gas dell’Europa centrale e orientale, limitando la capacità dei propri clienti di rivendere il gas a livello transfrontaliero». Si pensa inoltre che Gazprom abbia subordinato le proprie forniture di gas all’assunzione di impegni di altra natura da parte dei rivenditori all’ingrosso in relazione alle infrastrutture di trasporto del gas.
La decisione europea di dare il via libera all’accordo, con l’ulteriore sfruttamento del gasdotto tedesco Opal, sembra tuttavia favorire la Germania e contestualmente aggirare l’Ucraina. In base alle dichiarazione UE, la decisione non si abbatterà negativamente su Kiev, perché i volumi aggiuntivi di gas compenseranno i tagli di gas da argille (“shale gas”) in Olanda. Questo tema riapre una maglia molto delicata che era già esplosa lo scorso anno, con lo stop da parte di Gazprom alle forniture di gas all’Ucraina, accusata di non provvedere ai pagamenti. Il governo di Kiev aveva risposto che le forniture erano troppo care, decidendo di non pagare più. Tale scenario aveva avviato un allarme su potenziali rischi di rifornimenti di gas in Europa. Adesso, bypassando il paese ex-sovietico, i rapporti tra UE e Russia in merito all’approvvigionamento di gas naturale pare abbiano un canale più diretto. Ovviamente, a Kiev la notizia di questo accordo non verrà accolta positivamente.
Opal è il gasdotto che consente il passaggio del gas russo direttamente alla Germania, senza passare attraverso altri Paesi, e collegandosi al Nord Stream, del quale da tempo si discute il raddoppio, il cosiddetto “Nord Stream 2”. L’aumento della capacità di transito di Opal a favore di Gazprom risulterebbe dunque necessario per realizzare il raddoppio stesso, sostenuto dalla Germania ma a cui si sono finora opposti l’Italia e i Paesi dell’Est e baltici. Dopo la positiva decisione UE, dunque, lo scenario sembra ancora una volta rivolgersi positivamente verso i tedeschi, portando forse a una nuova posizione dominante di mercato tra gli Stati europei. Attualmente, Gazprom è il fornitore principale di gas in molti paesi dell’Europa centrale e orientale. Fino a questo momento, i vertici di Bruxelles ne hanno evidenziato la tendenza ad ostacolare la concorrenza in ben otto Stati: Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia.
Probabilmente gli intenti dell’UE di stabilire accordi diretti con la Russia tendono a volerne arginare il potere sempre maggiore che ha esercitato negli ultimi anni. Dovendo puntare sempre più al consolidamento di un Mercato Unico Europeo – soprattutto in tema di energia – Bruxelles prova ad “allearsi con nemico”, per ottenere maggiori benefici rispetto a rapporti commerciali meno precisi e in un certo senso maggiormente subordinati.