Rappresentanza UE di Madrid, intervista a Isabel Mateo
Nel corso di una recente trasferta a Madrid di Futuro Europa, abbiamo colto l’occasione per tornare a visitare la Rappresentanza del Parlamento e della Commissione UE in Spagna, così come avevamo fatto lo scorso anno. Questa volta abbiamo intervistato Isabel Mateo, responsabile del Dipartimento Educazione e Gioventù. In qualità di funzionario europeo, Isabel gestisce quotidianamente le attività legate alla diffusione della cultura europea tra i giovani provenienti dagli istituti educativi di Madrid, della Comunità Autonoma e di tutta la Spagna. L’area da lei coordinata gestisce inoltre eventi, conferenze e incontri periodici presso i locali della Rappresentanza, per avvicinare sempre più l’Europa ai suoi cittadini.
Quali sono le principali attività sviluppate dal Dipartimento di Educazione della Rappresentanza UE di Madrid?
«Il nostro compito principale è quello di organizzare ogni anno un concorso scolastico online chiamato EUROSCOLA, con prove individuali e collettive, per selezionare i gruppi spagnoli (centri scolastici) che parteciperanno allo stesso programma al Parlamento UE di Strasburgo. Questa competizione si organizza in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Spagna e il Ministero degli Esteri e della Cooperazione (Segreteria di Stato per la UE), oltre alla collaborazione delle Comunità Autonome. Tale progetto educativo ha come obiettivo quello di avvicinare i giovani all’Unione Europea, migliorandone le conoscenze a riguardo e ispirandoli nel partecipare alla costruzione attiva dell’Europa.
Inoltre riceviamo continuamente visite di studenti presso i nostri uffici: da un gruppo di 50 bambini di 7 anni che hanno lavorato sul tema Europa nelle loro classi, passando per comitive provenienti da scuole primarie, medie e superiori, istituti di formazione professionale e universitari. La maggior parte sono gruppi di studenti stranieri in visita presso università spagnole, ad esempio dalla Trinity University di San Antonio (Texas). Riceviamo visitatori anche da istituzioni educative di Madrid, come l’Università Pontificia Comillas Internacional, l’Istituto Universitario di Sviluppo e Cooperazione (IUDC), la Fondazione Ortega y Gasset e l’Università Antonio de Nebrija».
Di quali altri progetti e iniziative vi occupate nel corso dell’anno?
«Sosteniamo e collaboriamo con progetti educativi quali: il Model European Parliament (MEP), indirizzato alle scuole superiori, che simula i lavori e le decisioni prese all’interno del Parlamento Europeo; Il Forum Europeo di Dibattito tra i Giovani, organizzato tra scuole internazionali e diversi istituti secondari di primo grado; il progetto Ambassador School, tra scuole elette come ambasciatrici del Parlamento Europeo; l’organizzazione in Spagna del concorso annuale “Charlemagne Youth Prize” per giovani europei dai 18 ai 30 anni, e la diffusione del Premio Sakharov per la libertà di pensiero, entrambi organizzati dal Parlamento Europeo; le attività per la celebrazione del Giorno dell’Europa, il 9 maggio di ogni anno; la Giornata Europea delle lingue, che si celebra il 26 settembre; e altre manifestazioni a carattere educativo, come la Festa della Donna e la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità; la preparazione di ogni tipo di attività per fomentare tra i giovani l’interesse per l’Europa e l’Unione Europea, come la cura e diffusione di pubblicazioni pedagogiche, sia in rete che nel territorio; servizi di contatto e informazioni aggiornate per gli eurodeputati spagnoli».
Nel 2016 la Spagna ha celebrato i suoi 30 anni dall’ingresso ufficiale nell’Unione Europea. Come ha risposto l’opinione pubblica alle vostre attività in relazione a questa importante ricorrenza?
«La gente ha risposto sia con interesse che con una certa preoccupazione per il futuro. La Spagna era e continua ad essere molto europeista, tuttavia la crisi economica che non riesce ancora a risolversi ha portato molti spagnoli a riflettere sull’utilità del progetto europeo. Con le nostre campagne #YyaVan30 e #cómohemoscambiado stiamo cercando di “rianimare” il loro interesse e la partecipazione».
Nel corso del 2016, infatti, la Rappresentanza UE in Spagna ha promosso una serie di campagne di comunicazione istituzionale per celebrare i 30 anni di permanenza nell’Unione Europea. In particolare, è stato realizzato un sito web interattivo che ripercorre la storia dell’adesione sin dal 1962, momento in cui la Spagna comincia per la prima volta il suo percorso di avvicinamento all’Europa.
Inoltre, con l’iniziativa #cómohemoscambiado si è dato il via a un percorso fotografico che permette di conoscere l’evoluzione delle istituzioni UE in Spagna, attraverso stampe fotografiche di grande formato esposte in punti strategici delle città di Madrid e Barcellona. Per dare seguito alla campagna, i visitatori della mostra sono stati invitati a utilizzare l’hashtag dedicato per condividere le proprie fotografie sui social network, che verranno poi selezionate e raccolte in un e-book ufficiale.
La Spagna sta ponendo sempre più attenzione al settore educativo, per dotare le nuove generazioni di nuove competenze per il 21° secolo (es. uso delle tecnologie ICT, intelligenza emotiva, abilità imprenditoriali). Pensa che il sistema educativo nazionale in Spagna stia lavorando bene, o ci sono aspetti che potrebbero essere migliorati?
«Iniziamo dicendo che il più grande problema della Spagna è che ogni volta vengono destinati meno fondi all’istruzione, con investimenti che si trovano molto al di sotto della media europea in questo campo. Inoltre i cambiamenti alla legislazione sull’istruzione degli ultimi anni non ne hanno favorito il miglioramento. Il mondo sta cambiano molto rapidamente, tuttavia abbiamo un’Europa del 21° secolo con sistemi educativi molto simili a quelli dell’800. Si registrano grandi percentuali di insuccesso scolastico, per cui è necessario cercare metodi di insegnamento alternativi: un sistema che presenti maggiore flessibilità e permetta lo sviluppo di nuove competenze, ad esempio tramite l’apprendimento delle lingue o della capacità di lavorare in squadra – tutti elementi indispensabili per i cittadini europei del futuro.
Ritengo che la formazione che stiamo offrendo ai nostri giovani sia obsoleta. E’ necessario che gli educatori e gli esperti pedagogisti lavorino intensamente su questo tema, aggiornando i sistemi scolastici alle esigenze attuali, e puntando soprattutto sulle nuove tecnologie: non solo perché questi strumenti stanno cambiando il mondo e sono a disposizione di tutti, ma in quanto i ragazzi e i bambini ne fanno già un uso regolare».
Tra gli obiettivi per trasformare l’educazione in Europa, la Commissione Europea ha intenzione di incrementare la qualità dei progetti per la formazione del corpo docente, verso sistemi di insegnamento più innovativi. Qual è la situazione in Spagna a riguardo?
«La qualità di un sistema educativo dipende enormemente dal grado di preparazione dei suoi professori. I docenti europei vengono formati adeguatamente, soprattutto riguardo alle nuove competenze? Nelle scuole è sempre più necessario porre grande attenzione a temi cruciali come l’interculturalità, la trasmissione di valori, il mantenimento di un buon ambiente scolastico, la lotta contro il bullismo (sempre più frequente nelle nostre società), l’adeguamento dell’istruzione a formule più partecipative per i giovani, per prepararli al futuro inserimento nel mondo del lavoro.
Nei nuovi corsi di laurea in Insegnamento per l’Educazione Primaria in Spagna vengono inclusi questi e altri aspetti, per far sì che la scuola risponda adeguatamente alle sfide e ai progressi della società. Abbiamo bisogno di un corpo docente con professori altamente qualificati, che sappiano rispondere alle necessità delle nuove generazioni. Di tutto questo si fa promotrice la Commissione Europea, finanziando programmi educativi per alunni, professori, direttori e formatori. In particolare, il programma Erasmus ha registrato un successo senza precedenti, con la Spagna tra i luoghi più ambiti tra i giovani studenti provenienti dall’estero.
Da ricordare che il sistema dell’istruzione in Spagna è gestito in maniera indipendente dalle diverse regioni o comunità autonome. Credo sia indispensabile trovare un accordo educativo che dia stabilità al sistema, permettendo di migliorarlo in qualità e risultati misurabili. Solo in questo modo sarà possibile un rinnovamento che si rifletta su ogni singolo cittadino e sulla collettività, a vantaggio del futuro del Paese e anche come effetto della presenza dell’Unione Europea».
Per dare prova della propria presenza costante nella vita dei cittadini, la Commissione Europea in Spagna offre inoltre un servizio radiofonico di informazione settimanale, in collaborazione con RTVE Radiotelevisione Spagnola: Preguntale a Europa è infatti uno spazio di Radio 5 dedicato alle domande e ai dubbi che gli ascoltatori esprimono sul funzionamento delle istituzioni europee, potendo ascoltarne risposte e commenti direttamente dalla viva voce dei funzionari locali o dalla sede principale di Bruxelles.