Italiani a Berlino
Berlino – Ruth Stirati, 40 anni, imprenditrice, donna italiana, romana. L’abbiamo incontrata in un caffè, sorriso smagliante. occhi lucenti e capelli folti e abbaglianti. Ruth lavora nel campo dell’immobiliare, Case a Berlino, ha costruito un piccolo impero, nato per caso come ci ha raccontato. ll suo sguardo racconta intraprendenza e capacità creativa tutta al femminile.
E’ arrivata a Berlino nel ‘93 stanca di Roma, stanca di non poter andare all’Università in bicicletta, stanca che non ci fossero posti all’Università durante le lezioni, stanca del comportamento negli uffici comunali, stanca di una città per nulla a dimensione d’uomo, stanca anche degli stessi romani. Ha scelto Berlino spinta dall’ insofferenza per Roma, dalla sua qualità di vita, dal fatto che voleva approfondire il tedesco imparato da piccola e anche perché la città le ha regalato l’amore della sua vita, il padre dei suoi figli.
All’inizio è stata dura, non riusciva a capire nulla all’Università, in casa subiva una sorta di mobbing fatta dal ragazzo della sua coinquilina, il suo fidanzato Thomas era lontano per il militare e ancora non esisteva internet, non esistevano quindi le mail, le chat, skype ecc. La lettera era l’ unico veicolo di contatto con l’ Italia, gli amici, il calore degli affetti. Pochi soldi, studio lavoro e difficoltà, ma tutti i risultati che arrivavano erano motivo per andare avanti. I ricordi sono quindi malinconici da una parte ma pieni di voglia di farcela e di andare avanti.
Case a Berlino nasce sei anni fa, per caso. Una cugina le chiede di aiutarla a comprare una casa a Berlino, a Ruth piace l’idea, perché ama da sempre girare in bicicletta per Berlino, scoprirla e conquistarla. L’iter si compie, la casa è acquistata. Arriva allora un cugino e succede di nuovo. Ruth capisce che ci sono grandi opportunità in questo campo, ma soprattutto si accorge della differenza di prezzo al metro quadro tra le case in Italia e a Berlino.
Una sera allora con il marito Thomas acquistano il dominio www.caseaberlino.com , il nome arriva così, sembra che fosse lì da sempre, si costruisce il sito e tutto inizia, molto velocemente, una mail tira l’altra. Case a Berlino, si occupa di trovare case da comprare, di seguire tutta la procedura, di rispondere alle necessità delle persone che vogliono comprare una casa, ha anche un portfolio di case da affittare che sono appunto di clienti italiani.
Nata da lei, oggi Case a Berlino conta 15 dipendenti, alcuni a tempo pieno, altri a tempo breve (mini job) e una socia Catrin Tomaselli. L’attività va bene, ma richiede tanto lavoro, una capacità innovativa costante e una ottimizzazione della propria vita personale. Ma entrambe le socie sono comunque fiere di riuscire a chiudere l’anno sempre in positivo, pagando i dipendenti e con nuovi progetti per il futuro.
Quello che piace a Ruth del suo lavoro è girare per Berlino, incontrare nuovi clienti e vedere nuove case. Ruth ha studiato Biologia all’ università, voleva essere etologa ma un ostacolo nel percorso l’ha deviata verso la parassitologia molecolare. Si laurea in Parassitologia molecolare facendo alcuni esperimenti sui gerbilli. Lavora poi per dieci anni in una azienda farmaceutica. Ma la consapevolezza che in fondo l’azienda non aveva come obiettivo la persona ma il guadagno, l’ha spinta a lasciare.
Il bilancio dopo 20 anni Berlinesi, positivo. La città le permette di fare quotidianamente mille cose, mentre Roma per la sua conformazione e per la “dolce vita” che rende tutto meraviglioso ma lento e immobile, no. Berlino non è la Germania, Berlino è la sua captale, ma è una città completamente a sè.
Ruth è una persona impaziente, curiosa, sempre in attività. Roma la ama, ma non è il luogo per lei. Ruth ama il verde e Berlino risponde anche a questa esigenza. Ruth cerca la qualità di vita, la possibilità di conciliare il lavoro, la famiglia, il tempo per i figli e quello per il lavoro. A Roma non è questione di “volere o potere”, ma è proprio la città che non permette di vivere meglio. Di Roma le manca il clima, Ruth subisce il buio di Berlino, non riesce a carburare se non prima delle 10 di mattina. La frammentazione della città non le piace, le manca il contenimento di un centro storico. Le mancano anche la diversificazione del paesaggio che con grande facilità ci sono a Roma. Basta uscire dalla città ed essere al mare o in montagna. Intorno a Berlino la campagna è estremamente uniforme, non si trovano montagne e il mare è a tre ore di distanza. Ma di Berlino apprezza il continuo evolversi, cambiare, la capacità di reinventare i luoghi, e cita per questo l’ex aeroporto di Thempelhof, oggi un parco pubblico. Berlino negli anni è cambiata moltissimo, le case all’inizio avevano tutte la stufa a legna o a carbone e i bagni sulle scale, si beveva nelle Knipe (birrerie) circondate da case distrutte e malandate. Il cambiamento è però stato repentino, quando si è deciso di rendere interi quartieri di nuovo vivibili recuperandoli, allora la città è cambiata velocemente e ad esempio Prenzlauerberg che prima era un quartiere studentesco è diventato un luogo per le persone ricche “con i passeggini da 800 euro l’uno”.
Anche se Berlino sta cambiando per Ruth continua ad esistere la sua energia e l’invasione degli stranieri è vista come una cosa positiva anche perché riconosce al Comune di Berlino l’accortezza di aver fatto una legge per cui chi è in affitto non può essere mandato via prima di dieci anni, proteggendo in questo modo la varietà dei quartieri. Certo però Ruth, da immobiliarista, sottolinea anche il fatto che alcuni approfittano di questa legge avendo in luoghi importanti della città, case a bassissimo costo, mettendo in questa maniera in difficoltà i proprietari che a volte non riescono con l’affitto a coprire le spese. Berlino è comunque una capitale e questo non va dimenticato. Ruth si è sempre sentita integrata, parte di questa città. Forse perché il suo percorso è stato al contrario, prima solo amici tedeschi all’università, poi per la scuola bilingue dei figli la riscoperta dell’affinità con gli italiani data anche dalla lingua. Ruth ha dei progetti per il suo futuro: un anno sabatico in Nuova Zelanda con tutta la famiglia ”se si riesce!” E poi in vecchiaia ritrovare la sua vecchia passione per l’etologia o aprire un luogo per gli animali sperduti ma soprattutto Ruth progetta di recuperare le “piccole cose della vita”.
Infine per Ruth l’Italia resta uno dei paesi più belli del mondo, ne apprezza la capacità della solidarietà e la creatività degli italiani. Ma dell’Italia Ruth disdegna quella classe politica corrotta e lontana dalle esigenze dei cittadini. Sottolinea il divario enorme tra queste due italie, per cui lei non si riconosce più, perché questo paese è un paese che limita e soffoca la libertà individuale. Alla domanda “che consiglio dai all’Italia?” Ruth esita, non sa bene cosa dire: una primavera araba? No la gente è troppo stanca e senza speranze, forse è il caso che anche in Italia si ricominci dalle piccole cose.
©Futuro Europa®
3 Comments
Ma poverini questi proprietari, che cattivoni questi affittuari: potrebbero andare a vivere ad Marzahn invece di “occupare” le case di Mitte…
Ciao Armando, forse nell’intervista non si capisce bene cosa intendevo. Io sostengo il senato di Berlino che sta mettendo paletti sia per alzare gli affitti con risanamenti di lusso, sia mettendo delle leggi per evitare che tutta Berlino diventi una casa vacanza. Il bello di Berlino é proprio il mix sociale che si trova nei diversi quartieri. Quello che però anche vedo, é l’altro lato della medaglia che molti non realizzano proprio. I proprietari degli appartamenti, soprattutto qua in Germania, hanno costi di manutenzione del palazzo intero elevati, a differenza dell’Italia. Con l’aumento di tutti i costi ( costi di mano d’opera, costi del personale, costi del materiale) , ma non dell’affitto, si ritrovano in parte ad andare addirittura in rosso, in quei casi in cui alcune case siano ancora affittate a 3 o 4 euro nette al metro quadrato. Io dico solo che un adeguamento degli affitti negli anni é un processo normale che dovrebbe ovviamente andare a pari passo con l’aumento degli stipendi, dei sussidi dati dallo stato ( e ne vivono tanti qua, con l’affitto pagato dallo stato), etc. Ovviamente anche io non andrei mai via da una casa con basso affitto, io stessa vivo in affitto, ma faccio semplicemente presente che esistono anche quei proprietari che fanno una rendita praticamente uguale a zero. Spero di esseremi spiegata meglio.
Perdonami, ma se il proprietario ha una rendita pari a zero, vuol dire che si è fatto male i conti facendosi abbindolare dall’agenzia. Non vedo perchè il conto lo debba pagare il pensionato che paga 3 euro a mq.