Giubileo della Misericordia, un bilancio

Il Giubileo Straordinario della Misericordia che si aprì l’8 dicembre 2015, proclamato da Papa Francesco con la Bolla Pontificia d’Indizione: “Misericordiae Vultus” si è concluso lo scorso 20 novembre. Conclusione del Giubileo che è stata seguita, il 21 novembre, dalla diffusione della Lettera Apostolica del Santo Padre: “Misericordia et Misera”.

“In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo, di ogni donna e ripeta con fiducia e senza sosta ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre” queste le parole con cui Papa Francesco scelse di chiudere la Bolla.

Nella Bolla l’Anno Santo Straordinario viene visto anche, ma non solo, come momento in cui potesse essere ribadito, nella forma e nella sostanza, nella concreta realtà di ciascuno, il ruolo della Chiesa in quanto “strumento” per mezzo del quale la Misericordia di Dio può avverarsi nel mondo: “per lasciarci sorprendere da Dio” e di questo tutti devono acquistare consapevolezza. “La Misericordia – ricorda il Pontefice – non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo – continuando -… tutto si rivela nella Misericordia, tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre”. “Al centro c’è l’amore di Dio che sa leggere nel cuore di ogni persona, per comprendere il desiderio più nascosto…”. La miseria del peccato è stata rivestita dalla Misericordia dell’amore.

Nella Lettera Apostolica di chiusura dell’Anno Santo, Papa Francesco ha dato indicazioni che anche in futuro resteranno al centro della predicazione della Chiesa e in cima ai suoi obiettivi apostolici di evangelizzazione: novità che modificheranno parti del Diritto Canonico, del Calendario Liturgico, della Pastorale di Evangelizzazione e sacramentale.

Con la conclusione dell’Anno Santo non si ferma l’opera dei Missionari della Misericordia che proseguiranno il loro servizio con le particolari “facoltà” riservate alla Sede Apostolica e trasmesse ad alcuni sacerdoti nel mondo dal Santo Padre. Lettera Apostolica in cui più volte è ribadito che niente di quanto “…un peccatore pentito pone dinanzi alla misericordia di Dio può rimanere senza l’abbraccio del suo perdono, E’ per questo motivo che nessuno di noi può porre condizioni alla Misericordia, che rimane un atto di gratuità del padre, un amore incondizionato e immeritato. Non possiamo correre il rischio di opporci alla piena libertà dell’amore con cui Dio entra nella vita di ogni persona”. “Misericordia che è azione concreta dell’amore che, perdonando, trasforma e cambia la vita. E’ così che si manifesta il suo mistero divino. Dio è misericordioso (cfr Es 34,6) la sua misericordia dura in eterno (cfr Sal 136) di generazione in generazione abbraccia ogni persona che confida in lui e la trasforma, donandole la sua stessa vita”.

“Misericordia” che sembra quasi essersi astratta dal suo senso più strettamente religioso e spirituale e, divenuta valore simbolico, essersi diffusa su tutta la durata dell’Anno Santo, anche per quanto riguarda ambiti più “terreni”: come quello della “Sicurezza”. Sicurezza sul cui versante, fortunatamente, si sono registrati dati più che confortanti anche grazie al contributo delle Forze dell’ordine e al supporto strategico fornito dal Ministero dell’Interno. Ed è a questo che si riferiva il Ministro Alfano quando, ringraziando tute le Forze dell’ordine per il lavoro svolto e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo a far andare tutto per il meglio, ha parlato di un “modello italiano di gestione della sicurezza che funziona e ha portato risultati”. Sicurezza che è stata garantita non solo a Roma, ma in tutti i luoghi simbolo della cristianità, che in qualche modo potevano essere oggetto di attacchi terroristici. A fronte di una presenza registrata di 20.875.594 persone, che hanno partecipato alle cerimonie che si sono svolte a Roma, in Vaticano, nel nostro Paese.

Durante il periodo del Giubileo, di questo “Giubileo decentrato” voluto così fortemente d papa Francesco, stando ai dati resi pubblici dal Ministero dell’Interno, sono stati realizzati 151 eventi realizzati nella capitale e 295 nel resto d’Italia; aperte 10.000 Porte Sante di cui 14 nella provincia di Roma, nelle cattedrali, nelle carceri, negli ospedali, in ogni angolo del mondo; monitorati in tutta Italia 5.300 cittadini stranieri di cui si pensava potessero avere possibili legami con ambienti radicalizzati; controllati 300 esercizi pubblici; 200 veicoli ed effettuate 500 perquisizioni domiciliari. Il rafforzamento dei controlli su Roma e provincia ha consentito di ridurre del 17% i reati, con più di 3.000 arresti e 10.000 denunciati.

Per Papa Francesco il Giubileo è stato, anche, l’occasione per ribadire la sua visione della Chiesa e il senso della sua missione, testimoniandola al mondo e, contemporaneamente, proseguendo la sua azione di trasformazione dei cardini che fino ad oggi avevano regolato le modalità comunicative abituali ai “principi della Chiesa”: abbandona le Encicliche, mette da parte “le intenzioni di conversione delle pecorelle smarrite” intese in “senso immediato e lineare”: quello che vuole è portare avanti un dialogo anche con i non credenti e sa che l’effetto dei suoi ammonimenti e insegnamenti è amplificato se fatto dall’interno di un Anno Santo e ancor di più se della Misericordia, diffondendoli per mezzo dei media in ogni angolo del mondo.

Misericordia che, come diceva Tommaso D’Aquino, è “…un gesto di innalzamento, l’espressione della volontà gratuita con cui per amore l’esistenza umana viene sopraelevata dal peccato, è la più grande della virtù e per mezzo suo ci si può elevare dalle miserie terrene”.

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