Doctor Strange (Film, 2016)
Non potevo perdermi un film come Doctor Strange per niente al mondo, perché sono cresciuto a pane e Marvel, ricordo ancora l’emozione di un bambino di dieci anni che sfogliava i mitici numero uno di Uomo Ragno e Devil pubblicati dall’Editoriale Corno di Milano. Doctor Strange, scritto da Stan Lee e disegnato da Steve Ditko, usciva in appendice alle storie dell’Uomo Ragno, godeva dei suoi stessi creatori, aveva lo stesso tratto spigoloso ed essenziale. Proprio come Peter Parker anche Stephen Strange ricadeva sulle spalle del creatore grafico della serie, perché a tutti è nota la poca simpatia di Stan Lee per scrivere sceneggiature. Il sorridente si limitava ad abbozzare un soggetto e poi faceva tutto Ditko, in seguito Bill Everett, Gene Colan, Jack Kirby, Sal Buscema e molti altri, anche perché il signore delle arti mistiche entrerà a far parte prima dei Difensori e poi dei Vendicatori.
Doctor Strange non ha mai avuto un albo tutto suo in Italia ed è un personaggio minore, con tutti i rischi che comporta l’idea di produrre una pellicola su un fumetto poco noto, soprattutto ai più giovani. Un film di cui si parlava sin dagli anni Ottanta, con una bozza di sceneggiatura scritta addirittura da Stan Lee, che la Marvel ha potuto produrre soltanto adesso, vista la grande difficoltà a rendere credibile una storia mistica più che fantastica, giocata su un piano tutto soprannaturale. Serviva il 3 D – mai così essenziale – ma anche un regista visionario come Scott Derrickson che è riuscito a dare un’impronta personale alla storia, creando cattivi e comprimari nuovi, inventando persino una fidanzata chirurgo per il Doctor Strange.
Nonostante tutto il film non scontenterà i puristi, quelli che come me hanno amato il Doctor Strange dei fumetti, perché le basi storiche sono rispettate in pieno. Stephen Strange è un chirurgo arrogante e ambizioso che perde l’uso delle mani dopo un incidente automobilistico e per ritrovarlo si reca a Katmandu (nel fumetto in Tibet) dove entra in contatto con l’Antico e i suoi poteri mistici. Strange sceglierà di combattere il male assoluto, gli zeloti di Dormammu, grazie all’Occhio di Agamotto e alla cappa della levitazione, rinunciando a tornare a fare il chirurgo. Molte battaglie con effetti speciali grandiosi (palazzi che ruotano, cadono, si dissolvono e vengono ricomposti, viaggi nello spazio temporale, cambi di dimensione, passaggi di linee spazio-temporali) ma anche cura psicologica nel tratteggiare i personaggi, con la maturazione di un uomo che capisce il suo ruolo nel mondo. Toccante la morte dell’Antico e il dialogo sulla vita e sulla morte tra lui e il Doctor Strange che diventerà il suo erede.
Doppio finale (non uscite prima della fine dei titoli di coda!) con l’anticipazione dell’ingresso del signore delle arti mistiche nei Vendicatori, per dare una mano a Thor, ma anche con Karl Mordo che si preannuncia come nuovo cattivo da combattere. Da vedere, insieme ai vostri figli, piacerà più a voi che a loro, specie se siete stati bambini negli anni Settanta.
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Regia: Scott Derrickson. Soggetto: Stan Lee, Steve Ditko. Sceneggiatura: Robert Cargill, Scott Derrickson. Produttore: Kevin Feige, Stan Lee. Fotografia: Ben Davis. Montaggio: Wyatt Smith, Sabrina Prisco. Musica: Michel Giacchino. Scenografia: Charles Wood. Costumi: Alexandra Byrne. Case di Produzione: Marvel, Walt Disney. Durata: 115’. Genere. Fantastico. Interpreti: Benedict Cumberbatch, Chiwetel Ejiofor, Rachel McAdams, Benedict Wong, Michael Stuhlbarg, Benjamin Bratt, Mads Mikkelsen, Tidda Swinton, Scott Adkins.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]