II Forum Med

Roma – Il Mediterraneo, come non tralascia di sottolineare il Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni – aprendo con i “Mediterranean Dialogues”, appena conclusisi, che hanno riunito i principali Paesi coinvolti – è l’occasione per affermare la necessità di una politica improntata alla cooperazione multilaterale a livello globale. “Dialoghi” da cui ci si è aspettato proposte, suggestioni, riflessioni “sul modello di Helsinki”. Così come allora, nel lontano 1975, la Conferenza di Helsinki fu il modo per trovare soluzioni alle tensioni tra Est ed Ovest nello stesso modo ci si augura che si arrivi a conclusioni e soluzioni di geopolitica di questo particolare contesto che saranno poi portate in tutti Forum Internazionali in cui l’Italia sarà coinvolta nei prossimi mesi: dal G7, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Cooperazione multilaterale ad ampio raggio: nel settore dell’energia, con la creazione di tre piattaforme distinte di cooperazione sul gas, sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica oltre che sulla creazione del “Mercato elettrico regionale”. E avvio che già nel 2015 consentì e tutt’ora ci mette in condizioni di avere un quadro di riferimento stabile per realizzare programmi di cooperazione finanziati dalla Commissione Europea.

Per l’Italia, per la particolare posizione geografica e strategica all’interno delle relazioni di politica internazionale ed economica, il Mediterraneo costituisce una delle principali priorità ed evidentemente tutte le varie problematiche che sorgono lo riguardano direttamente. Nella II Edizione del Forum MED, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Istituto di Politica Internazionale (Ispi), sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, si è trattato di sicurezza comune, lotta al terrorismo, futuro del Medio Oriente, immigrazione, energia, crescita, ruolo delle donne e dei giovani per il rilancio dell’economia.

Forum MED è stata una Conferenza che è voluta essere l’occasione, una volta in più, se mai ce ne fosse bisogno, per mettere in evidenza quanto, l’area geografica che si affaccia sulle sponde del Mediterraneo sia ricca di opportunità dal punto di vista economico e “che necessita di crescita e connessione” e l’energia è la chiave di volta che consente, per la sua funzione nevralgica, di promuovere e sviluppare entrambi gli ambiti, crescita e connessione, congiuntamente, sottolinea Gentiloni.

Così come emerge, tra le altre cose, dalle giornate di lavoro della Conferenza, che per la lotta all’Isis che “il 2017 potrebbe essere l’anno della sua definitiva sconfitta a Sirte, Mosul e Raqqa”. Quello a cui ci si deve preparare è di fronteggiare le sfide future dell’indomani del suo superamento, quali ricostruzione e sicurezza, per “cominciare a tessere le fila del nuovo ordine possibile attraverso una strategia culturale, economica e non solo militare”. E, similmente, “la Siria è la concretizzazione emblematica delle nostre difficoltà e dell’Ordine Mediterraneo – continua il Ministro degli Esteri – …non c’è una soluzione militare alla crisi siriana: sulle ceneri di Aleppo Est non si costruisce il futuro della Siria, ma serve una transizione politica e un impegno comune”.

E non può essere diversamente dato il “crocevia di civiltà e di religioni” che è e sempre stato il Mare che bagna le nostre coste. Crocevia che, pur tra tanti problemi e difficoltà, che sempre hanno caratterizzato la sua natura, comunque, ha temprato i Paesi del suo bacino e li ha messi in condizioni per realizzare tutto quanto necessario per superare le crisi, i disordini e le tensioni che contraddistinguono la sua storia e che li mettono in condizioni di “promuovere e attuare un’Agenda positiva”, conferendogli le basi da cui muovere.

Anche il Ministro degli Esteri Iracheno, Ibrahim al Jaafari, ha ribadito l’urgenza dell’utilizzo di un “approccio strategico” per pianificare in senso positivo le azioni future. All’attenzione del mondo intero è la battaglia che l’Iraq sta combattendo per fronteggiare il terrorismo “…l’Iraq combatte il terrorismo soprattutto perché – queste le parole di Al Jaafari – alcuni combattenti dell’Isis appartengono a più di 100 Paesi nel mondo” ed è concreto il pericolo che facciano ritorno nei loro Paesi di provenienza. Per il Ministro degli Esteri Iracheno è stata, la Conferenza, l’occasione per ringraziare l’Italia per il sostegno dato al suo Paese auspicando contemporaneamente, che questo si protragga anche quando non ci sarà più il “nemico Isis” da arginare. Auspicio accolto dal nostro Ministro degli Esteri Pinotti “il 60% del territorio in mano all’Isis è tornato nelle mani del Governo legittimo – dice il nostro Ministro – ma bisognerà far sì che la coalizione con i Paesi arabi resti salda”.

Il “Mare nostrum” non può e non deve diventare un “Mare nullius”, un luogo in cui “nessuno si assume la responsabilità o la corresponsabilità di far fronte alla crisi, di sviluppare un’Agenda positiva”. Non è possibile che “l’ordine” nella regione del Mediterraneo sia frutto del lavoro di un “guardiano esterno” dice Gentiloni, non è possibile o meglio non è “più possibile che una grande potenza esterna possa essere il garante dell’ordine nel Mediterraneo”.

©Futuro Europa®

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