Il peggio non è passato
Meno male che il Referendum è passato. Non voglio entrare nel merito del risultato, ma sottolineare come le ultime settimane siano state una grande fotografia della nostra società. Nulla di buono però; è uscito il peggio di tutti, anche dei più pacati.
Ma facciamo un passo indietro. La parte comica è stato ascoltare discussioni senza conoscere il soggetto; ho inteso io con le mie orecchie, accanimenti terapeutici contro il moribondo CNEL senza che il parlante avesse nessuna idea di cosa fosse; in pratica la discussione era contro, bisogna abolirlo, è inutile, costa troppo e via dicendo. Poi alla domanda ingenua dell’ingenuo di turno, “scusa ma che è il CNEL…?”, più del silenzio poté l’imbarazzo. Credo che la percentuale di votanti che erano al corrente di cosa rappresentasse, fosse minima. E comunque ora è salvo, forse dopo un anno di limbo comincerà a lavorare, chissà.
Poi siamo passati al momento “se lo vota lui, voto No; se lo vota lui, voto Sì” facendo la conta del peggio dei politici schierati. Ho sentito persone di vario genere arricciare il labbrino di fronte alle esternazioni di omuncoli e ominidi, vecchie marchettare e giovani mignotte. Nessuno in grado di raccontare azioni del passato fatte con orgoglio ma solo omissioni. Gente che avrebbe fatto meglio ad arruolarsi nella Legione straniera e che invece si è dedicata al bene della Patria senza che nessuno glielo abbia mai chiesto. Le discussioni sono degenerate, lo spintone verbale ha dato il meglio in quelle patetiche trasmissioni dove ex pensionati, ex politici o ex umani pontificano con il piglio del “se lei sapesse quello che so io”. Ma diccelo, sfatiamo questa leggenda.
Poi il meglio si è verificato nei salotti buoni e in quelli non c’è male. E qui parliamo di donne importanti ricoprenti incarichi di prestigio terrorizzate dalla caduta del Ducetto toscano. Costoro, che riconoscono come valore sovrano il proprio jet privato, dopo la disfatta hanno già fatto dichiarazioni di allontanamento, già pronte a poggiare i tacchi su altre navi. Ecco, questa parte qui è la più penosa che ti porta a essere solidale, ma non troppo, con i perdenti.
E per sottolineare la profondità di questo spaccato becero della nostra società a perdere, scelgo una colonna sonora degli Abba, una canzone che si chiama The winner takes it all e tutto il resto sono solo canzonette.
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione