Senso di responsabilità

Il Presidente della Repubblica ha un compito difficile, che diventa impossibile se si vuole trovare la quadratura tra le posizioni opposte delle forze politiche principali. Ci riuscì due volte Napolitano, con i Governi Monti e Letta ma i tempi sono cambiati e chiedere alla classe politica, nella sua parte che si proclama “responsabile” un gesto nell’interesse del Paese è davvero farsi illusioni.

Bisogna quindi ridurre il problema ai suoi minimi termini. Nell’ordine: un reincarico a Renzi, a termine o per la Legislatura, seppure confortato da un nuovo e ampio voto di fiducia, sarebbe un tradimento del voto referendario. Farlo restare “ad interim” sarebbe una soluzione rappezzata ed esporrebbe il suo Governo ad attacchi sin troppo facili. Renzi queste cose le sa, e non vuole restare. Di questo bisogna dargli atto, nonostante i veleni che gli sputano addosso destra estrema e grillini. Non credo che voglia ritirarsi dalla politica (è troppo giovane e passionale per questo) ma dovrà reinserirvisi in altro modo, vincendo le elezioni e intanto riprendendo in mano il suo Partito.

La seconda evidenza (a mio avviso) è che stiracchiare la Legislatura fino al suo termine naturale è inutile. Certo, la Legislatura non ha mai tolto l’appoggio ai successivi governi, le condizioni legali per scioglierla sulla carta non ci sarebbero, e certamente un anticipo eccessivo sarebbe sgradito alla maggioranza dei parlamentari, ma la gente non capirebbe e il distacco dalla politica aumenterebbe a tutto favore del populismo di vario segno.

Il terzo elemento da considerare è che non è concepibile andare al voto coll’Italicum, che è sotto la lente della Consulta e tra l’altro non si applica al Senato. Allo stato attuale, lo reclamano a grida i grillini e le opposizioni estreme, che l’hanno tanto combattuto ma ora sperano di beneficiarsene. Non può volerlo il Centro-Destra, che rischia di figurare al terzo posto e quindi tagliato fuori. Il buon senso istituzionale vuole che: o si applicano quelle che saranno le decisioni della Consulta, o si faccia rapidamente e con largo appoggio parlamentare una Legge nuova (quale, resta un rebus). Resta il fatto che il percorso, per quanto rapido, richiede mesi e che in questi mesi occorre un governo. Uno di responsabilità nazionale, nella generale irresponsabilità delle forze politiche, mi sembra un sogno, possibile forse in altre civiltà.

In politica, non essendo un gioco di dame e cavalieri ma lotta di lacrime, sangue e colpi bassi, non è del resto realistico chiedere all’opposizione di farsi carico dei problemi della maggioranza. In definitiva, è a questa che continua a spettare l’onere di permettere la formazione di un Governo che possa gestire l’emergenza politica, promuovere una nuova Legge elettorale, condurre le maggiori scadenze internazionali e poi organizzare le Elezioni entro la Primavera. È questione di senso di responsabilità e Renzi, se conta ancora nel PD, deve farsene carico, sapendo bene che sono stati soprattutto i suoi errori a creare una situazione così confusa.

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