Italia delle Regioni

Con un “Caro fratello sindaco, cara sorella sindaca” Papa Francesco si è rivolto nella sua lettera di ringraziamento a ciascuno dei 60 i sindaci europei ospitati dalla Pontificia Accademia delle Scienze, in Vaticano, la scorsa settimana, per parlare di politiche migratorie e di una reale integrazione dei profughi.

“La ringrazio – scrive papa Francesco – per la sua partecipazione al vertice organizzato nella mia casa Pontificia Accademia delle Scienze, in risposta alla iniziativa da me intrapresa. In entrambe le giornate ho seguito da vicino lo svolgimento dei lavori e sono consapevole dei notevoli successi che sono stati raggiunti. Ho voluto rispettare la libertà di tutti e di ciascuno. Apprezzo molto la proposta che è stata avanzata di creare una rete di sindaci. Conosco le sue iniziative, le sue battaglie personali e le avversità che ha dovuto affrontare. Le esprimo, pertanto, la mia ammirazione e la mia gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso e favore  dei nostri fratelli e sorelle rifugiati”. E poi le parole forse più incisive: “La mia porta sarà sempre aperta per lei e per questa nuova rete”. E ancora: “Mentre chiedo al Signore di non abbandonarla mai, soprattutto in questo momento difficile, la accompagno con riconoscenza e affetto. Non si dimentichi di pregare per me o, se non prega, le chiedo che mi pensi bene e mi mandi ‘buona onda’. Sinceramente, Francesco”.

Così si era  espresso il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, chiudendo la serie di interventi dei sindaci italiani intervenuti alla due giorni del summit sull’immigrazione organizzato in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze “L’accoglienza oggi non può più essere mera vocazione ma deve farsi istituzione e integrazione secondo i principi di responsabilità e di sostenibilità.  Su questi due pilastri si realizza il sistema di accoglienza decentrato e diffuso Sprar. Purtroppo con l’acuirsi delle crisi e con flussi in continua crescita, i governi nazionali, a partire da quello italiano, hanno messo in campo procedimenti emergenziali che se, da un lato, hanno salvato migliaia di vite umane, dall’altro hanno bypassato il coinvolgimento delle comunità determinando disservizi sui territori che i sindaci continuano ancora oggi a gestire con fatica”.

Inoltre “la rete dell’accoglienza deve essere diffusa, equa e soprattutto deve essere accompagnata da chi la propria comunità e il proprio territorio li vive ogni giorno. Su questa necessità, l’Anci ha avviato con il Governo italiano un’interlocuzione proficua per costruire una “rete di Comuni” che faccia sentire la propria voce a livello nazionale ed europeo sull’accoglienza sostenibile, sull’importanza di avviare azioni di integrazione che trasformino l’emergenza in inclusione sociale. Abbiamo davanti a noi un percorso lungo e delicato, che necessita di regole certe ma anche di uno sforzo collettivo che richiede il coinvolgimento di tutti, a partire dai cittadini.

Il presidente Anci ha confermato che i sindaci ci sono “L’Italia c’è stata e c’è ancora, c’è con i suoi volontari, c’è con i centri di prima accoglienza, c’è con gli uomini della guardia costiera che salvano decine di vite in mare ogni giorno, c’è soprattutto nei tanti gesti quotidiani di solidarietà che compiono i cittadini nei confronti di chi arriva nel nostro Paese. L’Italia c’è ed è pronta a fare la sua parte ma non può essere più da sola. Non possiamo essere più da soli, non possiamo essere gli unici a svolgere il ruolo di sentinelle del Mediterraneo che da culla di civiltà e culture si è trasformato in un cimitero liquido”.

Il sindaco di Catania e presidente del Consiglio Nazionale Anci, Enzo Bianco ha tenuto il suo discorso in apertura della sessione pomeridiana: “Per affrontare questo epocale fenomeno occorre un concorso d’azioni: agire nei Paesi di provenienza, creare corridoi umanitari per i richiedenti asilo, contrastare il traffico di esseri umani, rafforzare la legislazione e la cooperazione europea considerando le coste mediterranee dei Paesi Ue confini dell’Unione, cooperare con i Paesi più poveri del Continente africano. E rivedere Dublino”.

Il presidente del Consiglio Nazionale Anci ha poi parlato del Manifesto dei sindaci italiani per l’accoglienza, firmato durante i lavori del summit “Nel nostro Manifesto – ha spiegato Bianco – scriviamo che occorre dare risposte chiare e attente alle preoccupazioni dei cittadini, in termini di sicurezza, rispetto delle regole e reciprocità di diritti e doveri. Pensiamo che occorra organizzare l’accoglienza in modo equo e sostenibile attraverso i Comuni e secondo modalità diffuse, per piccoli numeri, proporzionati alla popolazione residente. Pensiamo che serva porre il rispetto della legalità a fondamento dell’integrazione e dare priorità alla conoscenza della lingua del Paese ospitante. Pensiamo bisogni anche garantire alle persone accolte, quando la situazione lo renderà possibile, un sostegno per la loro reintegrazione nei luoghi di origine”.

Intanto il 15 dicembre  è stato raggiunto  tra il neo ministro dell’Interno Marco Minniti e gli esponenti dell’Anci, l’accordo sulla distribuzione dei migranti sul territorio . “Il piano – ha spiegato il presidente dell’Anci Antonio Decaro – prevede un riparto equo e che i Comuni che vorranno aderire su base volontaria allo Sprar avranno la garanzia di una sorta di clausola di salvaguardia. Parliamo di circa 2,5 migranti ogni mille abitanti con una perequazione per Comuni più piccoli e capoluoghi di città metropolitane”.

Inoltre è previsto in tempi rapidi un incontro tra il ministro Minniti, e i presidenti di Regione sulle criticità nella gestione dell’accoglienza degli immigrati. Lo riferisce l’assessore della Regione Piemonte, Monica Cerutti, che oggi ha partecipato in rappresentanza della Conferenza delle Regioni al Tavolo di coordinamento nazionale sull’immigrazione. “È stato un incontro costruttivo durante il quale ho ribadito le esigenze delle Regioni e le criticità nella gestione dell’accoglienza”. Ho rinnovato la richiesta delle Regioni di incontrare il Governo – ha sottolineato Cerutti – e sono stata rassicurata sul fatto che nelle prossime settimane ci sarà un incontro tra il ministro Minniti e i presidenti regionali. Inoltre ho nuovamente fatto presente che il piano di distribuzione dell’accoglienza elaborato da Governo e Anci non ha visto alcun coinvolgimento delle amministrazioni regionali”.

“L’alto numero dei dinieghi – ha infine osservato Cerutti -unito ai tempi lunghi di attesa per la valutazione delle domande di asilo, rischia di minare il sistema dell’accoglienza. Si tratta di una questione non più procrastinabile, che richiede un’assunzione di responsabilità politica”.

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