Barbarie inutile
Gli attentati di Berlino e Ankara hanno proporzioni diverse, ma la matrice è comune: il barbaro fanatismo islamico, che vede nell’assassinio, nel terrore, l’unica arma per imporre al mondo i suoi (dis)valori. Tra l’altro, gli attentati non hanno mai il risultato voluto, appunto quello di imporre quei (dis)valori. Provocano rabbia, rafforzano la volontà di reagire, perseguendo ed eliminando i colpevoli. Suscitano anche sentimenti di ostilità nei confronti dei tanti musulmani presenti in seno alle nostre società e, come sempre, sono gli incolpevoli a pagare.
È forse questo che, alla fine, si propongono le menti criminali che sono dietro tutto? Un conflitto aperto e armato di civiltà, cristiani (o laici) contro l’Islam nel suo complesso? Se è così, è un progetto folle che ovviamente non dobbiamo incoraggiare. Ma io penso che, più che raffinate strategie, quello che muova questi fanatici criminali sia l’odio, odio puro. Perciò ogni acrobazia retorica per trovare qualche giustificazione, qualche rimedio razionale, è inutile. La risposta non può che essere una: perseguire, stanare, colpire il centro e tutti i suoi tentacoli ed eliminarli. Non è un compito facile, è una fatica che implica un’attenzione di ogni minuto, in ogni luogo, per prevenire e, se è impossibile, punire gli eventi. Ed è un compito che richiede la collaborazione di tutti: forze dell’ordine, magistratura, Forze Armate se occorre, all’interno di ciascun Paese, ma anche stretta cooperazione tra tutti i Paesi coinvolti, tanto occidentali quanto arabi.
Molto tempo fa, in un altro secolo, nacque Interpol, per far fronte alla criminalità comune. Sarebbe ora che nascesse un Antiterrorismo a livello globale, capace di coordinare e rafforzare l’azione dei singoli Governi. E occorre un discorso chiaro, aperto, agli islamici tra noi: chi finge di ignorare e copre col silenzio i criminali, è loro complice; chi attenta alle nostre vite e viola le nostre norme di convivenza civile, non può avere posto tra noi. È questo il senso di quanto hanno detto sia Putin che il Premier australiano, e che altri capi di governo dovrebbero riprendere in modo forte e chiaro. Perché ad ogni caso come quelli di Parigi, Nizza o Berlino, si scoprono complicità e protezioni locali, ed è ovvio concludere che i criminali si muovevano in terreno conosciuto e propizio.
Ho scritto più volte che questa lotta a lungo termine ha due aspetti: uno militare, per eliminare le roccaforti dell’ISIS in Medio Oriente e Libia, uno all’interno delle nostre società. Il fronte militare, pur tra mille difficoltà, e con una scollatura che spero sia solo apparente tra Stati Uniti e Russia, va avanti, l’ISIS ha perso sul terreno posizioni importanti un po’ dappertutto, anche se è lungi dall’essere sconfitto. Ed era da aspettarsi che reagisse vigliaccamente colpendo le società civili dove è difficile prevenire e difendersi. Barbarie, alla fine, inutile. Non sarà la Germania, non sarà certo la Russia, a cambiare la sua politica. Quanto a Putin, ci si può aspettare anzi un irrigidimento ulteriore.
Insisto sulla Russia perché, in questa lotta, ha un ruolo di primo piano. Se tra Mosca e le capitali occidentali permanesse il solito clima di diffidenza e di rivalità, sarebbe un suicidio. Forse Trump lo ha capito. Credo che il Governo italiano lo sappia da sempre, ed è curiosamente un punto che trova d’accordo tanto Berlusconi quanto Salvini e probabilmente i grillini (se questi hanno un coerente pensiero in politica estera, cosa della quale si può dubitare). Ma da soli possiamo fare poco, se non mantenere canali aperti e influire perché l’Europa non continui a perseguire insulse vendette contro chi deve essere nostro alleato in una guerra di sopravvivenza.
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Un Commento
Giusto: aprire alla Russia. Bravo chi lo ha capito.