Francia, al via i Green Bond

Come è stato annunciato dai Ministri dell’ecologia Ségolène Royal e delle Finanze Michel Sapin, la Francia emetterà presto sui Mercati finanziari “obbligazioni verdi” per un valore di diversi miliardi di euro, i cosiddetti “Green Bond”: i primi titoli di Stato di uno Stato sovrano, come aveva dichiarato già a suo tempo Hollande.

Con la loro collaborazione, i due Ministeri, in Francia, vogliono sottolineare e dimostrare che lo sviluppo industriale può essere coniugato senza problemi alla messa in atto di politiche per la sostenibilità efficaci, promuovendo una crescita economica virtuosa. Francia che diventerebbe, così, il primo Paese a finanziare progetti pubblici ecologici come lo sviluppo di energie rinnovabili e la gestione dei rifiuti, progetti per l’ambiente  e il clima, secondo quanto era stato stabilito con l’approvazione del Disegno di legge sulla transizione energetica, approvato dal Governo francese nel 2015, con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del Paese. E come dice il Ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, Parigi da qui a breve potrebbe diventare una delle principali Piazze finanziarie per lo scambio di Green Bond: un Paese leader nel campo della finanza verde.

Per gestire le modalità di emissione dei Bond, che avverrà da parte del Tesoro francese, sarà creato un gruppo di lavoro interministeriale, con il coinvolgimento di associazioni e stakeholder che possano monitorarne, confermarne ed appoggiarne l’operato. Obbligazioni che rientreranno nel programma di finanziamenti messo in moto dall’Agence France Trèsor per il 2017. Del resto, la Francia, come ha voluto sottolineare il Ministro dell’Ambiente, Ségolène Royal, “… si conferma come Paese trainante nelle politiche ambientali, dopo gli Accordi della Conferenza di Parigi”.

Secondo quanto aveva previsto dall’Agenzia di rating Moody’s, i Green Bond, che furono emessi per la prima volta dalla Banca Mondiale nel 2007-2008, entro questo 2016 che sta per finire, sono arrivati ad oltre i 50 mld di dollari, confermando la solidità di questo tipo d’investimenti, che già nel 2015 avevano raggiunto quotazioni record, arrivando a 42 mld di dollari (+ 272 % rispetto al 2013).

Secondo il Rapporto: Climate Change: The State of the Market in 2016” redatto su commissione della Banca HSBC le Obbligazioni verdi sono di due categorie: le “Climate-alligned Bond” e le “Labelled Green Bond”. In questo 2016 il loro valore di Mercato è arrivato a 694 miliardi di dollari ed è rappresentato da un totale di 3.590 Bond emessi da 780 interlocutori differenti: di questi 694 mld, il 17% – pari a 118 mld di dollari – è costituito da Labelled Green Bond                                                               .

Entro il 2025 la Francia mira a ridurre l’apporto energetico fornito dal nucleare, storicamente uno dei capisaldi del loro sistema energetico, che passerà dall’attuale 75%a non oltre il 50%, secondo quanto definito dalla Legge sulla transizione energetica, che comprende anche una riduzione del 30% del consumo di energia da fossili, introducendo, tra le altre cose, anche una specifica “carbon tax” più efficace di quella applicata fino ad ora e basata sul sistema EU-ETS, e il taglio delle emissioni del 40%, con un livello di utilizzo delle energie rinnovabili che deve arrivare almeno al 32% (eolico e fotovoltaico): questi gli obiettivi che la Francia si è data per il 2030. Target seri non meno di quelli fissati per il 2050: dimezzamento dei consumi energetici (rispetto ai livelli del 2012) e riduzione del 75% delle emissioni di CO2.

A parità di costi, mantenendo l’attuale modello energetico o ricondizionandolo in un modello più favorevole all’Ambiente, i francesi stanno optando per il secondo. La transizione sarà finanziata con 10 miliardi nei prossimi tre anni destinati soprattutto agli Enti locali e ai consumatori sotto forma di prestiti agevolati e sgravi fiscali. Tra le misure, sono previsti incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici e misure di “edilizia efficiente” ad esempio si prevede di far in modo che i nuovi edifici costruiti siano “esemplari” e ad “energia positiva” ovvero che consumino meno energia di quanta non ne producano grazie ad impianti di energie rinnovabili integrate.

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