Legge elettorale, quale futuro

Il grande tema che caratterizzerà i prossimi mesi è sicuramente la riforma della Legge elettorale. A seguito del risultato del Referendum Costituzionale dello scorso 4 Dicembre, l’Italicum, che avrebbe dovuto regolare la sola elezione della Camera dei Deputati, deve passare al vaglio sia della Corte Costituzionale, che del nuovo scenario politico post Renzi.

La maggior preoccupazione dei partiti tradizionali, in questa fase, è quella di dover arginare il prima possibile le ambizioni di governo dei pentastellati. Oggi il sistema maggioritario, se dovesse essere applicato dalla Corte anche al Senato, in previsione del ballottaggio, rischierebbe di consegnare il paese in mano a Grillo con una maggioranza schiacciante.

E non a caso, tutto il Movimento 5 Stelle insiste per tornare immediatamente al voto per cercare di riuscire a cogliere questa opportunità che però spaventa in primis PD e Forza Italia. Già, perché l’ex Premier Silvio Berlusconi ha parlato di opposizione responsabile e ha mostrato una certa apertura per realizzare un testo condiviso che possa arginare il fenomeno Grillo.

Il Cavaliere, da sempre molto attento al mondo dell’analisi dei sentimenti politici, sa che la tripolarizzazione dell’attuale sistema politico non permetterebbe di trovare nel maggioritario un sistema capace di garantire la governabilità né al centrodestra né al PD. Ed è con questa convinzione che ormai da qualche tempo sta portando avanti l’idea di ritornare al sistema proporzionale che per quasi cinquant’anni ha gestito il sistema della Prima repubblica.

Un proporzionale puro che salverebbe da un certo punto di vista capre e cavoli perché arginerebbe sicuramente il rischio 5 Stelle spostando in un secondo momento, ossia all’interno del Parlamento, la problematica di trovare una maggioranza di Governo, dando vita nuovamente a quelle larghe intese che hanno caratterizzato l’Italia nel Post guerra e che oggi rappresentano il sistema di molti governi europei.

Dal canto suo, il PD sa che un sistema del genere lo obbligherebbe (come accade oggi per il Senato) a scomode alleanze e possibili ricatti che gli costerebbero una spaccatura interna non indifferente e che sposterebbe il baricentro sempre più al centro e sempre meno a sinistra. Ed è così che alcuni esponenti hanno parlato di un correttivo al vecchio Mattarellum; un sistema maggioritario con recupero proporzionale che invece ha già fatto storcere il naso ad Arcore.

Insomma, visioni differenti ma con un unico obiettivo: distruggere Grillo. L’ipotesi più accreditata è che il verdetto della Corte costituzionale sarà determinante per comprendere quali siano le indicazioni (in particolare sull’entità del premio di maggioranza) ma vista la situazione politica attuale non si potrà particolarmente dare sfogo alla fantasia.

L’obiettivo sarà quello di trovare un sistema che garantisca all’istante l’elezione al Governo in grado di governare evitando il gioco delle alleanze parlamentari, ripristinare in parte le preferenze e sicuramente uniformare i sistemi di Camera e Senato.

A differenza di quello che si può pensare, sarà un percorso molto lungo che, presumibilmente, porterà in ogni caso alla fine naturale della legislatura, con la speranza che nel prossimo anno e mezzo a disposizione, qualcosa di significativo cambi davvero.

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Un Commento

  • Gli obiettivi della legge elettorale sono rappresentatività e governabilità. Offro un’idea alla discussione.
    • Legge proporzionale, sbarramento basso.
    • Collegi elettorali geografici, uninominali fino a 150.000 abitanti. Nelle città maggiori i collegi eleggeranno più parlamentari.
    • Se candidati vincenti e si ritirano subentra il successivo più alto numero di voti (o il primo escluso nelle grandi città), anche se di altro partito o lista
    • I gruppi parlamentari esistono ma senza supporto economico, logistico, di rappresentanza od altro: servono solo per meglio dialogare tra loro
    • Si forma una coalizione di governo. SOLO DOPO LA FIDUCIA IL GOVERNO ACQUISISCE UN PREMIO DI GOVERNABILITA’ (50 VOTI?) CHE LO PROTEGGONO DAI VOLTAGABBANA E DAL RICATTO DEI PICCOLI GRUPPI, MENTRE NON LO PROTEGGE DALL’ABBANDONO DI UN PARTNER IMPORTANTE.
    • In caso di sfiducia, il governo rimane in carica con tutti i poteri finché un’altra compagine si presenta in parlamento e ottiene la fiducia.
    • Il governo emette decreti governativi per tutte le decisioni che nel tempo possano essere ritrattate (es. tariffe, nomine, tasse ecc). Non serve approvazione del parlamento
    • Serve una legge per tutte le “riforme” ed i cambiamenti che incidano sul sistema o sulla società o sul lungo termine (regole pensionistiche, sulla scuola, sull’ambiente ecc.). Il governo non può usare decreti legge in questi casi
    In questa maniera si può avere anche una sola camera, visto che le proposte di legge passano sempre per il filtro della coalizione.

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