Oceania (Film, 2016)
Vaiana e Maui sono i protagonisti di questo nuovo cartone animato natalizio (regia di Ron Clements e John Musker) targato Disney, per la precisione il cinquantaseiesimo realizzato dalla casa delle idee.
Questa volta andiamo in Polinesia per fare la conoscenza con una ragazzina e un semidio molto sui generis che devono portare a compimento una pericolosa missione. L’Oceano non è solo lo scenario degli eventi, ma un vero e proprio protagonista, una massa d’acqua vitale, capace di mostrare le sue emozioni, di aiutare e di spronare, fino a schierarsi dalla parte dei buoni nel momento del bisogno. Vaiana è la figlia del capo di Motu Nui (Grande isola), fin da bambina ha un legame speciale con l’Oceano, a sedici anni scopre di essere la prescelta per superare i limiti che il suo popolo si è imposto: andare oltre il reef per recuperare la pietra della prosperità, il cuore di Te Fiti. Il gigantesco e tatuatissimo semidio Maui – un eroe che vuol tornare a essere amato dal suo popolo – l’aiuterà nell’impresa, non senza prima mettere in scena alcuni contrattempi umoristico-drammatici.
Tra i personaggi più interessanti ricordiamo Nonna Tala, custode dei segreti del suo popolo, preposta a far capire il senso della vita e del futuro alla nipote. Non manca lo scontro padre-figlia, con madre comprensiva schierata in difesa della bambina, come sono presenti le affinità e le consonanze che legano i genitori alle nuove generazioni. Tra i personaggi di contorno: il gigantesco granchio Tamatoa collezionista di tesori, i piccolissimi pirati Kakamora che infestano l’Oceano, il mostro di lava Te Kà, da sempre nemico di Maui, e lo sciocco galletto Heihei, personaggio studiato per divertire i bambini. La storia è ispirata ai racconti orali dell’Oceania, ai miti che narrano il mistero della cessazione dei viaggi per mare avvenuta 3000 anni fa, quindi ripresa con la scoperta di Thaiti, Hawaii e Aotearoa (Nuova Zelanda).
Il film ricostruisce con dovizia di particolari usi e costumi locali, dalle danze alla sacra arte del tatuaggio, ai tipi di piante di duemila anni fa, dai cibi, alla costruzione di abitazioni, barche e manufatti, dalle tecniche di pesca e abbigliamento. Tutto è veritiero e credibile. Voci italiane: la protagonista è Emanuela Ionica (Sophie Giuliani, da bambina), ma quando canta è Chiara Grispo, Fabrizio Vidale è Maui, Angela Finocchiaro è Nonna Tala, Raphael Gualazzi è Tamotoa.
Molti effetti speciali di acqua e luce, ottima colonna sonora composta di musiche contemporanee mixate con note tradizionali delle isole del Pacifico. Mark Mancina si supera componendo una strabiliante opera pop, un vero e proprio musical a cartoni animati, realizzato con la computer grafica. La versione italiana della canzone Prego, è adattata per i testi da Lorena Brancucci, bravissima Chiara Grispo come interprete delle canzoni della protagonista, bene Luca Velletri e Daniele Vit ne La strada di casa. Tutta la parte canora è tradotta, come tradizione italiana. Tra gli animatori ricordiamo un giovane triestino che lavora alla Disney americana: Mitja Rabar.
Molte polemiche pretestuose sul presunto poco rispetto per le tradizioni polinesiane, ma non ne terrei conto, perché il film è una gioia per gli occhi, ben girato in un convincente Tre D e animato al computer senza la minima sbavatura. La storia c’è tutta ed è avvincente, per grandi e piccini, sostenuta da personaggi credibili e da una morale forte. Da non perdere.
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Regia: Ron Clements, John Musker. Soggetto e Sceneggiatura: Ron Clements, John Musker, Aaron Kendell, Jordan Kendell, Pamela Ribon, Jared Bush (solo sceneggiatura). Montaggio: Jeff Draheim. Produttore: Osnat Shurer. Produttore Esecutivo: John Lasseter. Casa di produzione: Walt Disney Pictures, Walt Disney Animation Studios. Distribuzione Italia: Walt Disney Motion Pictures. Musiche: Mark Mancina, Lin-Manuel Miranda, Opetaia Foai. Genere: Animazione, Musicale, Avventura. Durata: 107’.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]