Riapre la Domus dei Mosaici Geometrici

Pompei – Grazie ai fondi del “Grande Progetto Pompei” riapre al pubblico, dopo lunghi lavori di restauro per il recupero dei decori parietali e dell’area di calpestio, il complesso residenziale della “Domus dei Mosaici Geometrici”, nel settore nord-occidentale dell’insula 2 della regio VIII, affacciato sul Foro con i tre Edifici Civili e su via della Scuole.

“Progetto Pompei” che, ricordiamo, nasce, qualche anno fa, dall’intenzione del Governo italiano di rafforzare l’efficacia delle azioni e degli interventi di tutela nell’area archeologica di Pompei (ex art 2 decreto legge n. 34/2011), attraverso l’elaborazione di un Programma straordinario ed urgente di interventi conservativi, di prevenzione oltre che di manutenzione e restauro (e che con Decisione Comunitaria n. C-201-2154 del 29 marzo 2012 è finanziato quale “Grande Progetto Comunitario”).

L’edificio, la cui costruzione risale a un periodo compreso tra il III e il II secolo a.C. e che deve il suo nome ad una straordinaria decorazione pavimentale a mosaico sia monocromi bianchi, sia a decoro geometrico bianco su fondo nero che nero su fondo bianco, è composto da più di 60 stanze per un’estensione complessiva di 3000 metri quadrati circa.

Ai Mosaici, appartenenti all’ultimo periodo di vita della casa, si affiancano numerosi pavimenti in graniglia bianca di calcare o in “cocciopesto” risalenti ad una fase più antica, di cui alcuni sono decorati con tasselli disposti a disegnare motivi geometrici. Fu portato alla luce nel 1826, ma gli interventi di recupero completi del sito archeologico si sono conclusi soltanto nel 2013. Sorge in posizione centrale nella zona Sud di Pompei verso il la zona del Porto, poco distante dalle terme del Sarno e dal Foro, con una vista straordinaria sul Golfo di Stabia e secondo l’uso tipico delle più belle Domus romane si caratterizza per un ampio atrio con impluvium e un tablino da cui si accedeva al peristilio e al portico, distendendosi con ampie e scenografiche terrazze verso il Golfo.

Si trattava, come ha osservato il Direttore Generale della Sopraintendenza Speciale Pompei, Massimo Osanna, di “una dimora di lusso, realizzata sulle mura cittadini, allorché dopo la pace augustea l’area venne sfruttata per realizzare case e terrazze con vista sul golfo”, stravolgendo il concetto comune della casa pompeiana semplice e modesta.

Dicevamo che il suo recupero si inquadra nel “Grande Progetto Pompei”, che, tra Fondi FESR (CE) e nazionali, può contare su una disponibilità economica di 105 milioni di euro. E’ finalizzato alla riqualificazione del sito archeologico di Pompei, e, giovandosi della collaborazione inter-istituzionale oltre che della collaborazione tra diversi Ministeri, ognuno coinvolto in ragion e delle proprie competenze, sta mettendo in essere una strategia complessa, definita e attuata calibrando le diverse azioni delle Istituzioni in funzione delle varie fasi del progetto di ripristino archeologico.

Le principali azioni previste sono la riduzione del rischio idrogeologico con la messa in sicurezza dei terrapieni non scavati, la messa in sicurezza delle insulae, il consolidamento e restauro delle superfici decorate, la protezione degli edifici dalle intemperie e l’aumento delle aree vistabili oltre che il potenziamento del sistema di videosorveglianza.

Parallelamente a questo e sempre nel quadro degli interventi del “Grande Progetto Pompei”, è stato inaugurato anche la “Pompei per tutti” che, come mette evidenza il Sopraintendente Massimo Osanna, è costituito da una serie di percorsi interni agli scavi archeologici, di circa 3 chilometri, che, attraversando le varie “regiones”, consentirà una visita facilitata e sicura, rendendoli fruibili anche alle persone con problemi di mobilità sia fisiche che sensoriali: l’arte in tutte le sue forme deve essere fruibile a tutti indistintamente, e quello di oggi è il primo passo verso un risultato di grande, grandissima civiltà. Questo è il concetto alla base del sia del Grande Progetto Pompei che della Pompei per tutti. “Una cultura senza barriere e senza ostacoli: a Pompei tutto questo oggi è possibile”.

Inaugurato dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, quest’ultimo ne ha voluto invece mettere in evidenza l’imponenza e il lato fortemente innovativo che lo contraddistingue e lo mette all’avanguardia, consentendo veramente “a tutti”, indistintamente, di poter godere della realtà archeologica pompeiana.

E a fronte di tutto questo anche gli ispettori Unesco hanno promosso le attività conservative e di ripristino dei siti archeologici in via di realizzazione a Pompei. Nel Report realizzato all’indomani delle ispezioni eseguite si legge che ci sono stati “…miglioramenti tangibili e significativi nello stato di conservazione di Pompei. L’Italia ha compiuto sforzi considerevoli nell’adottare le Raccomandazioni dell’Unesco World Heritage Committee. Si è dato vita a gran parte delle iniziative annunciate. Sono state eseguite sostanziali opere di restauro sul sito, principalmente nel contesto del Grande progetto Pompei, ma anche nell’ambito del programma di manutenzione ordinario”.

Plauso dell’Unesco agli sforzi compiuti che per Franceschini giunge a coronamento di un “lavoro intenso, scrupoloso e metodico” e questo del resto lo stato dei fatti sta a dimostrare.

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