Ankara alla testa dell’Energy Club del Patto Shanghai
L’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Shanghai Cooperation Organisation, SCO) è un organismo internazionale nato il 14 giugno 2001 dai capi di Stato di sei Paesi: Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Ha preso il posto del seminale Gruppo di Shangai (o SFM – Shangai Five Mechanism) cui era stata data vita dai primi cinque stati in elenco, con l’adesione dell’Uzbekistan, nel 2001, fu assunta la nuova denominazione.
Lo scopo dell’organizzazione, cui è stato assegnato il ruolo di osservatore nell’Assemblea delle Nazioni Unite, è volto alla riduzione delle forze armate ed allo stemperamento delle tensioni in Asia Centrale, ma vuole essere particolarmente attivo nel campo della lotta al terrorismo, al separatismo ed al fondamentalismo. In questo ambito fu istituita nel 2004 una Struttura regionale per l’anti-terrorismo (RATS, Regional Anti-Terrorism Structure) con sede in Uzbekistan. Anche la lotta al traffico di droga è entrata nei programmi istituzionali dello SCO, il che ha fatto virare le indicazioni del Gruppo di Shangai verso la creazione di una forza militare, cosa che non era nei piani originari.
Originariamente la SCO si prefiggeva la cooperazione in ambito economico, e più specificatamente energetico, un ulteriore campo di azione era stato individuato nella gestione delle fonti d’acqua. Ai membri effettivi del Gruppo sono stati aggiunti, con il ruolo di Osservatori, Afghanistan, India, Iran, Mongolia, Pakistan e Turchia. Il Consiglio dei capi di stato è il più importante organo decisionale: si riunisce una volta l’anno a rotazione in ciascuno dei sei stati. Questo è seguito nella gerarchia dell’organigramma dal Consiglio dei capi del governo e dal Consiglio dei ministri degli esteri. Il primo si occupa di approvare il budget dell’Organizzazione, di discutere gli ambiti e lo stato dell’arte della cooperazione multilaterale; il secondo invece discute le principali questioni dell’agenda politica internazionale e gestisce le relazioni tra la Sco e le altre organizzazioni multilaterali. Al Segretariato generale, organo amministrativo ed esecutivo della Sco si affiancano diverse altre strutture e agenzie con competenze.
L’Organizzazione ha firmato il memorandum d’intesa non solo tra i paesi membri, ma anche con due organizzazioni asiatiche, Asean e Cis. I nuovi programmi in ambito di cooperazione militare (il primo atto ufficiale dell’Organizzazione fu la ‘Shanghai Convention on Combating Terrorism, Separatism and Extremism’) hanno visto l’effettuazione di esercitazioni comuni anche di vasta scala. Altro target di primaria importanza che è nella mission della SCO è la cooperazione energetica, commerciale e culturale, come sancito tramite la ratifica di un accordo formale nel 2007 (Treaty on Long-Term Good-Neighborliness, Friendship and Cooperation).
La Turchia presiederà, con il ministro dell’Energia Berat Albayrak, l’Energy Club della Shanghai Cooperation Organization (SCO) nel 2017, divenendo la prima nazione extra-SCO a svolgere il turno di presidenza. La decisione è stata presa unanimemente dai membri durante un meeting a Mosca a seguito della richiesta turca che tutte le nazioni partner presiedano a turno l’Energy Club per un anno. Il Ministro dell’Energia turco sarà il Segretario Generale dell’Energy Club.
In occidente si parla poco della SCO, ma sottovalutarne l’importanza e la crescita potrebbe essere un errore strategico fondamentale. Al vertice tenutosi l’11-12 settembre in Tagikistan, erano presenti il presidente russo Vladimir Putin, quello cinese Xi Jinping e l’iraniano Hassan Rouhani. Mentre in Europa si discute sull’entrata nella UE della Turchia, la SCO sta per accogliere nel proprio clan India, Pakistan e Iran. Infatti ampliare la SCO è una delle principali priorità dell’organizzazione. Se India, Pakistan, Iran e Mongolia diventano membri permanenti, il gruppo controllerà il 20 per cento del petrolio e la metà di tutte le riserve mondiali di gas al mondo e si fonderebbe sulla metà dell’intera popolazione mondiale. L’organizzazione vuole porsi come contrappeso alla NATO ed alle istituzioni occidentali come la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale, la creazione della Banca per lo Sviluppo va esattamente in questo senso. Dopo un incontro bilaterale Russia-Cina prima del vertice, Putin ha dichiarato che la Russia “attribuisce importanza e apprezza le posizioni della Cina e alle sue proposte sulla questione ucraina. Auspico che Cina e Russia migliorino il coordinamento sulle questioni internazionali e regionali“.
Le politiche aggressive che sta mettendo in atto Donald Trump non potranno che rafforzare l’idea della Cina della messa in atto di una Cintura economica della Via della Seta che comprenda gli Stati membri e osservatori della SCO. Per promuoverla i cinesi hanno già stanziato 5 miliardi di dollari di credito per i Paesi membri della SCO per realizzare i progetti comuni. La politica dell’Energy Club di Shanghai ha portato la Russia ad iniziare a costruire la sua sezione del gasdotto Cina-Russia. Business Council, Consorzio interbancario ed Energy Club della SCO sono in prima linea nell’espandere la cooperazione tra gli Stati membri. Saranno inoltre adottate misure per stabilire relazioni con l’Unione economica eurasiatica, attualmente è composta da Russia, Kazakistan e Bielorussia, con Armenia e Tagikistan che probabilmente vi aderiranno nel prossimo futuro.
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