Arte e Politica al MACRO

Roma – Prosegue il progetto Opere dalla Collezione #4 avviato nel 2015 presso le sale del MACRO di via Nizza; un ciclo di esposizioni volto a mettere alla portata di tutti le opere della collezione del MACRO che, dopo il successo ottenuto dalle precedenti tre esposizioni, è giunto al quarto appuntamento.

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’attuale mostra, che prende il nome Arte e Politica. Opere dalla Collezione #4, mette a disposizione dei visitatori opere che affrontano il tema dell’impegno sociale, civile e politico partendo dal regime fascista sino ai giorni nostri. Un connubio di opere differenti tra loro, per artista e per stile, in grado di fornire al visitatore un quadro globale dell’evoluzione della società e dell’arte.

Costantino D’Orazio, curatore della mostra, ha cercato di realizzare un percorso che mettesse in risalto soprattutto il pensiero dell’artista, all’osservatore deve essere chiara la distanza che separa opere pregne di passione e lotta politica, da opere che svelano un atteggiamento ormai distaccato e disincantato nei riguardi degli avvenimenti socio-politici.

L’esposizione, che si concluderà il 10 Maggio, raccoglie celebri dipinti di Mario Mafai, della Scuola Romana ed anche un prestito da collezione privata; si tratta di Punizioni di Maurizio Cattelan, un’opera del periodo fascista realizzata da un insieme di fogli con delle annotazioni fatte da studenti, dove si ripete la frase “Fare la lotta in classe è pericoloso”, l’artista ha voluto sovvertire il significato della frase trasformandola in “Fare la lotta di classe è pericoloso”.

Il potere è il filo conduttore di queste opere ed emerge forte con le sue svariate connotazioni, così come si può notare dalle fotografie di Mimmo Jodice, che affascinato dalle lezioni sulla rivoluzione di Joseph Beuys ne ha immortalato gli scritti, simile il lavoro svolto, nei confronti di Antonio Gramsci, da Alfredo Jaar presente in mostra con il suo light-box.

Ogni artista esprime il proprio pensiero attraverso materiali differenti, basti pensare alla scritta  fatta con il neon Believe di Kendel Geers nello scatto di Claudio Abate, che trasmette una evidente fiducia nel futuro, oppure ai lavori particolari ed ironici di Perino e Vele, noti per la rielaborazione del concetto di saracinesca.

Ma la storia ha portato gli artisti verso un altro tipo di indagine, la riflessione su avvenimenti drammatici, come può essere il ritratto di famiglia di Adrian Paci, sulla propria condizione di immigrato dall’Albania all’Italia, oppure gli orrori disumani di Auschwitz rappresentati nell’opera di Alberto Zanazzo; particolari e delicate le opere dedicate alla memoria di Fabio Mauri e Michael Rovner, estremamente differenti ma molto commoventi.

Sono ancora molte le opere della collezione MACRO, come l’opera dedicata alla denuncia sociale di Pascale Marthine Tayou, oppure i drammi ecologici rappresentati da Ines Fonteina o l’impegno politico di Carla Accardi.

Non poteva mancare un’opera di rottura, in grado di confondere le carte e disorientare i visitatori, come Cuckoo di Nico Vascellari, un’opera complessa e contorta che grazie all’audio del momento performativo della sua realizzazione acquista maggiore sostanza; il suo essere slegata da qualsiasi linguaggio artistico, porterà il visitatore a porsi numerose domande su quale sia lo scopo finale di questo eclettico artista.

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