Lombardia 2018, caccia al Governatore

Poco più di 12 mesi separano i partiti dal voto per la poltrona regionale più importante d’Italia. Nel 2018 la Lombardia sarà chiamata di nuovo alle urne, ma le incertezze sono tutte frutto del confuso scenario politico che sta contrastinguendo questi ultimi mesi.

Pare paradossale ma la corsa alla carica di Governatore, ma soprattutto le alleanze, potrebbero dipendere molto dalla legge elettorale che deciderà la composizione del Parlamento. Già, perché le dichiarazioni di Salvini e le ambizioni proporzionali di Berlusconi, si scontrano con la coalizione che oggi governa la Lombardia, che vede insieme Forza Italia, NCD e Lega Nord. Il cambiamento degli equilibri nazionali potrebbero quindi avere grosse ripercussioni su quelli territoriali.

Per un Maroni che si ripropone per il secondo mandato, ci sono altri mille pretendenti che aspirano a ricoprire quel ruolo. Di certo gli ultimi sondaggi del Sole 24 Ore, confermano la buona politica lombarda e regalano il podio all’ex Ministro dell’Interno dietro soltanto a Zaia (Veneto) e Rossi (Toscana), ma non ne garantiscono la matematica ricandidatura.

Innanzitutto conosciamo bene i difficili rapporti tra il Governatore lombardo e il Segretario Federale Matteo Salvini, la cui delegazione regionale è nettamente inferiore a quella maroniana. Riconferma non scontata, anche se Maroni ha dalla sua una lista civica che alla scorsa tornata elettorale ha ottenuto più voti della stessa Lega Nord.

Sempre nel centrodestra a scalpitare sembrerebbe l’attuale Coordinatore Regionale di Forza Italia, nonché ex Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. La parlamentare bresciana ha di molto rafforzato la sua presenza sul territorio, concentrandosi sulla provincia più popolosa, quella di Milano, ottenendo alle scorse elezioni comunali di Milano un ottimo risultato.

A sinistra invece la corsa sembra più difficile. In pole position ci sono tre esponenti di spicco del Partito Democratico: l’attuale Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il segretario regionale e Consigliere Alessandro Alfieri e l’attuale sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

E proprio a quest’ultimo bisogna riservare una attenzione particolare. Gori è noto uomo della galassia Fininvest, le sue amicizie e la sua vita professionale si legano a doppio filo con Berlusconi. Se l’ex cavaliere dovesse confermare le intenzioni di portarsi più al centro, strizzando l’occhio a Renzi, e nel contempo Salvini dovesse rompere definitivamente con l’ex Cavaliere, potremmo trovarci in una situazione quasi paradossale anche in Lombardia, con un Gori sostenuto anche da Arcore e una destra sempre più centrifuga.

Menzione anche per Sinistra Italiana che, se dovesse concretizzare la strana alleanza, potrebbe correre in solitaria con l’ex Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, padre della rivoluzione arancione.

I prossimi mesi quindi saranno importantissimi non solo e per il destino del governo nazionale, ma anche per la regione motore del paese, da sempre al centro incubatori politici e grandi rivoluzioni che potrebbe diventare uno dei principali banchi di prova per una nuova geografia politica.

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