EPCA, UE e Kazakistan partner
I rapporti tra UE e Kazakistan, anche se magari tutto questo non è noto al grande pubblico, sono di antica data. Già nel 1994 le due entità firmarono il PCA o Accordo di Partenariato e Cooperazione; poi nel 2011 iniziarono i colloqui per fare un ulteriore passo in avanti nelle relazioni tra Bruxelles ed Astana. Con il PCA si era iniziato a collaborare su commercio e sviluppo, passando poi nel 2002 a progetti su amministrazione pubblica, sistema giudiziario e sistema energetico. Risultati lusinghieri sono arrivati da questo accordo, la UE è diventata il primo partner per le esportazione del paese asiatico con importazione di notevoli quantità di gas e petrolio da parte della UE e corrispondente conquista del terzo posto fra gli esportatori verso Astana.
Le criticità nel rapporto non mancano e sono evidenti, la distanza geografica che intercorre tra i due paesi, l’assenza di confini comuni e quindi la necessità di servirsi di infrastrutture russe, lo scarso rispetto per la libertà di stampa e la democrazia in Kazakhstan così come fortemente evidenziato nella “Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2016 sulla libertà di espressione in Kazakistan (2016/2607(RSP))”. Ma è innegabile la manovra di avvicinamento del paese asiatico al contesto economico mondiale, come dimostra dell’adesione ufficiale del Kazakistan all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), nel novembre 2015. Inoltre uno dei più grandi successi è l’elezione del Kazakistan ad un seggio non permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) per 2017-2018 e la scelta del paese per ospitare Expo 2017 “Energy Future”, evento che prevede di attirare ad Astana 4.000.000 di visitatori.
L’EPCA è stato sottoscritto il 21diecmbre 2015 ad Astana da Mrs. Pesc Federica Mogherini, è provvisoriamente entrato in vigore dal 1 maggio dell’anno successivo e prenderà piena forza nei suoi effetti dopo la ratifica dei 28 stati membri. Dopo la frammentazione dell’ex impero sovietico, si sono sviluppate una molteplicità di relazioni bilaterali con le nuove entità indipendenti. Ma sotto la guida di Nazarbayev, il Kazakistan ha intrecciato rapporti con tutti, dalla Russia alla UE ed agli Stati Uniti, senza tralasciare la Cina. L’interesse del paese asiatico per una espansione dei rapporti economici è in questo momento particolarmente forte, l’economia del Kazakistan ha subito nel 2015 un crollo del 37% che ha portato il tenge a subire una svalutazione del 30% passando da 198 KZT a 257 KZT rispetto al dollaro. Così come il vicino russo, il paese ha risentito del fatto che la sua economia si basa sul binomio oil & gas, fra i primi 15 produttori mondiali ha risentito pesantemente del forte ribasso del mercato del greggio. Recentemente la compagnia statale KazMunayGas (KMG) ha ceduto la metà delle sue quote del mega giacimento petrolifero offshore di Kashagan al fondo sovrano Samruk-Kazyna per la cifra complessiva di 26,5 milioni di dollari.
Il movimentismo kazako si evidenzia anche dalla proposta di integrazione per la promozione dello sviluppo economico, tra lo spazio unico asiatico (EAEU), la Via della Seta ideata da Pechino (SREM) e la UE. D’altro canto è probabile che la UE intenda promuovere, attraverso gli accordi commerciali, anche una forma di sviluppo sociale e democratico, senza andare a scontrarsi esplicitamente con l’influenza della Russia. Sicuramente sia la UE che Mosca hanno tutto l’interesse a stabilizzare la regione evitando l’insorgere di fondamentalismi islamici.
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