Unione Economica Eurasiatica
Il mondo economico tra i due oceani, Atlantico e Pacifico, è stato negli ultimi decenni diviso tra la nascita della Comunità Europea da una parte e l’esplosione del colosso cinese dall’altra. Fra queste due entità esiste un vasto spazio, ricco oltretutto di materie prime, ove si è infilata la rinata potenza russa di Putin. Questi ha ripreso, nel l’ottobre 2011, l’originaria idea del presidente kazako Nursultan Nazarbaev del 1994, di integrare gli stati ex-URSS, ma non solo, in un nuovo spazio economico comune, l’Unione economica eurasiatica (UEE). Il nucleo è stato costituito tra Bielorussia, Kazakistan, Russia e, a partire da ottobre 2014, Armenia, la data di nascita è stata posta al 1 gennaio 2015 e dall’8 maggio 2015 anche il Kirghizistan ha aderito ufficialmente. L’accordo include piani per la futura integrazione e la creazione di una Commissione eurasiatica (modellata sulla base della Commissione europea) in uno Spazio economico eurasiatico, potendo contare su di una popolazione dell’UEE è di 183 milioni di persone ed un PIL superiore a 2 trilioni di dollari.
Ispirata ai dettami della Comunità Europea, la UEE ha avuto il positivo precedente della Comunità Economica dell’Eurasia che aveva come membri la Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghistan e Tajikistan, mentre l’Armenia, Moldavia e Ucraina erano osservatori. Si era raggiunta una crescita del commercio della Russia con l’Armenia del 64% durante gli ultimi 3 anni, 15% con la Bielorussia, 39% con il Kazakistan e 31% con il Kirghistan. Dall’avvio nel 2015, l’UEE ha cercato di stabilire relazioni commerciali con i Paesi della regione Asia-Pacifico avviando negoziati con Indonesia, Cambogia, Malesia e Singapore e valutando la possibilità d’istituire zone di libero scambio con Stati non aderenti all’ASEAN nella regione Asia-Pacifico, come India, Cina e Nuova Zelanda. Anche la Mongolia ha dichiarato nel novembre 2016 il desiderio di aderire all’UEE. Il progressivo rafforzamento della nuova Comunità pare metterla in competizione con la Cina, che potrebbe aumentare la usa influenza approfittando del disimpegno degli Stati Uniti di Trump con la denuncia dei trattato Partnership Trans-Pacifico (TPP).
La UEE è in continuo rafforzamento, sono state avviate discussioni col Tajikistan per valutarne l’eventuale adesione, si è giunti alla firma di un accordo di area di libero scambio con il Vietnam e sono stati avviati negoziati con Israele, Iran, India ed Egitto, in previsione anche la Tailandia e si è registrato l’interesse della Siria. Oltre la possibile intersezione con la Via della Seta cinese, la Russia ha anche proposto di aprire la porta a collaborazioni con l’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Cina, Russia, Kazakistan, Kirghistan, Tajikistan e Uzbekistan) e ASEAN (Association of Southeast Asian Nations) per far nascere partenariati economici.
Se a prima vista il nuovo organismo pare crescere ed avere un futuro radioso, in realtà non mancano i problemi. Dal punto di vista politico si sono registrate frizioni da parte dell’Azerbaijan nei confronti dell’Armenia per il Nagorno Karabakh e di Tajikistan e Uzbekistan verso il Kirghistan per quanto riguarda la valle del Fergana. Il crollo del prezzo del petrolio ha ristretto i margini di manovra economica ed il reddito della Russia,contraendone lo sviluppo, la liberalizzazione delle tariffe nel commercio interno sta procedendo troppo lentamente. Il Kazakistan ha poi scoperto, con la procedura di adesione al WTO di novembre 2015, che le relative tariffe erano sensibilmente inferiori a quelle della UEE. Il risultato è stato che durante il primo anno della sua esistenza, il commercio dell’UEE con gli altri paesi è calato del 34% e quello interno del 25%.
Le sfaccettature che implica la creazione di un mercato unico sono innumerevoli, la regolamentazione e la standardizzazione tra gli Stati Membri ha una timing map di anni, per i carni e derivati, latte e prodotti lattiero-caseari 2015, per la medicina 2016, mercato comune dei cambi 2017, per l’energia 2019, per il petrolio e gas 2025. E’ ipotizzato anche un mercato finanziario comune e una moneta comune, che potrebbe essere la “altyn”, intanto è già stato creato il Centro di Ingegneria Euroasiatico e un Fondo Russo-Kazako per le Nanotecnologie e un Centro per l’Innovazione in Asia centrale Kirghizo-Russo).
In merito si sono registrate le dichiarazioni del vice ministro degli Esteri russo Vasily Nebenzia, “Questa iniziativa strategica è dedicata a garantire uno sviluppo armonioso di tutti i Paesi della regione, sia all’interno che all’esterno delle varie associazioni di integrazione. Il successo del nostro progetto di integrazione ha suscitato interesse non solo tra i nostri vicini. La delegazione unita (Stati membri dell’Unione doganale e la Commissione Economica Euroasiatica) sta negoziando sulla creazione di una zona di libero scambio con il Vietnam. E’ stato istituito un gruppo di profilo e di ricerca congiunto con Israele, è stata presa la decisione di creare gruppi simili con India ed Egitto Circa 40 Paesi e gruppi di integrazione ufficialmente hanno espresso il desiderio di creare una zona di libero scambio con la nostra unione d’integrazione“.
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