#greenitaly

Ocse: Verdi, Italia al palo, solo green economy galoppa – “Mentre l’Ocse punta il dito sull’economia italiana che è al palo e cresce solo dell’1%, le imprese che fanno capo alla Green Economy quotate in borsa in Italia galoppano e stabiliscono un record di crescita del 18% (secondo i dati dell’Osservatorio VedoGreen) nel primo semestre 2016.” Scrivono in una nota i coordinatori dell’Esecutivo Nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e Fiorella Zabatta. “Lo capisce anche un bambino che è necessario che il Governo incentivi la crescita delle industrie che si occupano di rinnovabili, sostenibilità, agricoltura biologica, prevenzione del dissesto idrogeologico,  riciclaggio dei rifiuti e mobilità sostenibile ed innovazione mentre i segnali vanno tutti in senso contrario. Dall’eliminazione degli incentivi sulle rinnovabili allo sblocca Italia arrivando al “patto delle trivelle” – secondo gli ecologisti – i governi di questa legislatura hanno sostenuto solo le grandi multinazionali dell’energia fossile, le cementificazioni e una economia legata alla speculazione finanziaria.Ecco perché – concludono Bonelli e Zabatta – se si vuole che l’economia italiana cresca è fondamentale un piano industriale di rilancio di tutte le attività legate alla Green economy.” (ANSA).

Del Sette, 6.754 unità Forestale transitate in Carabinieri “Lungo e impegnativo lavoro, ma percorso interamente applicato” – “Sono 6.754 le unità effettivamente transitate nell’Arma”. Così il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette – in audizione in commissione Ambiente al Senato – parla dell’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato ai Carabinieri, facendo presente che si è trattato di un percorso che è “stato interamente applicato” e che “ha richiesto un lungo e impegnativo lavoro”. Del Sette ha anche ricordato che alcuni forestali, in un numero decisamente minore, sono confluiti nella Polizia, nella Guardia di Finanza e nei Vigili del fuoco. “L’Arma continua a svolgere tutte quelle azioni di prevenzione direttamente connesse con il controllo del territorio – osserva Del Sette -. Le potenzialità del Corpo Forestale hanno alimentato importanti progetti dell’Arma nei settori operativi comuni, che vedevano giá le due istituzioni collaborare proficuamente”. Per il processo di “assorbimento dei forestali – spiega il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri – abbiamo previsto un’attività formativa e informativa”, con “una campagna di comunicazione interna” ad hoc (dalle informazioni immediate sul sito ai seminari per ufficiali e comandanti), anche con percorsi di addestramento al tiro e visite mediche. (ANSA).

Greenpeace, industria carta distrugge ultime foreste europee Si trovano nella Taiga russa, parte della Grande Foresta del Nord – Numerose società produttrici di carta e derivati sono collegate ad aziende “che stanno distruggendo una delle ultime e più grandi foreste vergini d’Europa, nella Taiga russa”. Lo afferma Greenpeace sulla base dei risultati del rapporto “Eye on the Taiga” che ha diffuso oggi. La Taiga russa, spiega l’associazione ambientalista, è parte dell’ecosistema della Grande Foresta del Nord, che si estende per 16 milioni di chilometri quadrati dall’Alaska alla Russia, passando per il Canada e la Scandinavia. La Grande Foresta del Nord rappresenta un terzo delle foreste rimaste sulla Terra ed è il secondo più grande ecosistema terrestre del mondo, dopo le foreste tropicali. Circa il 60% della Grande Foresta del Nord (950 milioni di ettari) si trova proprio in Russia, dove però – rileva Greenpeace – “le blande leggi forestali permettono la frammentazione o la radicale trasformazione delle foreste, spingendo le aziende del settore del legno e della carta a spostare la loro attenzione verso le foreste vergini o Paesaggi Forestali”. La regione russa di Arcangelo è vista dall’industria del legno e della carta come una “miniera di legname” e comprende la Foresta Dvinsky, divenuta ormai il fulcro di un acuto conflitto tra gli interessi di conservazione forestale e le mire del settore del legname e della carta. Fra il 2000 e il 2015 la Foresta Dvinsky ha perso oltre 300 mila ettari di Paesaggi Forestali Intatti, mettendo a rischio l’habitat di una delle ultime popolazioni di renne selvatiche, già in via d’estinzione”. Per quanto la foresta boreale russa possa sembrare lontana, sono state le aziende europee, statunitensi e australiane a far crescere a dismisura la domanda di prodotti provenienti da quest’area, afferma Martina Borghi, campagna foreste di Greenpeace Italia. Greenpeace ha scritto alle società citate nel rapporto chiedendo di unirsi agli sforzi per salvare la Foresta Dvinsky e tutte le altre preziose foreste vergini della Grande Foresta del Nord. (ANSA)

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

C’era una volta

successivo

Opportunità Europa

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *